Ne scaturisce un senso profondo di responsabilità. E' un dovere. Si è chiamati ad esercitare questa responsabilità come se si scendesse in battaglia. E' una Chiamata alle Armi.
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La parte combattiva di sé va sviluppata, nutrita, perché è in primo luogo un esercizio di volontà, e senza la volontà e l'autodisciplina non si va da nessuna parte.
In secondo luogo, come puoi affrontare i tuoi demoni se non sai come combattere?
I Maestri dicono che il guerriero non è colui che non ha paura, ma colui che la paura la affronta. La guarda in faccia, la scioglie come neve al sole con la sua determinazione a vincere i propri demoni.
Il guerriero di luce cade, si fa male, ma si rialza, poi cade ancora nel fango e nella polvere, annaspa, chiede aiuto, piange, si contorce dal dolore. E poi, quando capisce che sta a lui rialzarsi da solo, lo fa.
Solo chi ci è passato può testimoniare che il coraggio ti viene morendo di paura.
Quando sei morto di paura, rinasci. E scopri che quella paura era una tua proiezione mentale.
Quando capisci i tuoi demoni e impari ad affrontarli, diventi potente.
Lo senti dentro, lo senti pulsare, il tuo Potere, invaderti, e una nuova chiarezza - mentale e spirituale - si affaccia.
E per la prima volta nella tua vita sai che nulla tornerà ma più come prima. Il baratro è dietro di te.
Lo hai riempito di consapevolezza e amore per te stesso. E non è più nemmeno un baratro.
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Perché senza Cuore, senza Amore, sei una macchina. Senza spada sei indifeso.
Il vero guerriero illuminato sa quando esercitare la dolcezza e quando affilare la spada.
Ma il suo combattere sarà privo di rabbia, di reazione, avrà la fermezza di affrontare ciò che va affrontato partendo dal presupposto che il suo centro è immutabile.
Se senti la Chiamata alle Armi devi andare, uscire dalla tua tana rassicurante e cominciare ad allenarti per la battaglia finale.
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