lunedì 30 settembre 2013

Come trovare pensieri freschi

Sappiamo ormai molto bene quanto la nostra mente frenetica ci condizioni. 
Viviamo immersi in un costante brusio fatto di flusso di pensieri vecchi, condizionamenti e convinzioni stratificati nel tempo, ossessioni inconsce.

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Quindi, le nostre forme-pensiero non hanno nulla di originale, anzi, è probabile che non siano nate nemmeno da noi. Le abbiamo agganciate dall'esterno e fatte nostre perché vibravano della nostra stessa energia di quel momento, ma una volta acquisite diventano parte della nostra forma mentis e non riusciamo più a liberarcene. Principalmente perché non le vediamo nemmeno!

Ci identifichiamo con le nostre forme-pensiero acquisite e pensiamo questo sono io, sono fatto così.

Per liberacene e finalmente avere dei pensieri nuovi, freschi, davvero nostri e autentici, possiamo osservarci.

In meditazione, ma anche in altri momenti della giornata, osserviamo i nostri pensieri stando nel presente. Poniamo l'attenzione sull'interno del nostro corpo, sulle sensazioni, sulla nostra energia, e lasciamo che il flusso di pensieri scorra davanti a noi come un fiume.

Immaginiamo di essere un osservatore tranquillo che siede ad osservare lo scorrere di un fiume. Vedrà i rami trascinati dalla corrente, i gorghi, il fango, la schiuma passare davanti a sé, apprezzando quella visione, senza giudizio.
Non esiste un fiume brutto o cattivo, c'è solo il fiume con il suo scorrere incessante.

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Stando nel presente sganciamo la mente, che è sempre nel passato o nel futuro. Solo il corpo è sempre e solo nel presente. Osserviamo la mente stando appoggiati nel corpo.

A poco a poco scopriremo che la mente si sta rilassando e abbandonando i vecchi pensieri ossessivi che bloccavano la nostra energia vitale in schemi rigidi senza sbocco.
Da questa mente rilassata riusciranno a nascere pensieri nuovi, creativi, prima inimmaginabili. 


venerdì 27 settembre 2013

Perché spesso i rituali non funzionano

A molti sarà capitato di fare dei rituali per ottenere qualcosa. Un desiderio che ci premeva, la casa nuova, un lavoro soddisfacente, la persona giusta in amore...
Sarà anche capitato che alcuni rituali non abbiano funzionato, oppure lo hanno fatto solo in parte; o ancora, hanno funzionato per una cosa e non per l'altra, ecc.

Ebbene, in realtà non sono i rituali in sé ad essere efficaci o meno.
La verità è che a monte si sta usando l'energia sbagliata.

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Se stiamo chiedendo qualcosa alla Fortuna, alla Vita o a qualche divinità, e lo facciamo con energia di supplica, con la paura di fallire, di non ottenere, ecco che il rituale non può funzionare.

Tutto parte da noi. Dipende da quanto crediamo in noi e nel nostro sogno, ma anche da quanto siamo attaccati al risultato. 
Più siamo attaccati all'idea che senza quella cosa o quella persona non saremo mai felici e realizzati, più ce ne allontaniamo.

Con la fiducia incondizionata in noi stessi - ma anche verso la Fonte e ai suoi doni - e con la convinzione che il nostro sogno è lì ad attenderci, ma che potremmo vivere bene anche senza di esso, ecco che il rituale per dare un aiutino ai nostri sogni funziona.

Ma è stata la nostra energia di fiducia a realizzarlo, non il gesto. 
Il gesto è un simbolo, nulla più. Non c'è niente di magico in una serie di gesti o parole focalizzati verso un risultato di qualche tipo.

La Magia è sempre e solo in noi. 

giovedì 26 settembre 2013

Siete capaci di vere relazioni con gli altri?

I Maestri insistono nel dire che per essere autentici dovremmo spogliarci delle identificazioni. 
Ovvero smettere di pensare io sono questo, io sono così... E cominciare a pensare solo IO SONO. 
Cioè riconoscere che noi siamo qualcosa che va oltre la forma.

Nel momento in cui finalmente riconosciamo la nostra vera forma spogliata di tutte le identificazioni, ecco che possiamo riconoscere l'IO SONO anche negli altri.
Perché comprenderemo una volta per tutte che esistono solo esseri e non forme.
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Quindi, anche se gli altri continueranno ad agire in base alle loro identificazioni, alle maschere e all'ego, ecco che la nostra consapevolezza di essere e basta non si lascerà più influenzare dai giudizi e dal senso di separazione.

