Foto dell'autrice |
Pare che ai nostri contemporanei l'idea di lasciare un campo inutilizzato, non sfruttato paia una pecca. L'umano moderno è incapace di concepire che la terra possa essere lasciata lì a sé stessa, per rigenerarsi, ma anche soltanto per esistere in quanto campo in cui brulicano differenti forme di vita.
Si guarda al campo incolto come a un qualcosa di inutile, di incompleto, a un vuoto da colmare senza capire che non c'è nessun vuoto che chiede di essere riempito.
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Si parla di cambiamenti climatici su vasta scala e non si riesce a comprendere che nel nostro microcosmo ogni piccolo cantuccio d'erba che potrebbe assorbire la pioggia e rinfrescare le estati, e che invece viene annientato, può fare la differenza.
Ogni piccolo spiazzo d'erbacce o terreno incolto, dimenticato, che continua a esistere è un miracolo e una benedizione.
Lasciamo la terra inselvatichita essere ciò che è. Benediciamo la Bellezza di un campo che resta fine a sé stesso.
Perché dovrebbe avere uno scopo altro dall'essere ciò che è?
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