venerdì 30 novembre 2012

Esistono le arti oscure? La mia esperienza.

Dieci anni or sono, quando ero appena fidanzata con l'uomo che avrei sposato, nella nostra compagnia di amici c'era una strana ragazza che diceva essere in contatto con delle entità non meglio specificate, e di essere stata una strega in una vita precedente. Io rispettavo le sue convinzioni, in fondo non avevo strumenti per verificare o confutare, ma c'era in lei qualcosa che a pelle non mi convinceva, e cercavo quindi di tenere le distanze, trattandola comunque con gentilezza.

Una notte d'estate, sola in casa, appena spenta la luce sentii arrivare uno strano formicolio, dall'esterno, che si allargò a tutto il corpo. Avevo la sensazione di avere addosso come delle formiche invisibili che mi succhiavano energia in vari punti contemporaneamente, specie lungo la schiena. Capii che c'era qualcosa di oscuro che mi stava accadendo, d'istinto ebbi la certezza che qualcuno mi stava succhiando energia con qualche tecnica a me ignota.
Mentre, paralizzata dalla paura, tentavo di non perdere la lucidità facendomi prendere dal panico e urlare, udii chiaramente un lamento femminile disperato, lì nella stanza accanto a me, e la gatta che mi dormiva accanto sussultò spaventata. Anche lei aveva sentito questa presenza.
Capii che si trattava della strana ragazza, era un vivente a lamentarsi, riconobbi il tono di voce nonostante fosse solo un breve mugolio. Non so in che modo fosse riuscita ad arrivare a me con il corpo etereo, ma mi concentrai sulla mia luce interiore, le parlai con la voce della mente, le chiesi di lasciarmi stare e immaginai di essere uno specchio che rifletteva la sua malvagità.

A un tratto quelle piccole bocche fameliche e invisibili che continuavano a tormentarmi cessarono. Riuscii a dormire, ma la sera seguente, nonostante tenessi la luce accesa nel timore che quanto era accaduto si ripresentasse, ecco il formicolio tornare, e d'un tratto, al colmo del terrore, percepii l'energia di un corpo invisibile rannicchiato contro di me, di spalle. Ma questa volta ero preparata e di nuovo parlai alla persona in questione, di nuovo cercai di riflettere ciò che mi veniva inviato e la cosa cessò per sempre.
Foto dell'autrice
Non so che livello di conoscenza di arti oscure avesse quella ragazza, ma posso testimoniare che, evidentemente, esistono. Non ho mai capito cosa l'abbia spinta a fare ciò che ha fatto, probabilmente era invidia per la mia felicità di allora, poiché stavo vivendo un bel periodo.
Purtroppo, nella mia vita mi è capitato diverse volte di vedere gente invidiosa della fortuna altrui, tanto da agire per tentare di distruggerla, ed è qualcosa che ancora mi lascia basita, perché non fa parte della mia natura.
Più ci circondiamo di persone felici meglio staremo, penso. Perché scegliere l'odio, investirvi tempo ed energia? Non è meglio l'armonia?  Sembra una frase ovvia e banale, però poi basta guardare come va il mondo.
Pare che la gran parte dell'umanità non ne voglia ancora sapere, di armonia e amore universale. Ma questo non è un buon motivo per seguire la strada più battuta. Ora e sempre, io scelgo l'Amore.

giovedì 29 novembre 2012

Ci nutriamo di conflitti? Riflessione sulla tv spazzatura.

Ultimamente mi è capitato, facendo zapping, di notare quanti strani programmi televisivi invadano la tv, e tutti incentrati sul conflitto. Programmi che sbandierano conflitti sentimentali e ripicche adolescenziali,  lacrime di rabbia e vergogna, gesti aggressivi per pura rivalsa e desiderio di supremazia sull'altro, insulti, parlarsi addosso, vittimismo, minacce, sbeffeggiamenti e umiliazioni...
Ogni volta ne rimango stupefatta e contrariata, specie quando si tratta di politici in tribune elettorali. Come si può ascoltare e poi votare gente che rappresenta non il popolo, come da Costituzione, ma il peggio dell'umanità? Ne provo persino fastidio, perché mi chiedo quale gusto ci trovi la gente a nutrirsi di tanto conflitto e cattiveria, quando già attorno a noi, nella vita quotidiana, ci sono spesso momenti di tensione e rabbia, magari sul lavoro o in famiglia.
Naturale che il primo pensiero di reazione sia: Ecco, il sistema sta cercando di mantenere basse le nostre energie per farci continuare a dormire, nel timore che l'umanità si possa svegliare davvero... 
In parte questo può essere vero, ma è altrettanto vero che è l'audience cha fa i programmi.
A un pubblico di gente risvegliata non verrebbe nemmeno in mente di impiegare il proprio tempo libero davanti a uno schermo in cui si vede gente vomitarsi addosso insulti e negatività, dando insomma il peggio di sé stessi.
Questi programmi non durerebbero un giorno sui palinsesti. Certo, nessuno ci obbliga a sorbirceli, dato che continuano a esistere, ma mi piace immaginare un mondo in cui il popolo un giorno decidesse che non ne può più di questa fogna mediatica in cui predominano i bassi istinti.

Sarebbe utile una riflessione collettiva sull'attrazione che le basse energie hanno ancora su di noi, intesi come massa.
I Maestri spirituali, e l'ho già scritto, dicono che tutto parte da dentro di noi, nulla è all'esterno, la realtà è una nostra proiezione, filtrata da innumerevoli sentimenti e ricordi calcificati nel profondo di noi, in modo così radicale da non essere facilmente estirpabili e soprattutto costituendo la nostra personalità, ovvero una maschera.
Crediamo sia normale reagire come reagiamo alle cose, troviamo ovvio provare certi sentimenti, anche distruttivi, e siamo pronti a giustificarli. Ma finché continueremo a trovare modi per nutrire quell'ego che ama i conflitti - perché nutrendosi di essi si rafforza ed emerge nell'illusione di vincere una battaglia che non c'è - il fascino ipnotico delle basse energie ci terrà in ostaggio impedendoci di vedere oltre.
"La mia pace inizia con me"

Tempo fa ho scritto a penna sul muro della mia camera da letto questa frase (vedi foto):

mercoledì 28 novembre 2012

"Mamma, c'è un angelo sul muro!"

