lunedì 27 ottobre 2014

La visione globale

Di solito, chi cammina per strada riempie lo spazio percorso dal punto A al punto B con i propri pensieri, o immergendosi totalmente nella musica sparata nelle cuffie. La strada da percorrere viene vissuta solo come un fastidio che ci separa dalla nostra meta.

Nelle arti marziali - e Bruce Lee ne parla nel suo libro Il Tao del Dragone - la mente del praticante non è fissa su un punto dell'avversario, poiché è richiesta una visione globale di ciò che accade intorno, specie se si lotta con più avversari contemporaneamente. La mente non può fermarsi su un dettaglio in particolare, deve fluire inglobando tutto senza arrestarsi. 
Foto dell'autrice

Camminando per strada, bisogna poter avere la stessa visione globale, in cui la direzione che abbiamo non è la sola cosa su cui focalizzarsi. Dovremmo concentrare tutta la nostra attenzione su ciò che accade nello spazio intorno a noi, essere vigili, la mente sgombra e duttile, ricettiva. 
Meglio ancora se riusciamo a dividere l'attenzione tra il corpo, con il respiro e il passo, e l'ambiente circostante.

Come pantere dovremmo poter camminare senza troppo rumore nei passi e nel silenzio della mente. Concentrati tra interno e esterno, come un continuo scambio fluido, gli occhi socchiusi e vigili da felino. 
Si osserverà uno spazio di consapevolezza e sicurezza emergere da dentro.

Essere all'erta ha anche uno scopo pratico, poiché non rischiate di essere presi alla sprovvista, qualunque cosa accada. Ciò non significa aspettarsi sempre il peggio, tipo un'aggressione o un incidente stradale, ma pur conservando la sensazione di essere al sicuro, fiduciosi, essere pronti a qualsiasi accadimento richieda riflessi pronti e sangue freddo. 
Questo è allenamento all'attenzione e alla consapevolezza dell'ambiente. Indispensabile anche per i guerrieri spirituali.

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