venerdì 30 maggio 2014

Precetto 16 - Vangelo di Tommaso

Gesù disse: "Forse gli uomini pensano che io sia venuto a gettare la pace sul mondo, ma essi ignorano che io sono venuto a gettare conflitti, fuoco, spada, guerra. Poiché cinque saranno in una casa: tre contro due e due contro tre, il padre contro il figlio e il figlio contro il padre, ed essi se ne staranno soli."

Questo precetto tratto dal Vangelo apocrifo di Tommaso, nella sua versione copta, pare contraddire ciò che noi abbiamo sempre pensato di Cristo, come portatore di pace.

In realtà, a leggere il testo in senso verticale, diviene chiaro che ciò di cui si sta parlando è il paradosso fondamentale per il Risveglio.
Cioè: non si può conoscere qualcosa se prima non viviamo il suo contrario. Quindi, come capire cos'è la pace se prima non veniamo assaliti dal conflitto? Come possiamo sapere cos'è l'Uno se prima non sperimentiamo la separazione?


Foto dell'autrice
L'umanità sperimenta la materia proprio attraverso il conflitto. Senza l'esperienza della materia le anime non riconoscerebbero se stesse come entità spirituali.

Il commentatore del Vangelo di Tommaso, Richard Valantasis, inoltre scrive che per sviluppare individualità occorre il conflitto tra spirituale e profano, tra ignoranza e conoscenza e tra esterno ed interno
Un po' come è necessario il conflitto adolescenziale per passare dall'età infantile a quella adulta.

Il conflitto promuove davvero una nuova comprensione dell'ego, della società e del mondo, poiché si pone come fondamento della creazione di qualcosa di nuovo. Tali conflitti operano come formazione e non possono essere evitati (…).

Infine, è interessante il versetto finale: "Se ne staranno soli."
Questo non vuole essere una condanna, al contrario. Soltanto se impari a stare da solo con te stesso puoi vivere in pace con gli altri,  perché i solitari sono coloro che più si sono sforzati di conoscere sé stessi.

Il conflitto, scrive Valantasis, rafforza i solitari e li unisce in gruppi di individui che possono comunque stare da soli.


giovedì 29 maggio 2014

Gioite per i successi altrui

Dato che la Legge dello Specchio funziona sempre, tutto ciò che accade agli altri accade anche in noi, è una manifestazione esterna di qualcosa che viviamo all'interno di noi. O una potenzialità.

Quindi, anziché invidiare o criticare chi ha successo, chi ha delle fortune che noi crediamo di non avere, chi raggiunge dei traguardi meritevoli ed importanti, dovremmo rallegrarcene.
Perché il tuo successo è anche il mio.
La tua ricchezza è la mia.


Foto dell'autrice
Esserne invidiosi è respingere il successo e l'abbondanza dalla nostra vita.
E' dire ad essi di no.
Poiché è un non riconoscere che le manifestazioni esterne sono specchio dell'anima.

Il fatto che una forma di ricchezza o successo non siano in nostro possesso vuol solo dire che non siamo riusciti ancora a materializzarli, incarnandoli.
Ma se possiamo vederli manifestati nel mondo è perché da qualche parte esistono anche in noi. O non potremmo vederli.

Ogni successo altrui va celebrato, perché è un meraviglioso dono della vita.
Sentirsi feriti da esso significa che stiamo dicendo alla vita che con noi è ingiusta e così non facciamo che attirare situazioni che ci scontentano.
Ammirare chi ha raggiunto dei traguardi con successo è anche una spinta a fare sempre meglio. Dovrebbe essere visto come un esempio da seguire.

E poi, se davvero vogliamo vivere nella gioia, come potremmo non gioire del successo e dell'abbondanza in sé stessi?


martedì 27 maggio 2014

Tutto può succedere

Foto dell'autrice
Una cosa importante da tenere presente è restare sempre aperti al nuovo, ma soprattutto alle infinite possibilità che ci si possono presentare.

Avere fiducia nell'Universo, nella Vita, che ci porta sempre qualcosa di inaspettato. Ma invece di temerlo, dovremmo tenere la porta aperta a queste possibilità.

Cosa succederà tra un minuto? 
Cosa c'è dietro l'angolo?
Cosa ha in serbo la Vita per me?