Secondo i Maestri, il mondo visibile non sarebbe altro che una proiezione della nostra mente collettiva, che usa l'energia in modo inconsapevole per creare la cosiddetta realtà. Questa energia può essere chiamata in molti modi e manifestarsi sotto molteplici forme. Anche le religioni attingono da questa capacità di creare eventi, parlando di miracoli, angeli, apparizioni.

Qualche anno fa, ebbi l'occasione di partecipare a un rito a catena di invio e ricezione dell'energia benefica, in quel caso chiamata angelo. Non ho mai creduto alla figura cristiana dell'angelo con le ali che ci protegge, resto dell'idea che sia solo una corrente di energia benefica. Ognuno può chiamarla come vuole. Il rito consisteva nel ricevere a una tal ora, una volta soltanto, questo angelo, aprendo la finestra, accogliendolo con una candela accesa che sarebbe rimasta ad ardere per tutta la notte, e il giorno successivo, con una preghiera, si sarebbe inviato l'angelo a un'altra persona con tanto di indirizzo, la quale si sarebbe tenuta pronta per riceverlo.
Il giorno in cui avrei dovuto riceverlo, ero in attesa di sapere esattamente a che ora fare il rituale di accoglienza, e aspettavo una chiamata al telefono. Ero in cucina e mia figlia dal salotto mi gridò:
- Mamma, c'è un angelo sul muro!
Incuriosita, andai da lei, che mi indicò con il dito una figura inequivocabile proiettata sul muro verde acqua. Un gioco di luce e ombra provocato dal sole sui vetri e tra le tende, aveva dato origine alla figura stilizzata di un angelo di profilo che tanto di ali sottili come di libellula e le mani giunte.

Quel giorno ebbi la conferma di quanto l'energia dell'amore possa creare cose incredibili e meravigliose, e che arrivano sempre al momento giusto. Inutile dire che successe solo quel giorno. Anche nelle stesse condizioni di luce, alla stessa ora, non ho mai più trovato angeli disegnati con la luce!

martedì 27 novembre 2012

Nulla è per caso

Capita a tutti, ogni giorno, di pensare che se qualche oggetto intorno a noi non funziona bene o si rompe è un caso, una sfiga, o è venuto il momento di cambiarlo. Nessuno pensa mai a chiedersi: Che cosa in me, nelle mie emozioni ha influenzato questo oggetto? Che lezione mi sta dando?
Noi siamo un campo elettromagnetico, non siamo davvero solidi come pensiamo di essere, per la fisica quantistica siamo solo un agglomerato di elettroni. I pensieri e le emozioni sono solo energia.
E l'energia permea ogni cosa, viene assorbita dalle persone e dagli oggetti circostanti, specie da quelli che usiamo di più. L'auto, il computer, gli elettrodomestici di casa.

C'è stato un periodo in cui mi capitava spesso di avere una gomma e terra. Troppo spesso.
Pareva incredibile, ero sempre dal gommista che scuoteva la testa disperato forse chiedendosi chi mi avesse dato la patente, visto che il problema era che battevo sempre i cerchioni contro i marciapiedi, dal lato destro.
Un giorno lessi un articolo interessante che parlava proprio della nostra influenza inconsapevole sugli oggetti. Diceva che l'auto era un nostro specchio.
Ad esempio, il motore rappresenta il cuore, le gomme la capacità di avanzare nella vita. Sul lato destro per colpe che crediamo esterne a noi, sul sinistro per colpa nostra. Rimasi folgorata da questa rivelazione, perché da anni mi sentivo incompresa e frustrata dalla mia famiglia e la incolpavo del fatto che non riuscivo a esprimermi come avrei voluto, a vivere a modo mio, a realizzare ciò in cui credevo.

Poco dopo la separazione ebbi una  delusione riguardo a una persona. Un giorno mi trovai con la batteria a terra, da sostituire: scoramento.
Poi, un anno dopo, ero in una situazione di cambiamento, stavo lavorando sulle emozioni negative, sulle mie paure bloccanti, stavo cercando di aprirmi con fiducia ma sentivo ancora molti nodi che mi trattenevano dal volare in alto...
Un giorno misi in moto l'auto e questa fece un balzo avanti, il pedale della frizione rimase giù, il motore andò in panne e dovetti chiamare il carro attrezzi. Si era rotto il volano insieme al pedale. Un preventivo da accendere un mutuo... Mi chiesi subito cosa significasse. Stavo cercando di cambiare rotta, di buttarmi di più nelle cose senza timore. La frizione e il volano significavano quello.
A quanto pareva, ero ancora bloccata dalla paura, nonostante i miei sforzi. Ne parlai con un'amica che stava affrontando una separazione dolorosa. Lei mi guardò esterrefatta e mi disse che le si era appena rotto il cambio. Voleva cambiare vita ma i sensi di colpa e le incomprensioni con il coniuge la tenevano ferma e glielo impedivano.
Foto dell'autrice
Nulla è per caso, c'è una ragione per tutto. Poiché nulla è fuori di noi, dicono i Maestri spirituali. Se vuoi sapere la ragione di qualcosa che ti sta accadendo, guardati dentro.

lunedì 26 novembre 2012

Fa' che sia innocuo

Giusto un anno fa mi sono trovata quello che temevo fosse un nodulo al seno. Un giorno ho sentito una pallina dolorante accanto all'aureola del seno sinistro, che a me sembrava grande quasi quanto il nocciolo di una ciliegia. Andai subito dal medico che palpando disse : Hmm... Sembra grosso...
E qui ebbi la prima vampata di calore, un panico strisciante che mi tolse il fiato per alcuni secondi. Poi il medico sminuì dicendo che nelle donne invecchiando il seno duole di più, specie in menopausa. Menopausa? Invecchiando? Ehi, calma... In non sto invecchiando e non ho intenzione di andare in menopausa tanto presto!

