martedì 28 aprile 2015

Focalizzarsi sul lavoro alchemico

Non accettarsi, vedersi brutti, con difetti è comune a tutti. Durante l'adolescenza, e spesso anche dopo, quelli che consideriamo difetti o mancanze ci bloccano, abbiamo paura del giudizio, ci si sente inadeguati rispetto ai canoni estetici imperanti e crediamo che il mondo ci giudichi come noi ci vediamo.
Correggere i cosiddetti difetti agendo quindi dall'esterno è solo un palliativo, perché il non sentirsi adeguati è la spia di qualcosa di noi che non abbiamo accettato, che non abbiamo imparato ad amare.

Posso testimoniare, essendo stata una ragazzina piena di complessi, che solo il lavoro su di sé, l'alchimia trasformativa delle emozioni, può portare risultati. Un giorno ci guardiamo allo specchio e ci stupiamo di esserci visti brutti, e quel difetto che noi vedevamo come gigante, che ci ossessionava, che avremmo voluto cambiare a tutti i costi non lo vediamo più. Oppure lo vediamo per quello che è: una parte di noi. E noi siamo Bellezza.
Siamo Bellezza - Autoritratto dell'autrice


Da adolescente detestavo il mio naso sporgente e pensavo che da grande lo avrei fatto ridurre chirurgicamente. Un bel giorno mi sono resa conto che il mio naso era semplicemente il mio naso e per me non era e non è più brutto, qualcosa da cambiare.

Ma la cosa più magica è che da quando ho imparato ad accettarmi, e ho smesso di sentirmi inadeguata, ansiosa e insicura com'ero da ragazza, a poco a poco la mia pelle devastata da un acne che dava grattacapi anche ai dermatologi perché non c'era modo di curarlo, anche molti anni dopo la fine dell'adolescenza, è migliorata ed esso è cominciato a regredire. Ricordo che ne ero così ossessionata che non mi facevo vedere senza cipria da nessuno. Ho provato un sacco di medicine tradizionali e rimedi naturali eppure erano solo palliativi.
Ma continuando sul lavoro alchemico riguardo alle emozioni, concentrandomi solo su quello, ecco che guarendo le ferite interne anche le lesioni esterne (la mia corazza, ciò che mi allontanava dagli altri) sono scomparse. Non ho più avuto bisogno di nessun medicamento. Perché l'unico efficace è il lavoro su di sé.
Ora mi stupisco persino di non pensare più alla mia pelle, essendone io stata ossessionata per anni.

A prova del fatto che l'acne è un muro che noi innalziamo nei confronti del mondo esterno perché ci sentiamo immeritevoli, imparando a toccare e lasciarmi toccare dalle persone senza provare disagio, anzi, imparando persino ad abbracciarle con piacere, la mia pelle è guarita del tutto.

Ora le poche cicatrici rimaste sono la testimonianza che per essere liberi dalla sofferenza dobbiamo passarci attraverso.
Per me sono come le cicatrici di un guerriero. Mi ricordano ogni giorno che solo amandoci possiamo guarire.


martedì 21 aprile 2015

Cambiare mentalità

Non basta sapere le cose in teoria. Quando segui un percorso di Risveglio e sai, per esempio, che siamo noi a creare la nostra stessa realtà, poi non ha senso dire che sei stato fortunato a trovare un parcheggio libero oppure per caso hai trovato un lavoro cha fa per te, o per sfortuna hai incontrato quella persona che ti ha fatto soffrire, ecc.

Se davvero sai che tutto parte da te, allora dovresti dire che hai creato bene perché ti sei trovato un parcheggio libero nel posto giusto al momento giusto, che ti sei creato nella realtà il tuo lavoro ideale, che hai creato la situazione giusta per crescere incontrando una persona che ti ha fatto scattare la sofferenza per aiutarti a vedere i tuoi attaccamenti/schemi vari. La Legge dello Specchio siamo noi.

Conflitti - Foto dell'autrice
Finché non cambiamo anche il modo di parlare di queste cose, il nostro cambiamento interiore sarà solo in teoria, un potenziale ancora inespresso. Solo quando si smette di dire meccanicamente che una cosa viene dall'esterno solo perché così si dice, sarà più facile entrare in un nuovo paradigma, con mente e corpo.