La vita è sacra, sì, ma è anche un gioco.
Un gioco di società in cui ci possono essere imprevisti che ci fermano un attimo, ma anche bellissimi doni.
Foto dell'autrice

L'importante è avere sempre la fiducia incrollabile che ciò che ci viene dato è ciò che è giusto per noi in quel momento.
Qualsiasi cosa sia, non esiste che la Vita sbagli o fallisca.
E nemmeno noi.
Tutto ciò che succede è perché deve succedere.
La nostra personalità non capisce, ma l'anima sì.

Tutto può succedere. E dovremmo dircelo ridendo.

lunedì 26 maggio 2014

"Gli altri" sono Anime!

Vi è mai capitato di essere in un luogo affollato e rendervi conto di colpo che quelle che avete intorno non sono persone, ma Anime?

A me sta succedendo sempre più spesso di vedere la Bellezza di questa manifestazione terrena di anime che sono venute a fare un lavoro incarnandosi.
Si sono scelte il corpo adatto, il luogo, il tempo e la famiglia adatte per compiere la loro personale missione.

Autoritratto dell'autrice
Noi crediamo di non avere scelto nulla, di essere frutto del caso, ma non è così.

Quando impari a vedere che gli altri sono involucri che contengono un'essenza divina che vuole fare esperienza nella materia, allora non puoi più vedere il brutto, lo sfigato, il grasso, il polemico, l'antipatico, e così via.

Vedi solo che sono anime che stanno cercando di gestire i tre corpi (fisico, mentale ed emotivo) come possono, in base alla loro esperienza e all'età animica, al lavoro che devono fare per ricordarsi di Sé. Sono spesso anime incastrate in corpi inconsapevoli.

Ma va bene così, non dobbiamo avere la pretesa di aiutare le persone a svegliarsi, perché non è detto che siano pronte.
Il solo vedere ciò, però, ti commuove. Ti vengono le lacrime agli occhi e vorresti abbracciarli tutti e gridare loro: "Quanto siete belli!"
Autoritratto dell'autrice 

Quindi, quando siete di fronte a chicchessia, ricordatevi che dentro quel corpo, dietro quell'agire, il parlare, il gesticolare, oltre quei pensieri ed emozioni c'è un'Anima.
Siete due Anime che entrano in contatto.

In mezzo alla folla, siete circondati da Anime!
Non è bellissimo?

venerdì 23 maggio 2014

Quando attiri bene

Sappiamo di essere responsabili al 100% di ciò che ci accade, sia ciò che ci piace sia ciò che non ci piace.

Quello che ho notato è che quando si fa un lavoro su di sé da tempo si rischia di finire per notare più le cose "negative" che quelle "positive" tra ciò che ci attiriamo.
Foto dell'autrice

Siamo talmente ossessionati dalla guarigione dalla sofferenza a tutti i costi che rischiamo di concentrarci solo sull'osservare/indagare cosa ha creato episodi di dolore che riemerge o persone conflittuali, dimenticando di ringraziare noi stessi (in quanto creatori divini, una sola cosa con Dio) per aver attirato bene.

Dobbiamo imparare ad accogliere le cose belle complimentandoci da soli per aver lavorato bene, invece che cazziarci di continuo perché alcune ancora non vanno come vorremmo.

Qualsiasi cosa bella ci capiti - grande o piccola che sia - è un miracolo e dovremmo celebrarlo. E più lavoriamo su noi stessi più le cose macroscopiche vanno a posto.
Sì, proprio le macroscopiche.
Nelle microscopiche ci saranno sempre piccoli intoppi e fastidi, giornate di malattia, episodi di nervosismo.
Foto dell'autrice

Dobbiamo arrenderci all'evidenza che non possiamo agire su tutto perché gran parte della nostra creazione è inconscia.
Ma quando il livello vibrazionale comincia a salire davvero assistiamo a cambiamenti macroscopici nella nostra vita. A volte sono graduali, a volte improvvisi, ed è importante continuare a stupirsi.
Lasciamo entrare la gratitudine e lo stupore ogni volta che attiriamo bene.
E' la porta per attirare sempre meglio!

giovedì 22 maggio 2014

Prenderla come viene

Sembrerà banale dire che le cose andrebbero prese come vengono, ma è esattamente il contrario di ciò che siamo abituati a fare.

Se chiediamo qualcosa e quel qualcosa si presenta nella nostra vita, non è comunque abbastanza (e aggiungete voi: bello, divertente, culturale, sportivo, soleggiato, nutriente, dietetico, ecc…).