Nel tardo pomeriggio stavo giocando a carte con mia figlia, di colpo mi prese una voglia incontrollabile di piangere e non riuscii a trattenere le lacrime. Ci volevano circa tre settimane per fare l'ecografia, e io pensavo all'angoscia di tutte quelle donne che aspettano questo momento come vivendo con la spada di Damocle sulla testa, e intanto ogni giorno che passa la paura, l'ansia crescono e diventano insostenibili. Temevo i pensieri pessimisti, ma scoppiai in lacrime abbracciando mia figlia, senza vergognarmi di mostrarle la mia fragilità di quel momento. Mormorai al Divino come un mantra: Ti prego, ti prego, fa' che sia innocuo, fa' che io possa veder crescere mia figlia, ha solo otto anni, ha bisogno di me! E ho ancora così tanti progetti per la mia vita...  Io voglio vivere! Accetto le sfide della vita, le accolgo a braccia aperte, ma ti prego fammi vivere!
Tra le lacrime mi guardai attorno: i miei libri, i tappeti cui tengo molto, la casa arredata da poco tempo con alcuni mobili di famiglia e altri costruiti da me... Ecco che ebbi la percezione della caducità, quel senso di vuoto e di smarrimento che prende alla gola e scava una voragine nel ventre. Ecco gli attaccamenti alle cose materiali, ma anche le domande esistenziali. -  Cosa lascerei davvero della mia essenza a mia figlia? Cosa rimarrà di me in lei, cosa sono riuscita a tramandare di buono e cosa no? Che percezione avrà di me tra molti anni?
Sentivo tutto il corpo pulsare pieno di dolore, di paura e ansia e sapevo che era peggio. Nei giorni seguenti parlai al nodulo, che mi faceva sentire il seno pesante e non smetteva mai di dolere, lo inondai di luce. - Piccolo mio, gli dissi, sei arrabbiato? Qual è il problema? Ti voglio bene, sei parte di me, facciamo pace. Ti chiedo perdono per qualsiasi cosa ti abbia irritato. Non l'ho fatto apposta.
Immaginai di coccolarlo come un bambino e per un po' parve dolere meno.

Un pomeriggio andai a prendere la bambina a  scuola ancora scossa da quella paura pulsante. Respiravo a fondo, ascoltavo il corpo per cercare di calmarmi. Passò una madre con il figlio per mano dicendogli: La maestra dice che non devi preoccuparti.
Di colpo sentii che era un messaggio per me. Ringraziai e sorrisi. Un paio di ore dopo, al supermercato, aprendo una rivista a caso, mi trovai sulla pagina dell'oroscopo che diceva, riguardo al mio segno:
"Ai primi di dicembre scoprirete che una vostra preoccupazione è infondata."
Ringraziai ancora, quasi scoppiando in lacrime: l'ecografia sarebbe stata il 2 dicembre.

Il giorno dell'ecografia ero seduta in sala d'attesa con la mia amica G. che si era offerta di accompagnarmi. Le dissi che avevo fatto un voto, anzi due: Se è innocuo giuro che vado a fare un viaggio spirituale in India, e smetto di mangiare carne per sempre.
Lei sorrise e disse: Per l'India non guardare me...
- Allora Bali?
- E quando ci andresti?
- Boh, e non so nemmeno dove trovare i soldi, ma...
- E comunque, cara mia, dire che non mangerai più carne non vale, perché tu già non la mangi volentieri, quindi non è un vero sacrificio. Non è come, per esempio, dire che non farai più sesso!
- Eh, no, cavolo, non voglio mica farmi suora, ci manca solo che faccio voto di castità per sempre...
Quando uscimmo dalla clinica, sospirai sollevata per il responso negativo, l'aria era stranamente tiepida per essere dicembre, c'era il sole che pareva sorridere con me. Alzai la testa verso di esso e dentro di me dissi grazie grazie grazie grazie grazie grazie grazie...

