lunedì 3 dicembre 2012

Tornare nell'utero

L'anno scorso ho avuto l'occasione di sperimentare la cromoterapia. Durante le sedute mi venivano applicati fasci di luce colorata in diversi punti del corpo per rimuovere blocchi emotivi e tensioni. I punti sono quelli dell'agopuntura. 
A volte, durante il trattamento, ho sentito cerchi concentrici di energia inondarmi a partire dal ventre, per espandersi a tutto il corpo, altre volte sentivo dolore in alcuni punti trattati, e ogni volta rimanevo stupita dell'efficacia immediata di questa terapia. Forse sarò io più sensibile, ma un giorno, dopo aver saputo che secondo le mie risposte fisiche io soffrivo di un trauma prenatale, la cromoterapista mi disse che avrebbe cercato di rimuovere il blocco che ne derivava. 
Mentre mi trattava con i punti luce, a occhi chiusi ricordai le sensazioni intrauterine, la luce rossastra, il liquido amniotico che mi circondava, il calore, la calma silenziosa di quella tana. Quando riaprii gli occhi e glielo dissi ne fu molto colpita. Quasi nessuno riesce a ricordare la permanenza nell'utero materno. Quel giorno andai vai dal suo studio con la sensazione di aver fatto un bellissimo viaggio a ritroso per riconciliarmi con le mie origini, ero in pace.

Mesi dopo, mi trovavo a Saturnia, un magnifico luogo termale naturale con cascate sulfuree dentro piccolo vasche che scendono a valle come una scalinata monumentale. L'acqua è calda, bianco latte, e forma docce scroscianti in cui restare a farsi massaggiare da essa anche per ore. Mentre restavo a occhi chiusi a godermi quella sensazione benefica, sentii la necessità di inventarmi un rituale di rinascita. Cercai una vasca accogliente e un po' isolata, mi rannicchiai sul fondo in apnea e dissi a me stessa, in tono solenne:
Foto dell'autrice
"Oggi rinasco a nuova vita, oggi rinasco guarita, oggi rinasco me stessa". 

Quando emersi dall'acqua sentii che quello zolfo odoroso non stava purificando solo la pelle. 

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