Ho trovato che se cerchiamo di vedere le cose a traverso gli occhi del bambino che sperimenta tutto diventa più facile. E' un gioco utile. Il bambino che prende in mano una forchetta e per la prima volta riesce a raccogliere il cibo nel piatto la vedrà come un'impresa eroica, sarà affascinato dalle sue stesse mani, dalle dita piegate sullo strumento, ci metterà impegno perché il braccio e la spalla siano coordinati al punto giusto da far arrivare il cibo alla bocca senza spiaccicarlo sulla guancia.
Foto dell'autrice |
Se cominciassimo a comportarci come se ogni gesto fosse compiuto per la prima volta, riscopriremmo la meraviglia e lo stupore per la Bellezza. Un'anima che si incarna in un corpo ed è cosciente tutto il tempo di quanto tutto questo sia un miracolo è un'anima consapevole di essere anima.
Ogni compito quotidiano, dal lavarsi, al pulire casa, al guidare, lo deleghiamo al nostro corpo fisico perché non ci interessa più sperimentare quello stupore. Eppure, è proprio quello che tiene vigile la mente sul corpo e non permette ad essa di divagare togliendoci energia, e facendoci arrivare a sera sfiniti.
Perché non continuare a provare meraviglia per questo bellissimo mezzo fisico che ci è stato dato in prestito per portare in giro nel mondo la nostra anima immortale? Perché non tornare a vedere la vita attraverso occhi da bambino?
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