Saremo consapevoli del fatto che di fronte a noi c'è comunque un Essere. A questo punto potremo sviluppare la vera compassione.
E solo provando la vera compassione potremo avere relazioni autentiche con il prossimo.
Saremo esseri che si relazionano ad altri esseri senza farsi fuorviare dalla loro forma.



mercoledì 25 settembre 2013

La meditazione secondo Marina Borruso

Che cos'è davvero la meditazione?
Molti sono influenzati dalla cultura indiana yogica che vede la meditazione come una disciplina anche del corpo, che all'inizio può risultare persino dolorosa.

Marina Borruso, che porta l'insegnamento di Eckhart Tolle in tutta Europa, invece è più accondiscendente.
Non si deve raggiungere uno stato particolare, secondo lei, ma stare. 
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Stare tornando a noi stessi.

Non si tratta per esempio di respirare in un certo modo, basta osservare il respiro che c'è, scrive, non si tratta di essere rilassati, ma di essere consapevoli del rilassamento o del non rilassamento che c'è.

Anche per ciò che riguarda la posizione del corpo, più che sforzarsi di mantenere una posizione, basta portare attenzione sulla posizione che abbiamo mentre meditiamo.
Stando così nel Presente, il corpo stesso pian piano si allineerà con lo stato di consapevolezza, con movimenti e assestamenti spontanei.

Liberando il corpo dal controllo della mente smetteremo di manipolare l'esperienza che stiamo vivendo.

Nella meditazione tradizionale la respirazione è funzionale a mantenere l'attenzione su di essa per non seguire i pensieri.
Ma secondo Marina Borruso anche la semplice osservazione di ciò che è, ciò che siamo in questo momento, è già efficace a sganciare la mente del suo flusso inarrestabile pieno di brusio.

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Persino la sonnolenza che a volte può coglierci mentre meditiamo non è più vista come un'incapacità di stare con attenzione, ma può essere funzionale all'osservazione di quello stato particolare che ci ha colti.

Ogni cosa che accade in noi e fuori di noi andrebbe osservata.
Lì c'è il Presente, e il Presente ci porta a Essere.



martedì 24 settembre 2013

Liberare la vecchia sofferenza

Abbiamo sentito parlare molte volte del corpo di dolore, come lo chiama Eckhart Tolle.
Esso ci possiede perché non siamo in grado di lasciarlo andare, di liberare la vecchia sofferenza di cui è intriso, stratificata.

Ogni volta che sentiamo dolore, angoscia o turbamento non dovremmo lamentarci del fatto che stiamo di nuovo male.
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Quella è invece l'occasione per lasciar andare quell'inutile bagaglio che ci appesantisce.

Abbiamo l'occasione di vedere, sentire, osservare la nostra vecchia sofferenza che riaffiora.

Ricordate: ogni volta che stiamo male non è una male nuovo. 
E' sempre lo stesso dolore che si ripresenta perché non abbiamo ancora trovato il modo - o lo abbiamo momentaneamente dimenticato (succede!) - di tralasciarlo.

Immaginate che ogni volta che il disagio si ripresenta, che pulsa e urla dentro di voi, vi sta chiedendo di lasciarlo andare.
Non è più lì per farvi soffrire. Vi sta solo chiedendo di essere liberato.

Allora fermatevi ad osservarlo. Lasciatelo essere.
Se ne andrà da solo, perché se non reagite ad esso in nessun modo, non gli darete forza.

Con l'osservazione si trasmuta sempre l'energia pesante in leggerezza.

venerdì 20 settembre 2013

Perché siamo un paradosso

Secondo la fisica dei quanti, la materia non esiste. Ci sono solo elettroni. 

Quindi, anche il nostro corpo, che ci sembra solido, in realtà non lo è. Inoltre, sappiamo che è più liquido che solido. Insomma, noi siamo fatti di particelle in vibrazione nel vuoto, come ci ricorda anche Marina Borruso. 
In essenza, non è solido, non è liquido ma è vuoto vivo!
E' un campo energetico vibrazionale. 

Insomma, siamo un meraviglioso paradosso!

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Quando stiamo attenti a ciò che accade dentro di noi, in silenzio, vigili, possiamo percepire una vibrazione sottile, come un formicolio... Quella à Vita. 
E' la nostra vita che scorre, la nostra vitalità.
Noi siamo quello.

Non c'è un Io, lì. C'è solo il nostro campo energetico interiore.
E lì possiamo tornare ad ogni turbamento, ad ogni nervosismo.
Torniamo a casa. Nel nostro campo energetico.

Perché NOI SIAMO VITA CHE SCORRE. E basta. 

giovedì 19 settembre 2013

Fare come l'acqua

Spesso i pesi che ci sentiamo addosso ci portano a illuderci di poterli scaricare un giorno, nel futuro.

Ma sappiamo ormai che, come ripete incessantemente Eckhart Tolle, non esiste altro momento per essere sereni se non l'Adesso. 