domenica 25 novembre 2012

Un tibetano a Trastevere

Il 31 dicembre dell'anno scorso, ero a Roma con amiche in occasione dei festeggiamenti di Capodanno.  Al mattino stavamo passeggiando per Trastevere, nell'atmosfera un po' da Quartiere Latino parigino, e a un tratto ci trovammo di fronte a un negozietto con una sola piccola vetrina che esponeva prodotti tibetani, dagli incensi alle bandierine, ai monili.
Entrando, vidi che era gestito da un vecchio tibetano magro e attempato, molto comunicativo e sorridente. Mentre era impegnato a dare spiegazioni a un paio di clienti, io e le mie amiche ci guardammo estasiate intorno, loro alla ricerca di anelli d'argento, io di qualcosa di particolare per ricordare quel breve viaggio in cui mi stavo divertendo un mondo.
C'erano bandierine colorate appese ovunque, ma le ho già, appese in salotto, c'erano incensi tradizionali, ma la mia attenzione venne attirata da un mucchio di japa mala (rosari buddisti). Ce n'erano di tutti i tipi, e in particolare rimasi indecisa per un po' tra due, uno fatto con semi tondi e ruvidi marrone scuro, l'altro con le perle di quarzo ialino, trasparenti come vetro.
Il vecchio tibetano mi si avvicinò con gli occhi che brillavano, l'aria da maestro spirituale sotto mentite spoglie e tanta autoironia, e con il suo forte accento mi illustrò le proprietà del quarzo. Decisi che preferivo quello, dato che ne ho già un altro di legno scuro simile a quello fatto di semi, che avevo preso anni fa in un tempio tailandese. Quindi, con il japa mala in mano mi avviai alla cassa. I
l vecchio mi guardò negli occhi e mi chiese se ero fidanzata, se volevo comprare qualcosa anche per un eventuale compagno. Gli dissi che no, ero single. Lui mi guardò con un misto di ironia e incredulità e mi chiese se davvero lo ero. Io, imbarazzata, dissi di sì, e lui sgranò gli occhi come per dire Sì, vabbè, raccontala a un altro... Io ne rimasi un po' turbata, e mi chiesi se c'era qualcosa che lui aveva visto in me e che ancora non mi era accaduto.
A quel punto, quando mi voltai per prendere il portafoglio, lui, che era accanto a me, mi sfiorò il coccige con la punta di un dito. Ci rimasi malissimo, ma dissimulai. Non potevo crederci. Mi ha toccato il culo!, pensavo.
Foto dell'autrice
Eppure, io le persone le sento, e sapevo che non era un viscido, che di sicuro aveva avuto una buona ragione per farlo, ma in quel momento ne ero troppo turbata.
Solo alcune ore dopo capii che mi aveva toccato il primo Chakra! Non so cosa volesse fare, forse voleva solo sbloccare delle energie represse che aveva in qualche modo sentito in me. In effetti, nei giorni e settimane seguenti la mia energia era alle stelle.

Quando uscimmo dal negozietto profumato d'incenso, ci avviammo per la strada in cerca di un ristorantino tipico. A un tratto guardai in alto, la facciata di un palazzo, dove c'era la targa con il nome della via. Via della Luce.
Era un ottimo segno,  il miglior augurio per quella fine d'anno e per l'ingresso nel 2012.

sabato 24 novembre 2012

Il potere dionisiaco della danza

Nella società odierna si sono perse le valenze archetipiche di molte cose, il contatto con la loro vera natura e con la loro simbologia profonda.
Ieri sera ho partecipato a una cena con molti amici e quando ad un certo punto mi sono trovata in pista con alcune amiche a ballare come una forsennata dei vecchi, memorabili pezzi di disco dance anni '70. Mentre danzavo ridendo, inventandomi figure e gesti, saltando, cantando a squarciagola, mi è venuto da pensare alla valenza dionisiaca del ballo in sé, non importa il tipo di musica.
L'energia che sprigiona il corpo con il movimento al ritmo della musica è un qualcosa che ci riporta ai nostri progenitori e allo sciamanesimo.

Gli sciamani malgasci dicono che non bisogna stare fermi troppo a lungo o i demoni si impossessano di noi. Da un punto di vista simbolico, possiamo dire che è vero che una persona che sta ferma, magari bloccata da un dolore, rischia di essere colta dal demone della depressione. La saggezza dei nostri avi ci stupisce sempre con la chiarezza delle loro intuizioni.

Tornando al presente, quando critichiamo la passione per i giovani per il ballo in discoteca, in realtà dimentichiamo che in sostanza il potere ipnotico della musica, specie di quella a ritmo sostenuto, ha derivazioni ancestrali che fanno parte del nostro DNA. Certo, ciò che manca loro è la consapevolezza che quel ritmo era già in uso anticamente per perdere le coordinate della mente e farla tacere, lasciando emergere la parte intuitiva  e creativa del cervello, entrando in contatto con l'anima, o spiriti che dir si voglia. Persino l'uso di droghe psicotrope e allucinogeni è parte della nostra eredità culturale antica.
Ma i nostri avi sapevano usarle ed erano a uso esclusivo degli sciamani e degli iniziati. Perdendo la nostra saggezza antica è rimasto solo lo strascico di qualcosa cui non riusciamo a rinunciare.

Sarebbe bello che ognuno di noi esercitasse questa pulsione in modo sano e gioioso almeno una volta ogni tanto, perché ballando i pensieri fissi, le piccole frustrazioni, le malinconie, i problemi quotidiani vengono scacciati dalla mente proprio come demoni, e nel movimento anche il corpo si scrolla di dosso quella rigidità portata dalla mente.
Un esercizio che mi piace fare, inoltre, durante il ballo, specie con quella musica ipnotica da discoteca (che personalmente non apprezzo), è sentirmi un tutt'uno con la musica. Rimanere ferma a occhi chiusi in pista, o al massimo ondeggiare un pochino, sentendo la musica penetrare ogni cellula del corpo, percuotendola come un tamburo, pulsando come qualcosa di vivo, e lasciando che siano le sensazioni personali a guidare il corpo.
Essere nel presente, nel Qui e Ora, un Osservatore Silenzioso che prende coscienza della musica senza giudicare. Essere la musica stessa. Un esercizio spirituale mentre il mondo proiettato là fuori danza inconsapevole dominato dall'Ego.

venerdì 23 novembre 2012

Esercitare la gratitudine preventiva.