Arriva un nuovo amico ma presto ci rendiamo conto che uscire con lui non è divertente come immaginavamo, arriva un partner coinvolto ma magari continuiamo a pensare che non tutto di lui ci va a genio, arriva un nuovo lavoro ma non ci piacciono i colleghi o presto ci viene a noia, andiamo in vacanza nel luogo a lungo sognato e non siamo soddisfatti dell'alloggiamento o del cibo e ci manca casa… 

Foto dell'autrice
Spesso poi cominciamo a precorrere i tempi, la mente si proietta nel futuro e passiamo il tempo a preoccuparci di: come scaricare l'amico che giudichiamo noioso, cercare di cambiare il partner in base alle nostre aspettative, ad angosciarci perché vorremmo lasciare il lavoro che non ci soddisfa ma temiamo di restare senza soldi e quindi di finire sotto un ponte, protestare con l'agenzia di viaggi che reputiamo responsabile delle nostre vacanze deludenti.

E' FOLLIA!

Invece di goderci i momenti per ciò che sono, quando ci sono, scappiamo sempre in avanti, vogliamo di più, ci lamentiamo di non avere mai abbastanza, di essere delusi, insoddisfatti.
E' un circolo vizioso da cui non si esce se non restando nel Qui e Ora.
La Presenza nel momento, il prendere tutto come un dono, come un attimo che non torna più e sarà per sempre perduto se non lo viviamo intensamente, assaporandolo con l'anima, la gratitudine per l'essere vivi e per essere lì a fare quell'esperienza sono l'unica salvezza.

Quanti attimi della nostra vita ci siamo persi perché troppo preoccupati di qualcosa al di fuori di quel momento?

Foto dell'autrice
Ogni volta che facciamo resistenza al momento presente non solo non viviamo e soffriamo, ma dovremmo considerarla una sorta di  bestemmia.
Stiamo insultando la Vita che ci sta offrendo se stessa!
Stiamo dicendo di no alla Vita!

Prendere ogni attimo come viene è VIVERE davvero.
Quello che c'è dietro l'angolo non lo sappiamo.
L'unico momento per vivere è ADESSO.

E ben presto, quando si prende coscienza di questo, si scopre che ci si sta divertendo un mondo e davvero si vede ogni attimo come perfetto. E la Gioia fa capolino dentro di noi per non lasciarci più.

mercoledì 21 maggio 2014

Quelle cose che non puoi ignorare

Ci sono cose che la vita ti presenta, e specialmente quando ti accadono dopo aver fatto un lungo lavoro su te stesso, comprendi che non le puoi più ignorare.

Quando senti vibrazioni potenti emanare da qualcuno, un'energia formicolante e calda, una forza magnetica e benevola, la prima cosa da fare è osservarla. 
Osservare la tua reazione a ciò che senti. Indagare se esiste una forma di resistenza - conscia o inconscia - all'energia che ti sta arrivando, se il mentale si sta mettendo di mezzo con domande o critiche, o dubbi razionali per fare da barriera.
E osservare se quell'energia vibra sui primi due Chakra, quindi a livello sessuale, o se è qualcosa che coinvolge anche il cuore e il plesso solare. Se è un'energia di espansione, di apertura, o solo un richiamo istintivo.
Foto dell'autrice

Quando hai tolto di mezzo le barriere mentali, mettendole a tacere o ignorandole, puoi provare a stare in quel sentire, godertelo in silenzio, passarci del tempo, coccolarlo, accoglierlo finché non senti che è davvero per te, perché non puoi ignorarlo. 

Le vibrazioni potenti emanate dalle persone attorno a noi sono sempre un segnale che stiamo attirando bene.

Se una persona ci fa stare bene è perché indubbiamente ha vibrazioni più alte delle nostre, emana più benessere, più centratura. In realtà questa cosa non viene davvero dall'esterno come siamo portati a credere.
Sappiamo che tutto parte da noi, tutto è creato dalle nostre vibrazioni.
Quindi, quando creiamo all'esterno qualcuno che ci fa stare bene possiamo avere la certezza che ce lo siamo creato noi, e la vita ci sta facendo vedere a che punto della nostra evoluzione siamo arrivati.

Stessa cosa quando incontri qualcuno con cui sei a proprio agio, che senti di conoscere da sempre, con cui basta uno sguardo per capirsi, perché evidentemente quell'anima l'hai già incontrata in una vita precedente e per qualche ragione karmica vi siete dati appuntamento sulla Terra per fare un percorso insieme. Magari pochi mesi, un paio d'anni, ma se c'è profonda affinità è sicuro che lì c'è qualcosa per te.