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Un bell'esempio è quello dell'acqua. 
Immaginiamo una distesa d'acqua come il mare o un lago, e pensiamo alle onde. Esse si muovono sulla superficie facendo rumore, infrangendosi sulle rocce o sul bagnasciuga.
Ma se ci immergiamo al di sotto della superficie, ecco che tutto cambia.

Nelle profondità dell'acqua tutto è calmo. Non esiste rumore fastidioso né moto ondoso che disturbi la quiete.
Sotto la superficie c'è solo pace.

Ecco, la nostra vita andrebbe vista da questa prospettiva.
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Le preoccupazioni, l'ansia, il brusio mentale non sono altro che superficie. Ma sotto, dentro di noi, c'è la calma che cerchiamo.
Raggiungerla è semplice.

Basta soffermarsi sull'Adesso. Sul nostro respiro. Sulla nostra energia interiore. 
Qui e Ora.
Tutto il resto scompare e ritroviamo la calma.

mercoledì 18 settembre 2013

L'esercizio del lasciar essere

Un esercizio molto liberatorio che consiglio a tutti di fare:

Il lasciar essere.

Mentre sedete in attesa, magari in posta, o state viaggiando sul bus o in treno, invece di affannarvi a fare qualcosa per ingannare il tempo, sedete quieti. 
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Ascoltate ciò che avete attorno, le voci, i rumori, ma ponete anche attenzione agli odori che vi circondano, e alle sensazioni che vengono da voi. 
Lasciate essere ciò che è, ciò che accade attorno a voi ma anche dentro di voi.

Se qualcuno fa o dice qualcosa che vi irrita, che vi farebbe reagire con un giudizio o con un moto di stizza, lasciate stare. 
Lasciate che ciò che accade accada, e lasciate stare i giudizi. Sforzatevi di osservare stando nella quiete. 

Siate semplici spettatori.

Pian piano, riuscirete a fare questo esercizio anche quando siete in conflitto con qualcuno. Scoprirete che reagire al conflitto non sarà poi così automatico e che riuscirete a lasciar essere quell'energia che si addensa senza trasformarla in lotta.

Questo alleggerirà moltissimo la vostra energia, e di conseguenza la vostra vita.



martedì 17 settembre 2013

La verità del dolore è il tuo compiacimento

La nostra sofferenza emozionale nutre il nostro Ego, perché essendo mentale, è pura forma. Il nostro senso di sé ha bisogno di riconoscersi in una forma.

Il dolore è un'identificazione che difficilmente riusciamo a riconoscere, e quindi a lasciarlo andare. Pensiamo che del nostro dolore non siamo responsabili, che viene da altro, da fuori.

Il fatto è che la sofferenza emozionale diventa il nostro modo di pensare, di vivere, di vedere e giudicare il mondo. E la nostra stessa vita.

Se ci fate caso, per cultura ci compiaciamo della nostra sofferenza. 
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Una volta era dovuto alla religione. Il cristianesimo è infarcito di concetti legati alla santità della sofferenza, alla sopportazione del dolore come porta del Paradiso.
Poi sono arrivati gli intellettuali pessimisti che hanno fatto del male di vivere una misura della loro profondità e della loro lucidità verso la vita in sostanza.

Ma i Maestri spirituali ci fanno presente che l'identificazione è una forma creata da noi, e l'unico modo per rompere la dipendenza psicologica e il nostro compiacimento verso la sofferenza è osservare i nostri pensieri, i nostri schemi.

Se smetti di identificarti nella persona sofferente e ti concentri invece solo sulla pace che appare in assenza di pensieri, se comprendi davvero che tutto è forma, illusione nata dall'Ego che vuole emergere a tutti i costi, sei libero.


lunedì 16 settembre 2013

Come affrontare le sfide della vita

Le sfide della vita non sono importanti in sé, ma sono un'importante occasione per imparare a guardarci dentro e trovare la calma.

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Quando di fronte a qualche situazione ci sentiamo ansiosi, preoccupati o nervosi, quello è il momento giusto per seguire il nostro respiro e non la mente, con i suoi pensieri tortuosi che ci proiettano fuori dall'Adesso.

Entrando nel campo energetico interiore, torniamo nel Qui e Ora e l'ansia, la preoccupazione a poco a poco non ci sono più. 

E' la paura che ci porta a reagire, impedendoci di fare la mossa giusta. La paura ci blocca e la vita pare incagliarsi. Le emozioni ci dominano e ci lasciano sfiniti.

Eckhart Tolle insite nel dire che tutte le sfide della vita, di qualunque tipo - sia che si tratti di eventi o di persone - si possono affrontare meglio tornando a dare attenzione al nostro campo energetico interiore. Osservandolo senza giudizio.