La prossima volta che ci viene da dire che una persona o una situazione ci ha fatto arrabbiare, fermiamoci un secondo e riformuliamo la frase: Mi sono arrabbiato perché... 
Non dobbiamo avere la pretesa di non arrabbiarci mai più, ma smettere di puntare il dito all'esterno è fondamentale, anche per neutralizzare i conflitti che il più delle volte nascono proprio da dita puntate verso gli altri.

giovedì 16 aprile 2015

Il mondo si sta svegliando

Ho avuto modo di constatare che sempre più persone sono pronte per intraprendere un cammino di risveglio. 
Mi capita sempre più spesso di incontrare gente che parlando del più e del meno mi fa capire che si sta interessando all'evoluzione della propria coscienza, anche se magari la chiama genericamente spiritualità.
Qualcuno mi dice che da alcuni mesi gli capita di incontrare persone che si occupano di risveglio, e quindi confessa di aver capito che qualcosa gli sta dicendo che è il percorso giusto per lui; altri dicono di aver sperimentato di persona la Legge dello Specchio senza nemmeno sapere bene cos'è, ma hanno toccato con mano che funziona; c'è chi si avvicina al reiki seppure con scetticismo; altri sentono il bisogno di tornare a fare arti marziali dopo aver tralasciato gli allenamenti magari per anni e anni...
Se si sono creati questa realtà è perché hanno davvero bisogno di vivere a un'ottava superiore. 

Infatti, tutto ciò non può essere per caso perché il caso non esiste! Ogni incontro è voluto dall'anima che sta chiedendo di più, e anche il corpo comincia a vibrare a un livello che si attira gente giusta per quel nuovo sentiero.
Risveglio della Terra - Foto dell'autrice

La Terra è in fermento, stanno giungendo le energie giuste perché il sentire di molta gente sul pianeta è una certa insoddisfazione per le cose materiali, stanchezza nel provare sempre fastidi e dolori, e un richiamo impellente per imparare a vedere le cose da un altro punto di vista. Insomma, molte anime stanno chiedendo ai corpi che le rivestono di svegliarsi!
Il tempo per un nuovo salto in avanti di coscienza collettivo è giunto e non si può restare indietro. E' un imperativo animico.
Se sentite un richiamo verso il cammino del risveglio seguitelo!

venerdì 10 aprile 2015

Ascoltare il sesto senso

Quante volte ascoltiamo più la mente che ci dice cosa dovremmo o non dovremmo fare di quella certa sensazione che ci dice che invece? Quasi sempre. 
L'essere umano per sua natura, specie quello contemporaneo, si fida di più dei suoi pensieri e convinzioni, degli schemi autoimposti come fossero i mattoni su cui si fonda il proprio senso di sicurezza che del proprio sentire.
L'intuito non è incasellabile, schedabile, analizzabile al microscopio. E così, l'homo sapiens roboticus preferisce ascoltare ciò che dice la logica, ancora meglio ciò che è scritto in agenda.

Sesto senso (gatto) - Foto dell'autrice
Eppure, posso testimoniare che tutte le volte che ho sentito delle sensazioni inequivocabili davanti a una persona, nello specifico che non vibrava con me (non che fosse negativa) e poi ho ascoltato la mente che mi diceva di non credere alla prima impressione, di non fare la difficile, eccetera, beh, alla fine ho dovuto ricredermi perché l'esperienza mi ha dimostrato che l'intuito è tutto.

Mi è capitato di essere quasi telepatica. Con una persona per cui avevo un forte sentimento è successo più volte che passando davanti a un negozio o camminando per la strada sentivo che quella persone era lì, e subito dopo la incontravo.

Ultimamente mi è capitato di strappare un paio di jeans e pensare che però non avevo tempo da perdere in shopping perché quel giorno mi ero ripromessa di lavorare a una cosa impegnativa a casa.
Eppure, di colpo ho sentito che dovevo assolutamente andare al mercato, anche se nel tempo ho perso l'abitudine di andarci a comprare - di solito la verdura e la frutta.
Ho deciso di ascoltare il mio sentire e solo dopo ho capito perché: quel giorno c'era un banco che aveva jeans di ottima fattura a prezzi stracciati perché in stock. E, indovinate un po'? Ho trovato un paio di jeans della mia taglia (l'unico pezzo sul banco di quella misura!) a un prezzo incredibile.

Questo è seguire il sesto senso. Se qualcosa ti dice che devi fare una cosa, urgentemente, anche se avevi programmato di fare altro, FALLA!