Chi di noi non si è mai lamentato della propria vita, pensando di meritare di più, desiderando di più? Quanto volte la nostra mente è rimasta impegnata a macinare lamentele, autocommiserazione e biasimo?
La maggior parte dell'umanità pensa: Sarò felice quando avrò... Sarò felice quando troverò...
Come se la felicità fosse qualcosa che si raggiunge con gli obiettivi. Come se la gratitudine per l'abbondanza potesse esprimerla solo chi ha molto. A noi sembra logico, ma non lo è per la Legge universale.
La chiave di tutto è semplice, ma so che è difficile per chi pensa di avere poco o niente essere grato anche per quel poco. Eppure, la gratitudine preventiva è ciò che fa la differenza.
Joe Vitale scrive nei suoi libri che tutto ciò che entra nel nostro campo, ovvero succede nella nostra vita, è perché lo abbiamo attratto e vibra con noi in qualche modo.
Se vedi una Ferrari passarti davanti, invece di maledire il conducente pensando che è troppo fortunato, o peggio, che sarà sicuramente un disonesto che l'ha comprata frodando gli altri, di' grazie.
Se pensi che sia una cosa bella, grazie! Vuoi avere un bambino ma non ci riesci e vedi tante mamme con il passeggino o donne incinta intorno a te, invece di sentirti irritata o sconfortata di' grazie, perché la gratitudine attrae abbondanza.
Io l'ho sperimentato sulla mia pelle. Ogni mattino mi sveglio e ringrazio perché sono viva e in salute e per le cose che ho e anche per quelle che verranno, ogni sera prima di dormire ringrazio per la giornata e mi soffermo sulle cose migliori accadute. La gratitudine e la fiducia per l'abbondanza mi portano continuamente dei doni.
Desidero un certo tipo di T-shirt o un  nuovo paio di jeans ma di qualità? Ho fiducia che li troverò a un prezzo abbordabile, ringrazio e lascio andare. Pochi giorni dopo sicuro che trovo qualcosa in saldo o in stock, e di ottimi marchi.
Appena trasferita nella casa nuova, due anni fa, ho espresso il desiderio di trovare un cane al canile. Lo avrei voluto tipo Jack Russel o Beagle. In poco tempo l'ho trovato, è proprio un incrocio con un Jack Russel ed era lì al canile!
Quando ho cominciato ad avere dei problemi a causa della sua aggressività con i cani maschi, mi sono concentrata sulla sue buone qualità, e non sul problema. Pochi mesi dopo, ho avuto l'occasione di portarlo all'area cani, dove ha cominciato a socializzare, e dove ho trovato una persona che mi ha aiutato a tenerlo a bada con una semplicissima tecnica. Ora il cane è migliorato e non ho dovuto spendere un centesimo per un addestratore, e ho anche trovato molti nuovi amici! Inutile dire che ringrazio ogni giorno per questo.


Foto dell'autrice
Foto dell'autrice
Da quando ho cominciato a esercitare la gratitudine preventiva mi capita spesso di trovare cuori di ogni genere intorno a me. Pietre, petali, neve sciolta, buche nel cemento, persino briciole. Tutto a forma di cuore. 
So che è l'universo che risponde a modo suo facendo capire che non sono sola e sono sostenuta dall'Amore Universale. 
Un giorno sono andata a fare una passeggiata in campagna con due amiche, nel sole tiepido ci siamo sedute a gambe incrociate e abbiamo recitato il mantra: GRAZIE GRAZIE GRAZIE GRAZIE GRAZIE GRAZIE GRAZIE... 
La leggerezza e la beatitudine che derivano da questo semplice esercizio è ciò che fa la differenza tra una vita povera piena di lamentele e frustrazioni e una vita piena di doni e di felicità. 
Ciò che ancora non abbiamo ma che davvero ci serve per essere felici arriverà. E' già lì ad attenderci. Basta dire un grazie preventivo!




giovedì 22 novembre 2012

Quale incenso?

Vediamo incensi in vendita dappertutto, ne seguiamo affascinati l'aroma quando proviene da una bancarella o da un negozio, però poi ci capita di leggere un articolo di giornale che mette in guardia da essi perché sospetti di essere nocivi, responsabili di emissioni di polveri sottili e sostanze chimiche irritanti. Che fare?
Ho chiesto il parere di Mihaela Hututuc dell'erboristeria Il Mondo Alchemico di Chieri.
- Innanzi tutto, dice, tra gli incensi non certificati, il miglior modo di riconoscere quelli artificiali è... il mal di testa! Se ti viene, sicuro che non sono naturali.

Mi illustra i diversi tipi, e sono davvero tanti: i più comuni a bastoncino - che possono essere o meno infilati in un sottile bastone di bambù; i connetti, le resine in grani - che necessitano di un carboncino ardente; la carta aromatica - D'Eritrea e D'Armenie, che si brucia in un piattino; i palitos sudamericani; gli oli essenziali - con il relativo diffusore. Ma anche tra i più comuni ci sono delle distinzioni: oltre a quelli classici agli aromi e a quelli dal nome accattivante, tipo Spiritual Guide o Sai Baba, la gamma è sempre più varia e specifica per alcune discipline. Ci sono quelli dei Chakra, quelli per il  Reiki, gli ayurvedici, quelli ai Fiori di Bach, e per il Feng Shui. Tra gli incensi senza bastone di bambù compaiono quelli giapponesi e i tibetani tradizionali.
- L'importanza, dice Mihaela, è che siano prodotti con gli ingredienti classici, naturali al 100%. Cosa contiene l'impasto o masala? Miele, polveri di legni pregiati, oli essenziali, spezie e resine. Quelli composti secondo la ricetta vedica di 400 anni fa sono preparati seguendo le fasi lunari, i movimenti planetari e solari, e poi arrotolati a mano ed essiccati in modo naturale.
- Quindi, chiedo, c'è un incenso per ogni cosa?
Mihaela mi illustra. Ci sono incensi per lo yoga, la purificazione del corpo e dell'ambiente, per concentrarsi nello studio, per la preghiera, per i rituali religiosi, per la meditazione, per la pratica di discipline, e anche semplicemente per profumare la casa o creare atmosfera.

A proposito, il vero nome dell'incenso usato nelle cerimonie cattoliche è Olibanum. Tra le virtù benefiche: l'incenso mette in comunicazione con il trascendente, mantiene vigili, porta un momento di pace negli impegni pressanti, mantiene il suo aroma nel tempo e non stanca mai. Infine, rispetta la natura.