Foto dell'autrice
La gratitudine è la prima cosa da esprimere quando ti rendi conto di questi eventi.

Non importa cosa ti dice la mente, non importano i se e i ma, le paure, le aspettative, i dubbi, le paure.

Se senti affinità e vibrazioni positive lì c'è qualcosa per te e la vita te lo sta offrendo su un piatto d'argento. Anzi, d'oro massiccio!
Ignorarlo significa dire no alla vita, dire no alla Legge di Attrazione, dire no all'evoluzione, al nuovo. Significa rimanere nella stessa vecchia minestra rancida per sempre.



lunedì 19 maggio 2014

Coccole e Presenza

Forse molti non lo hanno mai notato, ma si può esercitare la Presenza nel Qui e Ora anche nelle coccole.

Quando abbracciate qualcuno col Cuore aperto, potete percepire la vostra energia e quella della persona tra le vostre braccia.
Sentite il calore emanato da entrambi i corpi.
Ascoltate il respiro. 
Percepite l'odore della pelle, dei vestiti, dei capelli.
Foto dell'autrice
Avete la possibilità di porre attenzione anche su dove e come mettete le mani, cosa sentite sotto i polpastrelli. La pelle liscia, i peli, la consistenza magari un po' ruvida di una t-shirt.

Tutto questo è esserci. Percepire con tutto il corpo ciò che state facendo, con in più un sentimento di Cuore.
Se ci mettete anche la Consapevolezza di essere Voi, cioè un'anima che sperimenta la materia e i sentimenti attraverso un corpo fisico, potrete commuovervi comprendendo quale miracolo stia accadendo!

Le coccole sono un Portale verso la Presenza e la Consapevolezza del Sé.
Cogliete ogni occasione che vi si presenta per farlo.
Abbracciate di più.
Che sia un partner, un figlio o un parente, un amico o un animale domestico, abbracciatevi di più!
E fatelo in Presenza.

La qualità di quell'abbraccio sarà mille volte maggiore di un normale abbraccio di circostanza.
Sappiate che un abbraccio fatto in presenza con Cuore aperto e tutti i sensi attivi vi resterà per sempre.
Vi nutrirà l'anima nel profondo e resterà sempre con voi.
Tutto ciò che facciamo in Presenza, ogni sentimento provato in questa condizione resterà con noi anche dopo l'abbandono del corpo fisico.
E' l'unico bagaglio che avremo.

giovedì 15 maggio 2014

Azione. Non reazione.

Se fossimo più concentrati sul nostro Sé - cioè sull'anima -osservandoci, invece che sulla nostra mente - identificandoci con la personalità - potremmo decidere delle nostre azioni rimanendo centrati.

Nella vita quotidiana, le nostre sono più che altro reazioni. Pensiamo siano azioni nate da noi per un buon motivo, ma è quello che la mente si racconta da sola per non ammetter di non essere  libera.

Se fossimo davvero liberi, potremmo assistere agli eventi della nostra esistenza senza esserne coinvolti emotivamente, e decidere cosa fare - se agire oppure no - ma anche come agire.  

Foto dell'autrice
Una persona può decidere se intervenire durante uno scippo per mettere in fuga l'aggressore, ma tanto dipende da ciò che prova e da quanto è identificato con l'anima o con la mente.
Se lo fa con rabbia, imprecando contro il ladro, sentendosi paladino del bene, la sua è una reazione.

Se invece decide in base al suo sentire profondo che quella persona che scippa va fermata, senza giudicarla moralmente, allora la sua sarà davvero un'azione

Ogni volta che reagiamo a qualcosa o a qualcuno, stiamo dando potere alla nostra mente, quindi a un dittatore, di fare di noi ciò che vuole.
Se sappiamo di essere qualcos'altro, cioè un'anima incarnata, che va al di là di ciò che appariamo, di ciò che pensiamo, delle emozioni che proviamo, allora sapremo anche distinguere le reazioni automatiche di cui i nostri corpi (mentale, emotivo, fisico) sono schiavi.
Se siamo identificati con la nostra anima, la dittatura non ha più alcun potere su di noi.

Ogni volta che sentiamo emergere l'istinto di reagire, osserviamo. Prendiamo tempo. Stiamo in quel sentire. Solo dopo esserci stati potremo capire qual è la cosa giusta da fare. Potremo intraprendere un'azione consapevole.

Sappiate che quando una persona dice, orgogliosa, di essere un tipo istintivo, quindi vero, senza maschere, è uguale a chi le maschere le indossa più apertamente.
Se sei istintivo, è probabile che tu sia schiavo inconsapevole delle tue emozioni e quindi reazioni.