Da quella calma ferma, da quella attenzione consapevole potrà arrivare un fare o anche solo un essere che porterà armonia al tutto, spontaneamente. 

Smettendo di perderci in ansia e paure, ritroviamo la giusta risposta alla sfida ricevuta.


martedì 10 settembre 2013

L'esercizio del non fare

Nella cultura occidentale dell'azione, della produttività, dell'efficienza, il non fare pare un'inutile perdita di tempo. Quasi un sacrilegio.

Per noi, non fare al massimo significa prendersi una pausa caffè, fare un riposino, fumarsi una sigaretta. 
Ma anche queste cose in realtà sono fare.
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Marina Borruso, seguace di Eckhart Tolle, propone invece l'esercizio dello stare senza fare.
Non fare nulla. 
Non fare, senza alcuno scopo.

Bisognerebbe imparare a stare una mezz'oretta al giorno in vigile attenzione, sostando nell'attimo, ma senza fare alcunché.
Osservatevi e osservate il mondo, gli oggetti che vi circondano, senza giudizio, senza utilizzare la mente. Lasciate essere ciò che è.
Entrate in empatia con gli oggetti.

Scoprirete che uno spazio vi si allarga dentro, un silenzio pieno di consapevolezza, e di apprezzamento.

Se alla fine di questa meditazione si presenta un fare, dice la Borruso, sarà un fare consapevole. 
Imparerete un'altra qualità del fare. 
Sarete ispirati.

lunedì 9 settembre 2013

La vera illuminazione

Molte persone, erroneamente, pensano che l'Illuminazione sia qualcosa che appartiene al futuro.
Quando saremo più sereni, quando avremo compreso, trovato il Maestro giusto, la tecnica giusta. 
Quando avremo più tempo da dedicare a noi stessi e al lavoro spirituale...
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Eckhart Tolle, ci richiama alla semplice realtà delle cose, ricordandoci che l'Illuminazione è sempre e solo ADESSO.

Non è per forza uno stato permanente in cui ci comportiamo come guru. Spesso la raggiungiamo per brevi istanti.

Quando riusciamo a essere tutt'uno con un tramonto, nel silenzio della sera. 
Quando riusciamo a far tacere i pensieri che ci assillano.
Quando ci sciogliamo nel vedere il sorriso di un bambino o ci incantiamo a osservare un animale che ci fa tenerezza.
Quando sentiamo che non c'è da aver paura, che c'è solo fiducia, e Amore incondizionato.
Quando sentiamo, anche solo per un istante, di essere eterni e illimitati. Chi pratica la meditazione lo avrà sperimentato.

Insomma, tutte le volte che sentiamo il nostro cuore espandersi e siamo nel presente, senza preoccuparci per quello che faremo domani o per le notizie di guerra che vengono dal mondo, quella è Illuminazione.

L'illuminazione non è qualcosa di misterioso, e soprattutto non è nel futuro, spiega Eckhart Tolle. Lo stato di illuminazione non è distante, è qui.



mercoledì 4 settembre 2013

Cosa fa un maestro spirituale?

In occasione del rientro dalle vacanze, mi soffermo su una riflessione. 
Si parla spesso di Maestri spirituali, ma a volte si rischia di averne un'idea distorta, di idealizzarne la figura rischiando di rimanere delusi o di giungere alla conclusione che il vero Grande Maestro non lo abbiamo ancora incontrato.

Marina Borruso offre una spiegazione molto convincente su cosa sia davvero un Maestro.
Un Maestro non attinge alla sua conoscenza empirica, ma a quella universale, eterna, che ogni risvegliato è in grado di sentire, poiché il risveglio lo connette con essa.

In realtà, questa conoscenza è già insita in ognuno di noi, ma se siamo addormentati non possiamo attingervi.
Le parole di tutti i Maestri, di ogni tempo, cultura, filosofia o religione, si assomigliano tutte. Perché provengono da un'unica fonte. 

E questa è anche la ragione per cui ogni volta che ci vengono rivelate delle verità universali provenienti dalla Fonte, noi sappiamo riconoscerle per istinto. Sentiamo in noi espandersi una sensazione di benessere, di ritorno a casa, di dolce fiducia. 
Siamo nel Risveglio.

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Un Maestro, scrive Marina Borruso, è colui che ha tralasciato l'attaccamento a passato e futuro, che vive nel Presente. Non c'è più nessuna resistenza, in lui, a ciò che è. 
La sua vitalità influisce su di noi poiché da lui emana uno stato di quiete.
C'è intorno a questi esseri un campo energetico di consapevolezza che porge Presenza a chiunque gli stia intorno.

Un essere illuminato non è più identificato con la forma ma lo è con l'essenza, con la consapevolezza stessa, quindi con il Tutto, perché ogni cosa è in essenza animata dalla consapevolezza.