mercoledì 31 dicembre 2014

Un GRAZIE e un augurio per il 2015

Foto dell'autrice
Un enorme, colossale, stratosferico GRAZIE a tutti quelli che hanno creduto in me e nel mio libro, che hanno reso possibile questa pubblicazione, che mi hanno dato o mi daranno la possibilità di presentarlo in giro, a chi l'ha già letto e a chi lo leggerà, agli arcieri di Pino e del chierese, ai miei vari coach/istruttori, all'associazione Crisopea, agli amici che tifano per me, e a voi miei lettori... Insomma, senza di voi questo bellissimo traguardo non lo avrei potuto raggiungere! Vi auguro un 2015 che sia pregno di grandissime opportunità, novità, e crescita personale come per me è stato il 2014. GRAZIE DI ESISTERE! VI VOGLIO BENE.

lunedì 29 dicembre 2014

La Via dell'arciere consapevole è online!

Grazie ai miei lettori che mi seguono dalla fine del 2012. Ora potranno leggere anche il mio libro prenotandolo sugli store online.
Ovunque voi siate, questo piccolo testo sta aspettando voi! Grazie di esserci! Continuate a seguirmi, a presto. Auguri a tutti voi!

Qui di seguito ci sono i link:
http://www.amazon.it/s/ref=nb_sb_noss?__mk_it_IT=ÅMÅŽÕÑ&url=search-alias%3Dstripbooks&field-keywords=La+Via+dell%27arciere+consapevole

http://www.inmondadori.it/search/?tpr=10&g=La+Via+dell%27arciere+consapevole&bld=15&swe=N

martedì 23 dicembre 2014

Il raccoglimento

L'inverno che comincia e la festa del Natale invitano a stare in raccoglimento.
Il senso del raccoglimento è stare con sé stessi, nel silenzio, raccogliere le forze spirituali che a volte disperdiamo a causa del mentale, ma anche ri-accogliersi, ri-accogliere qualcosa di noi che si è allontanato e rischia di venire dimenticato.


Christmas candle - Foto dell'autrice
Il raccoglimento è una parentesi, una pausa per stare lì ad ascoltarsi. Ad ascoltare l'energia vibrante che alberga in noi farsi più chiara, più palpabile.
Non può esistere pace interiore senza prendersi dei momenti di raccoglimento. Perché la pace viene solo dall'interno.

Il buio delle notti invernali, che calano presto, è l'invito ancestrale a stare accanto al fuoco, alla luce. E il Fuoco, la Luce ce l'abbiamo dentro. Le candele e le luminarie che si accendono nel periodo natalizio non sono che un simbolo.
Quando la notte cala, bisogna stare accanto alla luce, non perderla di vista, non lasciarla spegnere. Per non morire congelati il fuoco va ravvivato spesso.

Il raccoglimento serve proprio a questo: a ravvivare il Fuoco, a non perdere di vista il nostro Faro nella notte.

lunedì 22 dicembre 2014

Fidarsi del proprio sentire

Siete così abituati ad albergare nella mente, giudicando in base a giudizi mentali e schemi, che avete dimenticato che l'ultima cosa che conta quando avete davanti una scelta da fare è usare il mentale.  
Il mentale è molto bravo a fare elenchi con la spunta:
questa cosa o questa persona mi piace perché ---
Ma la mente non vi dice cosa piace davvero a voi, cosa risuona con il vostro essere più profondo ed autentico. La mente vi dice cosa piace a lei.


La Luna - Foto dell'autrice
Se restate nel sentire, mentre siete davanti ad una persona o in una situazione, capirete se la risposta è SI' o NO.
A volte capita il contrario di quanto normalmente viene detto, cioè che la mente dice SI' perché si innamora di un'idea, ma il corpo (non quello emotivo ma quello in contatto con l'anima) dice NO.

In questo specifico caso non è più la paura ad essere l'avversario da affrontare, ma l'idea illusoria e magari romantica di qualcosa che vorreste ma che però, per qualche ragione sconosciuta, non è del tutto in sintonia con il vostro vibrare.

Chi è abituato a stare nel proprio sentire riesce a percepire l'energia e il sole interiore di una persona. A volte, nonostante tutte le buone premesse - tutte mentali - si può sentire che l'energia emanata da una persona (in cui vibra anche il corpo emotivo e mentale) non  convince. Questo non significa necessariamente che sia negativa o  pesante. 
Qualcosa a livello vibratorio non coincide. 
Se però siete sedotti dall'idea di come la cosa dovrebbe andare a finire, dicendo SI' anche se il sentire dice NO, vi state andando a complicare la vita. Vi troverete nei guai, creando sofferenza a voi stessi e a chi è coinvolto.


