Molti sono influenzati dalla cultura indiana yogica che vede la meditazione come una disciplina anche del corpo, che all'inizio può risultare persino dolorosa.
Marina Borruso, che porta l'insegnamento di Eckhart Tolle in tutta Europa, invece è più accondiscendente.
Non si deve raggiungere uno stato particolare, secondo lei, ma stare.
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Non si tratta per esempio di respirare in un certo modo, basta osservare il respiro che c'è, scrive, non si tratta di essere rilassati, ma di essere consapevoli del rilassamento o del non rilassamento che c'è.
Anche per ciò che riguarda la posizione del corpo, più che sforzarsi di mantenere una posizione, basta portare attenzione sulla posizione che abbiamo mentre meditiamo.
Stando così nel Presente, il corpo stesso pian piano si allineerà con lo stato di consapevolezza, con movimenti e assestamenti spontanei.
Liberando il corpo dal controllo della mente smetteremo di manipolare l'esperienza che stiamo vivendo.
Nella meditazione tradizionale la respirazione è funzionale a mantenere l'attenzione su di essa per non seguire i pensieri.
Ma secondo Marina Borruso anche la semplice osservazione di ciò che è, ciò che siamo in questo momento, è già efficace a sganciare la mente del suo flusso inarrestabile pieno di brusio.
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Ogni cosa che accade in noi e fuori di noi andrebbe osservata.
Lì c'è il Presente, e il Presente ci porta a Essere.
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