Bisogna saper distinguere tra istinto ed intuito.

mercoledì 14 maggio 2014

La forza della calma

Come dicono i Saggi, non puoi vedere con chiarezza attraverso l'acqua mossa
Se la superficie è increspata, o si è alzata la sabbia sul fondo intorbidendo l'acqua, l'unica cosa sensata da fare è attendere che l'acqua si calmi e la sabbia si posi nuovamente sul fondo.

Eppure, noi che crediamo di essere razionali, quando succede qualcosa che ci turba che facciamo? Annaspiamo nell'acqua creando solo confusione e poi ci stupiamo di non riuscire a trovare una soluzione giusta per uscire dal problema!
Foto dell'autrice

Quando sentiamo emergere il panico, la preoccupazione, l'ansia, o qualsiasi cosa ci turbi, dobbiamo ricordarci di stare in quel sentire. Attendere che il turbinio di paura, anticipazione, pensieri ossessivi, e quant'altro si plachi come l'acqua di uno stagno.
Osservarlo come osserveremmo uno stormo di anatre prendere il volo dallo stagno, e vedere pian piano l'acqua farsi calma e piatta.

In quella calma, solo in quella calma, possiamo trovare una soluzione, una risposta a una domanda che ci siamo posti, un'alternativa valida.

martedì 13 maggio 2014

Fare il salto

Quante volte nella nostra vita vorremmo ma non osiamo? Il nostro cervello rettile ci intima di stare fermi, oppure di scappare per non soccombere.

Magari la cosa giusta, la svolta, il lavoro sognato, la persona che fa  per noi, l'evento rivoluzionario stanno dietro l'angolo. Ma noi temiamo di svoltarlo. Come i bambini abbiamo paura che ci sia l'Uomo Nero che ci acchiappi e ci mangi.

Foto dell'autrice
E' normale avere paura davanti ai cambiamenti, il nostro corpo non li ama, e nemmeno la mente. La mente preferisce crogiolarsi nella solita cara minestra riscaldata perché è più confortante. Magari è terribilmente insipida, ma per essa è sempre meglio del nuovo, che chissà quanto potrebbe essere piccante!

Ma per timore di farci male, ci facciamo ancora più male, rimanendo ad annoiarci, stanchi e demotivati, nel nostro solito cantuccio. Che puzza di muffa, ma è pur sempre casa, pensiamo…

La grande opportunità sta nel riconoscere che abbiamo paura e affrontarla. Guardarla negli occhi e poi buttarsi. Come tirare un sospiro e poi svoltare l'angolo dove temiamo ci sia qualcosa di brutto. Per scoprire invece un mondo nuovo, meraviglioso.
E se poi, invece, là dietro non c'è nulla di interessante, avremo la bella sensazione di averci almeno provato. Che è meglio del rimpianto di non averlo fatto. 
Anche questo aiuta l'autostima.

Come dice quel vecchio detto Se vuoi qualcosa che non hai mai avuto, devi fare qualcosa che non hai mai fatto.

Foto dell'autrice
Ogni vero guerriero sa che essere coraggiosi non è non avere mai paura, ma fare le cose nonostante la paura. Solo così si può sconfiggere. Passandoci attraverso.

Se invece continuiamo a non svoltare l'angolo non potremmo mai vedere, sperimentare qualcosa di diverso, e quindi anche di meglio. Sarà inutile lamentarsi di quanto sia banale quella strada ormai conosciuta fin troppo bene, se non abbiamo il coraggio di cambiare tragitto.

Fare il salto ad occhi chiusi è importante. Perché chiudendo gli occhi - il nostro maggiore punto di riferimento che si collega alla mente - possiamo affidarci al cuore, alla luce interiore, alla voce che ci sussurra che ci possiamo tranquillamente buttare e la vita ci sosterrà. Fermando la mente, non ci diremo tutte quelle bugie che ci diciamo da soli per non ammettere che ce la stiamo facendo sotto dalla paura. 

Ho paura ma mi butto. Perché ho fiducia. 




venerdì 9 maggio 2014

Osservare e osservare

C'è qualcosa che ti dà sui nervi?
OSSERVA.
C'è qualcuno che ti fa sentire in imbarazzo?
OSSERVA. 
Hai paura di una situazione?
OSSERVA.
Sei preoccupati per i soldi?
OSSERVA.
Ti annoi?
OSSERVA.
Sei nervoso, irritabile, irrequieto?
OSSERVA.
Hai voglia di scappare, di cambiare vita, lavoro, partner?
OSSERVA.
Ti giudichi un imbecille in certe situazioni?
OSSERVA.
Ti vergogni di alcuni tuoi comportamenti/reazioni?
OSSERVA.
Autoritratto dell'autrice
Hai un senso di mancanza?
OSSERVA.
Hai una dipendenza?
OSSERVA.