Foto dell'autrice
A volte vi trovate a sentirvi spiazzati, perché riconoscete che il sentire è in conflitto con il desiderio. Spesso, di colpo vi sentite investiti di dubbi che vi pesano addosso come macigni.
L'unica cosa saggia da fare è sedersi appena possibile in un luogo appartato o in un posto che sentite vostro, e stare dentro il dubbio. Se vi provoca anche un senso di disagio fisico respirate dentro quel disagio, restando nel Qui e Ora senza pensare al problema in sé.

Prendetevi tutto il tempo che vi serve. Ancora e ancora. Non date retta alle aspettative altrui né alla fretta. Lasciate che il sentire vero, autentico, emerga per dire se è SI' o NO.

Fidatevi di voi stessi. Del vostro sentire profondo.

giovedì 18 dicembre 2014

Determinati, non combattivi!

A volte si tende a far confusione tra l'essere combattivi e l'essere determinati.
Nell'essere combattivi sta il presupposto del fare resistenza a qualcosa. Per esempio alla paura di sbagliare o di fallire. O alla Paura stessa. O all'illusione che l'avversario sia davvero là fuori.


Baby scherma - Foto dell'autrice
Essere determinati, invece, significa che qualsiasi cosa succeda saremo sempre lì a insistere sul sentiero che sentiamo nostro. Non esiste ostacolo, avversario, prova né fallimento che possa davvero fermarci.
Se sei determinato e brilli di Volontà Pura, che è una qualità dell'anima - quindi all'ottava superiore - allora diventi un caterpillar. Puoi abbattere montagne. Perché le montagne che vedi sono solo percezioni distorte, ostacoli che paiono insormontabili ma non lo sono.

Se insegui la tua Visione, il tuo Sogno, è naturale andare avanti senza fermarti, diventando più forte. Cadi e ti rialzi, perché il tuo Sogno, la tua Visione, è tutto ciò che conta.


Foto dell'autrice
Con la determinazione la combattività viene trascesa.

Il combattivo, in realtà fa resistenza, perché con il suo atteggiamento dice NO. Dice NO a ciò che non vuole. Ma così si concentra su ciò che teme o rifiuta.
Il determinato, invece, dice SI'. Sì al proprio Sogno. 
Si può pensare che siano due facce della stessa medaglia ma non è così.
Il NO è fare resistenza, andare contro. Il SI', è restare nell'apertura.
Hanno un'energia diversa. Il NO è chiusura. Il SI' è apertura e fiducia e Cuore.

venerdì 12 dicembre 2014

Il ragno, la tela e la preda

Dovremmo tenere a portata di vista un'immagine di tela di ragno per ricordarci che con i nostri pensieri autolimitanti noi siamo come un ragno che tesse una tela in cui la preda che vi rimane catturata è sempre una parte di noi, la parte che dovrebbe invitare i doni della vita ad entrare. 


Quella preda è la Porta dell'Abbondanza, ma noi, con le nostre paure, con il mentale iperattivo che facciamo? Ci tessiamo da soli una tela per intrappolarci e dire che non ce la possiamo fare, che quello cui aspiriamo è troppo bello per essere vero, o che non siamo abbastanza fortunati. 
Come se l'Universo distribuisse doni e Abbondanza a caso!
Chi lo crede non ha capito nulla della Legge di Attrazione! 
Ragnatela e foglie morte - Foto dell'autrice


Ponete attenzione più che potete ai vostri pensieri autolimitanti.
Quante volte dite: Non è possibile; è pericoloso; mi fa paura; mi preoccupa; come farò?; è troppo difficile; troppo complicato; e se  poi fallisco?; e se poi lui/lei mi rifiuta?; non voglio soffrire, ecc.

Amore, denaro, lavoro, rapporti famigliari possono essere la Porta del Paradiso in terra o una trappola infernale. Dipende solo e unicamente da voi, dai vostri pensieri, dalle false credenze. 
Quando ne intercettate uno, osservatelo. Restate lì ad osservare la falsità di ciò che rappresenta. E' un'illusione, una bolla di sapone. E' solo paura. La paura è un'ombra. Portandovi la luce dell'osservazione consapevole, scompare.
Così vi liberate della vostra stessa tela insidiosa. E tornate a volare.

giovedì 11 dicembre 2014

Quanto siete disposti a sacrificare per il vostro Sogno?

