domenica 9 dicembre 2012

"La forza della preghiera" - un piccolo libro illuminante

Pochi giorni fa, in un punto di book crossing, mi sono trovata tra le mani un tascabile intitolato La forza della preghiera, di una certa Rosmary Ellen Guiley, pubblicato a fine anni '90 da Sperling & Kupfer.
Aprendolo a caso, mi sono imbattuta in una frase tratta da una testimonianza:
"Ormai ero in grado di capire che le mie preghiere erano una forma di manipolazione. Esse provenivano da una vecchia consapevolezza, che mi spingeva a desiderare di esercitare un controllo, affinché le cose andassero in un certo modo. In realtà non mi fidavo che fosse all'opera un piano superiore, più vasto."

Mi sono resa conto di quante preghiere io abbia consumato credendo di poter ottenere qualcosa che desideravo con bramosia, nel timore che ciò non fosse abbastanza chiaro al Divino, e che potesse sfuggirmi. 
Foto dell'autrice
Questo tentativo di manipolazione, aggrappandoci con le unghie e con i denti a ciò che chiediamo per noi, spesso usando un'energia intrisa di disperazione, è proprio il modo più facile per non ottenere ciò che chiediamo. 
Infatti nel libro si dice che la Divinità risponde sempre, anche quando ci sembra che non stia rispondendo. Il silenzio è una risposta. Negativa.
Ma non ottenere ciò che chiediamo non è un fallimento. Bisognerebbe comprendere che con ogni probabilità il piano divino ha in serbo qualcosa di meglio. Questa è la chiave.
La cosa che più ho apprezzato di questo libro chea dire il vero, devo ancora finire di leggere, è che può essere considerato sincretico, poiché non insiste nel considerare una religione o un forma di preghiera in particolare come migliore o più evoluta di un'altra. 
Piuttosto, si parla di preghiera assertiva. La nostra vita è essa stessa una  preghiera, e la Divinità è spirito e non persona, luogo o oggetto, e agisce tramite noi piuttosto che su di noi, e nel momento in cui siamo in connessione, capiamo che siamo una cosa sola.
Quindi, invece che chiedere continuamente delle cose per noi, o fissarci su possibili soluzioni ai nostri problemi, basterebbe concentrarci a pregare in connessione con la Fonte e tutto ciò che è per noi arriverà. 
E qui mi torna in mente Zero Limits di Joe Vitale. Quando sei a zero desideri, totalmente in pace e in connessione con il fluire della vita, ogni bene arriva perché sei allineato con la Fonte.
L'altro problema è che spesso pensiamo, pregando, di non meritare in fondo la felicità cui tutti aspiriamo, anche in senso generico. 
Ciò crea una barriera.
Il libro, ha una bellissima risposta anche per questo:
"Bisognerebbe invece ricorrere alla preghiera partendo dal presupposto di essere degni di ricevere le benedizioni alle quali aspiriamo."

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