Se avete dubbi sulla qualità degli incensi che trovate nelle bancarelle non avete che da rivolgervi a un'erboristeria. Quelli che vi si trovano sono molto più cari, ma posso dire per esperienza personale che se sono garantiti dall'IFRA (International FRagrance Association - l'ente più autorevole al mondo per il controllo di qualità dei profumi) hanno profumazioni sublimi che persistono nel tempo senza alterarsi e davvero confortano il cuore, pacificano la mente e aiutano nella meditazione. Inutile dire che ne ho acceso uno mentre scrivo. Un grosso grazie a Mihaela Hututuc.

mercoledì 21 novembre 2012

Il Portale delle Fate

Il 31 ottobre 2009 - guarda caso proprio il giorno in cui secondo la tradizione pagana il velo tra i mondi si fa più sottile - mi trovavo in Valle Pesio (Cn) con amiche, in un luogo isolato tra i boschi, e mentre camminavamo chiacchierando, la mia amica E. ci disse che nei boschi esistono dei passaggi tra i mondi chiamati Portali delle Fate, creati dai rami che disegnano archi o architravi e che, se oltrepassati avendo coscienza di ciò che rappresentano, permettono di fare un salto di qualità nella propria vita, in pratica aumentano il livello vibrazionale del nostro essere.
Alcune di noi se ne andarono a passeggiare su un prato, io e lei ci incamminammo verso il torrente, attirate dallo scrosciare lieve tra i rami. Ci trovammo in una radura, mi voltai verso monte e - incredibile - un enorme, inconfondibile Portale era lì, innanzi a noi (vedi foto).
Foto di Enza Longo
Decisi di provare a fare un salto vibrazione e vi passai sotto. Dissi alla mia amica che avevo fiducia che qualcosa di bello sarebbe accaduto a breve.

Due settimane più tardi andammo con altre amiche a un incontro di sciamane da vari luoghi del mondo.
Quando una sciamana malgascia prese il tamburo e intonò un canto roco, cupo, ancestrale, ferino, qualcosa accadde dentro di me, e nulla fu più come prima. Mi aprì una porta, con violenza selvaggia, come un colpo d'accetta in pieno petto. A occhi chiusi mi lasciai trasportare da quel canto ipnotico e benefico, e un torrente di lacrime mi scaturì dagli occhi, incontrollato, lavando via tutte le stratificazioni di dolore, rabbia, impotenza, frustrazione, paura che si erano accumulati dentro me in trent'anni o più. Più piangevo e più mi sentivo sollevata, grata di quel dono di guarigione che mi si stava offrendo.

Rimasi in uno stato di pace tale che due giorni dopo, andando a portare mia figlia a scuola, mi resi conto di non riuscire a parcheggiare nelle strisce, quasi non avessi più la capacità di muovermi nello spazio. Guardai i volti delle persone attorno a me. Era una giornata uggiosa di novembre e tutti parevano tristi, grigi come il cielo e nessuno pareva accorgersi di essere semplicemente vivo.
Ecco il dono! Vidi il mondo dei viventi dal punto di vista dei defunti.
Avrei voluto gridar loro con gioia: Ma non vi rendete conto della fortuna che abbiamo a essere vivi? Guardate gli alberi, il cielo, l'erba, ascoltate il vostro cuore che batte, guardate negli occhi i vostri bambini!
Capii che il Portale delle Fate mi aveva davvero introdotto in una nuova dimensione, e la sciamana aveva toccato i bottoni giusti per rendere quel salto ancora più potente.

Da quel giorno imparai ad accettare gli altri come Maestri di Vita. Anche  quelli che ci fanno arrabbiare, che non sopportiamo, che ci mettono in crisi profonda. Ci stimolano a tirare fuori il meglio di noi, se ne siamo consapevoli. Nessuno viene nella nostra vita senza una ragione.
Capii che anche l'uomo che avevo accanto e da cui volevo separarmi era stato un grande Maestro perché mi aveva fatto capire dove stavo sbagliando, chi ero davvero, che cosa volevo dalla mia vita e soprattutto dove volevo andare, seguendo il richiamo selvaggio del mio vero Sé.

Pochi mesi dopo ci separammo raggiungendo un accordo di punto in bianco. Una tregua nella guerra che stavamo combattendo. Quella parte di me che aveva creato tutto il dolore era guarita.

martedì 20 novembre 2012

Il piccolo miracolo della banconota

Ieri ho ricevuto l'ennesima lezione dall'universo. Ero con mia figlia e dovevo darle dei soldi. Le metto la banconota in mano e le dico di metterla via, non guardo dove la infila.
Il tempo di andare in biblioteca e tornare, la banconota era sparita. Mia figlia mi ha detto di averla messa nella tasca del giubbotto, dove deve essere scivolata via infilandoci le mani.
Mi sono alterata, sgridandola perché non aveva pensato di metterla in un posto sicuro, ed ero anche arrabbiata con me stessa per non aver atteso di essere a casa per darle i soldi.
Da lì, nonostante sapessi che stavo montando un'inutile discussione e mi stavo riempiendo di negatività, i miei pensieri hanno agganciato la paura delle spese da sostenere, pensando al fatto che ci mancava solo di perdere dei soldi, che anche dicembre sarà un mese pieno di spese e che, con la perdita di quella seppur piccola cifra, avrei dovuto rimpiazzarla e quindi spendere altrettanto.
Di colpo, ho deciso di lasciar andare tutto. In palestra, mentre mia figlia faceva sport, ho aperto il libro che avevo con me in borsa, sugli insegnamenti di Eckhart Tolle, riguardo al Potere di Adesso, ovvero del Qui e Ora. Facendo attenzione a ciò che leggevo stando in uno stato di quiete e di non giudizio, sforzandomi di vivere il momento senza pensare a nulla, dopo pochi minuti era in pace totale con me stessa e i pensieri negativi non si agganciavano più alla mia mente. Il problema dei soldi persi non mi toccava più.
Dopo circa venti minuti, giunge il padre di mia figlia e mi porge una banconota con la stessa cifra. Io lo guardo senza capire, lui mi dice che me li doveva perché li avevo anticipati per del materiale scolastico.