Continuare a credere nel proprio Sogno, nella propria Visione di come vorremmo fosse la nostra vita, è camminare lungo un sentiero irto di insidie.
Il mondo, con le sue forme-pensiero, continua a bombardarci di false credenze che ci rimangono scolpite dentro, nel profondo. 
Queste credenze ci dicono di continuo che inseguire il proprio Sogno equivale a finire sul lastrico e la nostra paura e mancanza di fiducia lo fa accadere. Ma è qui che viene il bello. E' così che si forgia un vero guerriero!
Frigo vuoto - Foto dell'autrice

Quando resti al verde, quando non hai nemmeno dieci euro per fare la spesa, quando devi andare a piedi perché non hai di che pagare il gasolio, quando è più facile che la paura si insinui dentro di te facendoti cedere a elemosinare un lavoro da schiavo pur di non vedere il frigo vuoto, pur di non dover più rinunciare alle cose cui tieni di più, come una cena con gli amici, o a comprare spesso vestiti nuovi, ecco che puoi guardare in faccia la vita e dirle: 
Io non ho paura! Io mi fido! Ho fiducia che seguendo il Cuore, amando il mio Sogno, ce la farò! Avrò di che vivere e in abbondanza.

Perché chi crede nel proprio Sogno e non cede alla paura della fame, della povertà, la sconfigge! 

Dobbiamo ricordarci in ogni momento che siamo noi e solo noi a creare la nostra realtà, non esiste un mondo esterno che abbia davvero potere su di noi, se non glielo permettiamo.
Tutti a fare salti mortali per la paura di diventare poveri, per la paura di umiliarsi... Ma cedere alla paura buttando il nostro Sogno nella spazzatura in cambio di un lavoretto che ci dia l'illusione di una minima sicurezza è gettare la spugna, è vendere l'anima e la libertà in cambio di un analgesico.
Barca nel blu - Foto dell'autrice

Il Guerriero non cede, continua a camminare verso il suo Sogno a
costo di arrivarci con le scarpe rotte e la fame che si spalanca come una voragine nello stomaco.

Non sacrificate il vostro Sogno, il talento con cui siete stati inviati sulla Terra, la chiave per la vostra realizzazione, lo strumento che il Divino ha scelto per sperimentare la Vita nelle sue mille sfaccettature. Come potete allora buttare via il vostro talento, la spinta interna a realizzarvi in cambio di una finta sicurezza che non è altro che mediocrità che puzza di muffa?

Se siete dei veri Guerrieri chiedetevi: Quanto sono disposto a sacrificare per il mio Sogno? 
E poi buttatevi! La Vita vi sosterrà. 
Come dice un vecchio detto: La Fortuna premia gli audaci.

martedì 9 dicembre 2014

Basta con gli intellettuali sfigati!

Quando avevo circa vent'anni, frequentavo un circolo di poeti, nell'ambito del quale ho avuto modo di pubblicare le mie poesie, in piccole raccolte. Quello che all'epoca mi era subito saltato all'occhio era che la maggior parte di questi poeti, pur essendo piuttosto giovani, avevano la classica aria da intellettuali d'altri tempi, pallidi, fisicamente deboli, incapaci di parlare d'altro che di poesia, libri, filosofia, e nutrendosi a vicenda di citazioni.


Vecchi libri  - Foto dell'autrice
Io che ho sempre adorato i libri, e amavo scrivere poesie, pensavo: Che palle questi intellettuali!
Mi chiedevo per quale assurda ragione un poeta dovesse per forza essere uno sfigato, e vivere solo di versi e citazioni, quasi fosse incapace di assaporare la vita vera, con tutti i sensi. Come se non sapesse di avere anche un corpo, oltre che una mente (iperattiva e prevalente su tutto il resto).

Eppure, la tradizione romantica ci porta l'esempio di Lord Byron, che attraversava a nuoto il golfo di Lerici ed era fisicamente prestante, nonostante un difetto congenito a un piede; e della vita avventurosa di Shelley, morto in un naufragio in Italia. E che dire, qualche decennio dopo, di Rimbaud, che salpa per l'Africa in cerca di avventura dopo una vita scandalosa? Jack London, tra i vari mestieri, fece anche il pugile.

