lunedì 24 dicembre 2012

Tra Sacro e Profano - al Pozzo Sacro

In questi giorni dedicati al culto solare della luce come rinnovamento, dal Solstizio al 25 dicembre, culto maschile per tradizione, ho deciso - in quanto donna - di dedicare questo articolo al culto lunare.

Pozzo Sacro di Santa Cristina - Foto dell'autrice
Nell'estate 2011 ho coronato il desiderio di visitare il famoso Pozzo Sacro nel santuario di Santa Cristina a Paulilatino, Sardegna.
Essendo da sempre interessata ai culti precristiani e, in particolare, lunari, non potevo esimermi dall'andare di persona a vedere e sentire.

Realizzato nell'Età del Bronzo, scavato con una perfezione architettonica stupefacente - considerati anche gli strumenti dell'epoca - dà l'idea di quanto poco abbiamo in considerazione i nostri antenati, con le loro conoscenze in realtà estremamente evolute.
Per molto tempo gli archeologi si sono limitati a considerarlo uno dei tanti pozzi sacri di Sardegna legati al culto delle acque e ai cicli lunari - essendo la luna associata all'acqua perché entrambi simboli delle energie femminili di fertilità, accoglienza e rinnovamento ciclico.

Recentemente, però, un archeoastronomo franco-polacco, Arnold Lebeuf, ha scritto un testo in cui si teorizza una più complessa conoscenza astronomica delle popolazione nuragiche.
In realtà il pozzo non si limiterebbe a specchiare la luna attraverso il buco sul soffitto nel momento culminante del suo ciclo. 
Anche gli stessi gradini - realizzati volutamente sfalsati - sarebbero serviti per misurare giorno dopo giorno la luce lunare, che colando lungo la scalinata, permetterebbe un calcolo del ciclo del satellite con precisione scientifica.
Quindi, non solo pozzo sacro, ma osservatorio astronomico vero e proprio, in grado di calcolare anche le eclissi.

Il giorno in cui mi reco a visitarlo, piena di rispetto e reverenza, tutta tesa a percepire vibrazioni benefiche e con l'intento di trovare un momento di raccoglimento per entrare in sintonia col luogo, non sono  sola.
La mia amica C. mi ha preceduta, e al fondo della scalinata, proprio sul pelo dell'acqua affiorante dal pozzo, si sta togliendo le ciabatte. 
Pozzo Sacro di Santa Cristina, ingresso - Foto dell'autrice
Giunta accanto a lei, dopo aver percorso i gradini all'interno dello spazio triangolare realizzato in pietra, che con una geometria essenziale di una modernità sconcertante ti accoglie piano e inesorabile, nel suo spazio fresco e umido, nel silenzio ieratico tipico del tempio antico, il Profano distrugge le mie aspirazioni mistiche.
Come un pugno nello stomaco.

C. si immerge fino alle caviglie nella poca acqua facendo rumore, e sciacquandosi il viso, come se fosse in un bagno turco.
Dice ad alta voce, facendo rimbombare quel piccolo utero impassibile attorno a noi:
"Sì, sì, anch'io credo in queste cose, sai? Che ti credi? Ci credo che ci sia qualcosa di energetico..."
E si soffia il naso. Nell'acqua.
Oddio. Dimmi che sto sognando. Oddio, dimmi che non l'ha fatto davvero...
Sacrilegio! E mi ha pure rovinato l'atmosfera...
Perdonala, Luna, perdonala Pozzo Sacro, mio caro: non sa quello che fa... , penso, cominciando a capire cosa intendesse Cristo quando chiese perdono per i due ladroni inconsapevoli. In fondo erano due poveri diavoli.

Guardo la mia amica che, appunto, inconsapevole, allontana da sé il viscidume schiumoso frutto del suo naso con le mani, provocando lo sciabordio di quelle acque un tempo silenziose.
Ok, non importa. L'importante è il mio intento.
Ora le chiederò di uscire e lasciarmi sola con queste energie potenti e ancestrali.

Non so se avrò il coraggio di bagnarmi in queste acque benedette dalla luna. Con lo sguardo tengo d'occhio il viscidume galleggiante che si allontana piano verso il fondo del pozzo...
Guardo in alto, il foro sovrastante da cui entra la luce solare. 
Mi chiedo perché abbiamo dimenticato questi culti così suggestivi. Così naturali e veri. 
Non riuscirò mai a comprendere fino in fondo perché ci siamo allontananti dalle benedizioni originarie. 
E dalla Bellezza.

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