In quel momento ho capito che l'universo stava rispondendo così: Hai bisogno di quella banconota? Eccoti la stessa cifra. Ora li puoi dare a tua figlia.
Così, nell'arco di meno di un'ora, mia figlia aveva di nuovo i suoi soldi.
Qualcuno la chiamerebbe coincidenza. Io no.
L'universo si prende cura dei dettagli. Ho lasciato andare le lamentele e tutto è tornato a posto.
Mi sono commossa quasi fino alle lacrime.
Dentro di me ho detto GRAZIE. GRAZIE DI CUORE.

lunedì 19 novembre 2012

Una recensione: "Expect miracles" di Joe Vitale

Ho appena finito di leggere il libro "EXPECT MIRACLES" di Joe Vitale, ed. Il punto d'incontro.
Rispetto ai due precedenti e più famosi "ZERO LIMITS" e "THE KEY", non aggiunge nulla di nuovo, ma pare essere un semplice ripasso dei suoi insegnamenti classici. La scrittura è sempre scorrevole e gradevole, ma mi sono mancate le citazioni che in genere Joe Vitale mette in abbondanza all'inizio dei capitoli. L'elemento che ho trovato più utile è il breve elenco in sette punti nelle prime pagine delle contro-intenzioni fondamentali. In effetti, riassumono molto bene le più comuni cause di insicurezze e conseguenti fallimenti. Se devo dare un consiglio a chi non ha mai letto i libri di Joe Vitale, che considero un vero Maestro, rimango dell'idea che i due precedenti siano imperdibili. Davvero fanno la differenza rispetto alle tante pubblicazioni di autoaiuto presenti sul mercato editoriale. Per esperienza personale posso dire che le sue tecniche, se applicate con costanza, funzionano.

domenica 18 novembre 2012

La Legge dello Specchio

Qualche anno fa mi trovavo in piena rimessa in discussione dei miei valori e delle mie potenzialità. Volevo a tutti costi separarmi da mio marito perché sapevo dal profondo di me stessa che non era più cosa ed ero decisa a trovarmi un posto tutto mio dove stare, nei dintorni, dato che mia figlia andava già a scuola.
Un giorno ero in montagna con mia cognata, e mentre passeggiavamo nel bianco abbacinante della neve ghiacciata che scintillava al sole come polvere diamantina sotto un cielo sereno, il suo cane nero che correva felice sollevando sbuffi di neve farinosa dietro di sé, le esposi i miei progetti.
Lei ascoltò paziente. Poi mi disse che stavo facendo il passo più lungo della gamba e che rimanere nei dintorni, cioè lontano un centinaio di chilometri dalla mia famiglia di origine, non era una buona idea. Credeva sarei rimasta isolata e in balia di legami che non volevo più, dato che potevo contare solo su  quelli.
Mi disse: "Torna da tua madre, là hai già una casa, lei ti aiuterebbe con la bambina e tu potresti trovarti un lavoro per essere indipendente." Certo, il ragionamento era condivisibile, ma mi diede una stretta al cuore. Pensavo alle mie amiche, al legame profondo che si era creato con loro, al posto in cui vivevo in senso lato, cioè la collina di Torino, che amo, ai paesaggi mozzafiato delle montagne innevate che si stagliano dietro i colli verdi nelle giornate terse e fredde, i boschi fitti vicino a casa, dove gli uccelli gorgheggiano così forte che potevo sentirli da casa, a qualche chilometro di distanza.

Pensavo al fatto che vivere a Torino era stata una scelta dettata dal cuore anni prima, quando dalla mia città di origine avevo scelto l'avventura di andare a vivere per conto mio, all'epoca in centro, ed era stata una grande conquista per una come me sempre piena di timori. Poi, sposare un torinese aveva confermato che il mio destino era legato a questo luogo, a questa provincia. Rivedermi con il pensiero a tornare alla vita della provincia profonda, in una città che mi era diventata estranea e che non mi mancava per nulla, al grigiore dei palazzi circondati dalla pianura, senza la presenza autorevole e maestosa dei monti all'orizzonte che paiono proteggerti in un abbraccio paterno...

No, era insopportabile. Eppure, tornando a casa dalla montagna, quel pensiero cominciava a scavare un solco, e mi dicevo che in effetti tutto sarebbe stato più semplice, anche se per l'affido condiviso novanta chilometri di distanza sono troppi e avrei potuto avere dei problemi con il coniuge. Ne parlai con mia madre, un giorno che venne  a trovarmi, camminando per le splendide colline che forse presto avrei dovuto lasciare. Lei confermò la teoria di mia cognata.
Disse che mi avrebbe lasciato anche la casa a disposizione e se ne sarebbe andata in un piccolo appartamento di nostra proprietà. Mi sentii meglio. Almeno per un po'. Ma i dubbi, le ragioni del cuore, tornavano a urlare dentro me. Non scappare, dicevano. Non trovare scorciatoie. Là non saresti felice.

Disperata, chiamai la mia migliore amica, la mia sorella d'anima, la mia consigliera saggia e spietata - come ogni migliore amica dovrebbe essere.
Andammo in campagna e ci sedemmo su un colle che dominava il paesaggio, in un sole tiepido di marzo. Le esposi tutto, cercando di essere obiettiva.
Lei ascoltò in silenzio, poi, con la sua voce vellutata e scrollando il capo mi disse:
"Tu stai ascoltando le sue proiezioni. Lei dice che per te è meglio tornare a casa perché forse è quello che farebbe lei al tuo posto. Ma se la ascolti, è perché quelle ragioni che ti stai raccontando sono a loro volta uno specchio di ciò che alberga in te.  Non è andando via che le cose cambiano, se tu non cambi visione delle cose stesse. Nulla è fuori di te. E' la Legge dello Specchio. E' solo rimanendo con quello che c'è, amando la tua vita qui e ora che puoi muoverti felice verso altri luoghi che desideri. Se invece vai via per insoddisfazione o per la paura di non farcela con le tue forze, ne rimarrai intrappolata per sempre."