Eppure, la trappola della mente intellettuale è sempre lì, fa dimenticare al poeta/scrittore/filosofo che non può esserci equilibrio se si è solo mente e niente corpo, ed è inutile disprezzare chi vive questo disequilibrio al contrario, cioè tutto corpo e niente mente. Sono due facce della stessa medaglia.


Grotta Byron, Porto Venere - Foto dell'autrice
Quando hai talento per la poesia, per la prosa e l'indagine intellettuale, è tuo primario dovere esserci con tutti i sensi. Perché come puoi, altrimenti, narrare della vita, delle emozioni, se nemmeno sei in contatto col tuo corpo, se non sai respirare nel modo corretto? 
Se non sai cosa significa il coraggio di una sfida nei confronti di un avversario in carne e ossa, come puoi narrare di guerrieri ed eroi?

I cosiddetti intellettuali devono prima di tutto imparare a vivere davvero, a esserci, nel corpo, nel respiro, qui e ora. Allora saranno in grado di narrare qualcosa di veramente autentico: la propria vita sperimentata, e non ispirata da citazioni di esperienze altrui.




giovedì 4 dicembre 2014

La paura della gabbia

L'altra faccia della paura della solitudine è la paura della gabbia. 
Ci sono molti uomini e donne indipendenti che, proprio per questa loro caratteristica, temono di restare imprigionati in una relazione che toglierà loro spazio per sé, libertà di movimento o semplicemente libertà di essere sé stessi.

Questo sentimento nasce indubbiamente da ferite non rimarginate, dal timore di cascare di nuovo nella trappola, ma il nocciolo della questione è che se temi la gabbia - dato che nulla si manifesta fuori che non sia uno specchio di ciò che è dentro - allora vuol dire che sei tu stesso a crearla nei rapporti.
La gabbia è aperta - Foto dell'autrice
Nessuno ti può imprigionare se non tu stesso.

Il tuo timore di restare imprigionato in una relazione soffocante con un partner geloso, esigente, ossessivo, inquisitorio, è il timore di manifestare fuori di te qualcosa che ancora tieni nascosto, nel lato oscuro della tua coscienza.

Quella paura è anche un dono: ti sta mostrando ciò che ancora devi sanare, l'acqua torbida che devi andare a purificare, l'antro buio da rischiarare con la semplice consapevolezza, portando Amore a quella parte ferita che preferisce scappare piuttosto che lasciarsi coinvolgere e rischiare. 

Disegna una gabbia con la porta aperta. Tieni quell'immagine in vista. Quella gabbia l'hai disegnata tu, e soltanto tu hai la chiave. Concentrati sulla porta aperta. E' sempre stata aperta! 

lunedì 1 dicembre 2014

Quando liberi le possibilità

Si legge spesso del lasciar andare, ma alcune persone faticano a comprendere come. Come si fa a lasciar andare un pensiero, una preoccupazione, un desiderio represso, una fissazione?
In effetti è una cosa data spesso per scontata ma difficile da spiegare, perché non esiste una tecnica. In realtà non ce n'è bisogno.


Gothic in the light - Foto dell'autrice
La cosa che ho notato è che si tratta di sensazioni, e bisogna essere attenti e un po' allenati per percepirle. Finché il lasciar andare è solo mentale si ricade prima o poi nello stesso problema o preoccupazione. Perché in realtà lo stiamo solo accantonando.
Quando lasci andare veramente qualcosa che occupa la tua mente e il tuo emotivo, lo fai, come se di punto in bianco qualcosa dentro di te dicesse basta! in modo definitivo. 
Allora ecco che senti accadere qualcosa che assomiglia a una rete che viene lasciata aperta e le possibilità quantiche cui non davi la possibilità di raggiungerti cominciano a vibrare dentro e fuori di te, ti attraversano con una leggerezza nuova, perché TU lo stai permettendo!

Le fissazioni, il senso di impossibilità e frustrazione per qualcosa non fanno che bloccare le possibilità quantiche di cui la Vita stessa è permeata, impedendo loro di portarci meravigliose novità.
Non darò spiegazioni scientifiche su di esse perché qui si parla di sensazioni, e quando le provi sai che stai facendo la cosa giusta. Sei alleggerito, fiducioso. Ti si spalanca una Porta.

In poco tempo, ecco che vedi succedere ciò che per lungo tempo hai sognato ma che involontariamente hai tenuto lontano a causa delle tue forme-pensiero limitanti.