venerdì 7 dicembre 2012

Perché mai nutrirsi di sola luce?

Anni fa mi è capitato di incontrare un sedicente omeopata per via di un problema di salute. Siccome il problema per lui era riconducibile all'alimentazione - avevo un'intolleranza al lattosio - cominciammo a parlare di cibo e di come la sua energia viene immagazzinata e trasformata dal nostro corpo.
A un tratto mi raccontò pieno di ammirazione di una donna - citò anche il nome pensando la conoscessi, ma non ne avevo mai sentito parlare e francamente non lo ricordo - che aveva vissuto per anni nutrendosi di sola luce solare. Aveva un tetto di vetro da cui poter assorbire quell'unico nutrimento spirituale, mi disse l'omeopata. 
Io rimasi perplessa, e a parte il mio scetticismo immediato, mi chiesi perché mai un essere umano, per quanto abbia tendenze mistiche, dovrebbe rinunciare a qualcosa di così naturale. E poi, che dire del sapore? Insomma, ci è stato dato un corpo fisico per goderne, i mistici orientali dicono che comunque il corpo è un tempio e va onorato. 
Certo, ci sono anche i santoni che si mortificano pensando che il corpo è l'origine di tutti i mali in quanto prova piaceri e dolori che ci distolgono dalla contemplazione di Dio. 
Non sono d'accordo. Abbiamo tutto il tempo di nutrirci di luce divina quando saremo nell'aldilà, ma finché siamo qui godiamo di ciò che madre Natura ci offre! Siamo qui per onorare i suoi doni.
Ho il dubbio che certi mistici pecchino un po' di presunzione. 
A me la vita ha insegnato l'umiltà di accettare ciò che c'è. 
Pretendere di nutrirsi di sola luce a me pare un rifiuto della materialità del corpo.
Mi viene in mente, scrivendo, che pochi giorni fa ho letto la notizia di una donna che diceva di nutrirsi anche lei di luce divina, ed è morta facendo meditazione. Di stenti. 
Sapete che vi dico? Che mi è venuta fame. Vado a farmi uno spuntino. 

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