Il primo è la disciplina.
Questa è come la luce del sole che tutto pervade. Non lascia nulla in ombra.
Il guerriero non intende la disciplina come qualcosa di rigido e marziale, ma una totale assenza di pigrizia e completa applicazione.
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Il secondo strumento è l'eco della propria consapevolezza meditativa.
Quando si indulge nella pigrizia, ci si arena un po' sul percorso, ecco che queste azioni producono un'eco. Questa eco risuona come in un canyon continuando a richiamare la vostra attenzione su ciò che state trascurando. Essa serve a mantenerci svegli.
Ma un guerriero davvero sveglio non ha nemmeno bisogno di venire da essa richiamato, perché non indugia in pigrizia.
Quindi, è consigliabile non aspettare di sentire questa eco. Bisogna sempre fare uno sforzo per restare svegli e non perdere la strada.
Il terzo strumento è un'arma: la saggezza della consapevolezza discriminante.
E' la percezione e l'acume mentale. E' l'intelligenza usata come strumento di saggezza.
Ma questa consapevolezza si sviluppa solo in assenza di Ego.
Secondo la tradizione guerriera di Shambala, bisogna uccidere un nemico ogni mille anni.
Questo nemico è la personificazione dell'Ego.
Ma per ucciderlo da veri guerrieri spirituali, l'azione deve essere priva di aggressività, di rabbia, desiderio di vendetta o di punizione.
Solo la pura compassione può uccidere il nemico nel modo giusto.
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