Di colpo, la mia visione cambiò, vidi la cosa con così tanta chiarezza che mi sentii come se avessi fatto un balzo quantico di coscienza. La ringraziai, e già dal giorno seguente la mia vita parve migliorare di colpo. Niente più angoscia, solo la calma consapevolezza di avere la chiave per cambiare davvero vita. Da dentro. Decisi di apprezzare ciò che avevo, smisi di odiare la casa in cui vivevo con mio marito e di sentirmi in trappola, e cominciai a elencare le cose belle della mia situazione. Per esempio: era una casa in mezzo al verde, con le colline boscose davanti in cui echeggiavano i cinguettii degli uccelli di bosco, potevo andare a passeggiare nel fitto degli alberi facendo pochi passi a piedi, al mattino c'era il sole caldo che inondava la cucina.
Mi occupai di abbellire la casa con il mio tocco personale anche se sapevo che non ci sarei stata ancora per molto. Mi iscrissi a un corso di yoga, ricominciai a fare anche meditazione dopo anni, accendevo l'incenso, mettevo musica indiana nello stereo, accoglievo la sera la mia famiglia cucinando con il cuore, con quella musica rilassante in sottofondo.
Decisi anche che il mantra che raccontavo a me stessa e agli altri - cioè che la casa che avrei voluto affittare era troppo costosa per le mie possibilità che i prezzi erano troppo alti - era una palla che mi stavo raccontando. Sapevo che tutto è possibile, basta avere fiducia.
Così, stando nella quiete, lasciai andare il desiderio di trovare una casa come avrei voluto, compreso il prezzo dell'affitto. In pochi mesi, il miracolo avvenne.
Due settimane dopo aver avuto il nulla osta dal giudice per trovare un posto dove stare, la casa che avevo chiesto era lì ad attendermi.


sabato 17 novembre 2012

"Chiedete e vi sarà dato"

Riflettevo in questi giorni sul fatto che, nonostante alcuni miei desideri non si siano ancora avverati - pur continuando a lavorarci su - devo ammettere che la maggior parte di quelli espressi con il cuore nella mia vita sono stati esauditi.
Viene spontanea la domanda: Allora perché alcuni sì, specie quelli minori, e quelli grandi no? Beh, dalla mia modesta esperienza, ho notato che l'attaccamento al risultato è la cosa che frena di più l'accadimento. O, per dirlo in termini presi dalla fisica quantistica applicata alla spiritualità, il collassare di una possibilità nella realtà.

Mandare un desiderio all'universo, sapendo che è un desiderio del cuore, una necessità dell'anima e non dell'ego, e poi lasciarlo andare, affidandosi. Sapere che l'universo si prende cura dei dettagli, in effetti, è il solo modo di fluire nella vita.
Ma ci sono cose che ci prendono e non ci mollano più, passioni che ci sembrano del tutto naturali per il nostro essere e pare che siano lì lì per accadere e invece niente. Certo, c'è l'attaccamento al risultato, la paura di fallire, di non essere all'altezza, o che sia troppo bello o per essere vero.
Ma penso che ci siano anche delle prove che la vita ci manda, quando pensiamo di essere pronti e invece le cose ci dicono che non lo siamo ancora.

E poi ci sono le prove karmiche. E non ci puoi fare nulla. Devi avere fede e tenacia. E pazienza, quella che spesso mi manca. La parte infantile di me grida che vuole il risultato e subito.
Quando ripenso ai doni che mi ha fatto l'universo quando ho deciso di affidarmi, risulta chiaro che io non possa più pensare che non esista una intelligenza divina, un Tutto - anche se chiamarlo Dio non mi piace perché troppo riduttivo. Potrei chiamarlo Il Grande Spirito come i nativi americani, ma poco importa.
Ci sono stati momenti in cui di colpo mi sono trovata ad avere difficoltà finanziarie.
La prima volta dovevo pagare l'avvocato per la separazione da mio marito. Non avevo lavoro, in giro non ce n'era e avevo bisogno di denaro subito. Chiesi all'universo di aiutarmi. Dissi che non sapevo come li avrei trovati ma confidavo nel divino.
Ebbene, una settimana dopo mia mamma mi chiamò per dirmi che voleva vendere dei beni di famiglia inutilizzati. Ecco! Grazie!
L'anno seguente, avevo perso di vista le spese comprando dei mobili per la casa. Un giorno andai a pagare l'affitto e scoprii che i soldi del conto non bastavano. Ancora una volta, invece di andare nel panico, dato che era urgente, chiesi aiuto all'universo. Meno di un'ora dopo, ricevetti una proposta per vendere un piccolo magazzino di mia proprietà.

Ergo: è vero, sempre. Che l'universo si prende cura dei dettagli.

venerdì 16 novembre 2012

Perché questo Blog?

Questo diario online vorrebbe essere la mia personale testimonianza riguardo alla quotidiana ricerca - spesso faticosa - della libertà emozionale. Vorrei condividere le mie piccole gioie quotidiane, portare l'esercizio della gratitudine anche in queste pagine. La spiritualità - intesa come ricerca del risveglio - mi ha dato la possibilità di ricevere molti doni dalla vita, e di fare quei piccoli balzi quantici che mi hanno permesso di migliorare la vita da un giorno all'altro, facendo un  notevole salto di qualità.