Perché l'attesa crea un conflitto interiore tra il Qui e Ora, dove non vogliamo stare, e il futuro, che ci sembra meglio di ciò che c'è.
In più, l'attesa spesso ci costringe a stare senza fare, cosa che non siamo capaci, in realtà. Diventiamo nervosi e cerchiamo un diversivo per la mente: leggere ciò che ci capita a tiro, guardare in modo ossessivo il cellulare sperando di avere qualche messaggio a cui rispondere, o andando sui social network, o ascoltando musica.
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Tolle, allora suggerisce di imparare a usare le attese in modo consapevole.
Ovunque siamo, accediamo al corpo interiore, stando in ascolto, sentendo la nostra energia vibrare nel momento presente.
Con questo metodo, non ci saranno più attese noiose né ingorghi stradali insopportabili, anzi, avrete un'occasione in più per tornare in profondo dentro di voi. All'Essere.
Se siete presenti, non vi è mai necessità di aspettare alcunché, scrive Tolle. Allora la prossima volta che qualcuno vi dice: "Mi dispiace di averti fatto aspettare" potete rispondere: "Figurati, non stavo aspettando. Ero qui a godermi me stesso, la gioia del mio sé".
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