Direte: Che palle questo articolo!
OSSERVATE.

Perché chi osserva, in realtà non siete voi (corpo fisico/mentale/emotivo, quindi anche personalità).
Chi osserva è il vostro Sé. L'anima. 

L'unico modo per capire perché funziona è sperimentarlo.
E' inutile scrivere un panegirico sull'osservazione - silenziosa e priva di giudizi - perché finché non lo si mette in pratica non si possono vedere i risultati. I quali, ovviamente, possono solo essere personali, diversi in ognuno. 

Ma il grande miracolo è che davvero noi cambiamo, e le persone, gli eventi, il mondo intero cambiano intorno a noi. Perché rispondono alla nostra nuova consapevolezza ed energia. 

Sperimentate l'osservazione.
La vostra vita cambierà.



martedì 6 maggio 2014

La Legge di Attrazione secondo Dante

Chi di noi non ricorda il celeberrimo verso del Canto V della Divina Commedia:

Amor, ch'a nullo amato amar perdona (…)?

Dante ha scritto quel verso con due letture possibili. La prima, più drammatica, è riferita all'amore fuori dal matrimonio, che i due innamorati, Paolo e Francesca, non potrebbero consumare e per cui vengono uccisi; la seconda ha a che fare con la famosa Legge di Attrazione, che evidentemente il Sommo Poeta conosceva bene.

Quello che Dante vuole esprimere è: non esiste che un essere che ama non sia a sua volta riamato. 
Quell'amato sta per amante, nel senso letterale: colui che ama.
Foto dell'autrice
Perché se amore dai, amore ricevi. E' una Legge universale.

Certo, non è detto che la persona oggetto del tuo amore corrisponda per forza, ma se tu sei Amore, l'Amore viene da te.
In qualunque forma. Prima o poi arriva. 
Perché il tuo Amore è una calamita.

Sii tu stesso l'Amore che cerchi.
E l'Amore risponderà.

Impara per prima cosa ad amare te stesso.
Perché se non ti ami, non puoi certo trovare l'amore fuori di te, da parte di qualcuno che sta all'esterno.

Come dentro, così fuori, dice una vecchia massima.
Amore dentro, amore fuori.




lunedì 5 maggio 2014

I giorni "storti"

Nel nostro modo di vivere la vita in base a reazioni, giudizi, fastidi, siamo portati a considerare alcuni giorni belli, altri brutti, in base alle nostre aspettative e alle emozioni del momento.

Se tutto va secondo i nostri piani ci sentiamo felici e pensiamo che la vita ci stia sorridendo perché ce lo siamo meritato, perché abbiamo fatto tutto come andava fatto e siamo stati premiati.

Foto dell'autrice
Ma se un giorno, nonostante il nostro impegno, qualcosa va storto, ecco che ricadiamo nel vittimismo e ci sentiamo perseguitati dalla sfiga.

In realtà, è l'Ego che come un bimbo capriccioso pretende solo giorni in cui splendiamo e veniamo ammirati, lodati, applauditi.

Per l'Anima, invece, c'è più da imparare nei giorni cosiddetti storti.
Perché quando qualcosa va storto abbiamo la possibilità di vedere. Vedere che energia stiamo usando, che pretese abbiamo nei nostri stessi confronti, quali sfide ci terrorizzano, quanto narcisismo stiamo accarezzando. 
Possiamo misurare la nostra aspettativa illusoria, la paura di fallire o di avere successo - che sono speculari - il senso fasullo di identità che ci illude di essere quella cosa che vogliamo dimostrare a tutti di essere, e se falliamo pensiamo di non esistere più. Di perdere la nostra identità.

Foto dell'autrice
Tutto questo è un dono.

I giorni storti sono lo specchio di ciò su cui ancora abbiamo da lavorare. Sono perfetti perché fondamentali per vederci davvero per ciò che siamo. Senza illusioni.

Solo da questa visione realistica di noi stessi possiamo cominciare a capire da dove cominciare a lavorare e perché.

Ad ogni giorno storto che viviamo dovremmo dire GRAZIE!