sabato 29 novembre 2014

Presentazione del mio libro

Sono lieta di informare i miei lettori che il mio libro La Via dell'arciere consapevole sarà presto disponibile su Amazon e in alcune librerie d'Italia. 
La prima presentazione avverrà a Torino. Le indicazioni sono sulla locandina qui sotto. Altre ne verranno, terrò i miei lettori informati! 

Ci tengo a precisare che questo non è un manuale di arcieria diretto solo a chi tira con l'arco, ma è un modo di vivere una disciplina sportiva dall'interno di noi, invece che puntando a risultati esterni ed effimeri.
Le tecniche di Risveglio della coscienza vengono applicate ai gesti, in totale Presenza.
Nel libro, inoltre, vengono utilizzate metafore arcieristiche per affrontare situazioni quotidiane, come ad esempio l'inseguimento degli obiettivi personali, la perseveranza, la fiducia, il coraggio, l'autostima.

Viene esplorato lo spirito guerriero, passando da San Galgano - monaco guerriero del XII secolo, al mito di Athena, e molto altro.
Viene sottolineata l'importanza del farsi strumento nella mani del Divino. Poiché non è l'arco lo strumento, ma l'arciere stesso!

Per ulteriori informazioni scrivete a: genavarigana@libero.it

giovedì 27 novembre 2014

Ipotesi di complotto e vittimismo

Girando sui social network è facile vedere quante persone sono preda della paura dei complotti, e passano il tempo a postare cupi articoli in cui si parla di massoneria, alieni, invasioni, stermini programmati, eccetera. 
Non ho intenzione di disquisire se tali complotti esistano davvero o no, perché non è questo il punto.

Il punto focale del problema, sempre più diffuso, è il sentirsi minacciati. Quando ci si sente minacciati da qualcosa di grande e oscuro, come un complotto mondiale massonico, il sentimento di partenza è il senso di impotenza.

Passare la vita sui social network a inveire contro chi ci minaccia, ergendosi a difensori della libertà, in realtà è un grido di terrore.
Significa che stiamo dando al mondo esterno - che è sempre una nostra proiezione interna - il potere di farci sentire minacciati, impotenti, piccoli, inermi.

Il fatto che poi qualche complotto esiste davvero non dovrebbe allarmarci, poiché complottare è tipicamente umano ed è peculiare dei governi, dell'oligarchia. I complotti ci sono sempre stati.
Complottisti - Autoritratto dell'autrice

Ma se una persona si sente minacciata da essi, dovrebbe cominciare a lavorare su di sé per sciogliere il senso di minaccia.
Il vittimismo tipico degli ossessionati dai complotti è una forma di Ego mascherata da salvatore dell'umanità.

La vittima, o chi si sente tale, sta richiedendo attenzione sulla sua paura perché è l'Ego a temere di morire. Identificarsi con la vittima di turno - anche in senso collettivo - significa dare all'Ego pane per i propri denti, poiché se esiste una minaccia "là fuori" il suo agitarsi lo rende più forte. 
L'Ego vuole sentirsi vivo, e non importa se il vittimismo fa perdere alle persone potere personale ed energia.

Il vero guerriero sa che la prima cosa da sconfiggere è la paura proiettata sugli eventi esterni. La minaccia esiste perché noi le permettiamo di farci sentire minacciati.
Possiamo anche decidere di agire consapevolmente contro un determinato complotto, ma mai con la paura che si agita in noi.

mercoledì 26 novembre 2014

Arco e Combat = Yin & Yang

Una cosa che sto sperimentando in questo periodo è che ci sono sport che paiono opposti e magari inconciliabili, perché troppo diversi - apparentemente - per tipo di energia e movimento, che invece si rivelano complementari.

Farò l'esempio del tiro con l'arco e il combat in generale. Il primo si può definire uno sport molto yin, piuttosto statico, silenzioso, meditativo, in cui non si richiede molta forza fisica - se non nelle braccia, oltre a un certo numero di libbre - né resistenza alla fatica.
Guantoni Muay Thai- Ritratto dell'autrice
Tutti gli sport di combattimento, invece, sono decisamente yang, con una forte carica di energia, richiedono resistenza alla fatica, contatto fisico con l'avversario, velocità d'azione. Sono di sicuro più rumorosi, sudati, insomma, più maschili.

Quindi, si direbbe che se una persona si sente portata per l'uno non può certo apprezzare l'altro... Non è vero!
Proprio perché il primo è statico, non è raro vedere arcieri in sovrappeso o che lamentano una pigrizia fisica, e sul lungo termine si nota che l'energia sviluppata da una sessione di tiro con l'arco è minore rispetto a uno sport più dinamico in genere.
D'altra parte, chi pratica sport di combattimento rischia - se non ben equilibrato di per sé - di incarnare solo aggressività e testosterone.

Se il simbolo del Tao è fatto di due parti complementari, lo Yin e lo Yang, è proprio perché l'equilibrio supremo si fonda su entrambi. C'è un po' di Yin nello Yang e un po' di Yang nello Yin.
Arciera outdoor - Ritratto dell'autrice

Se la riflessività e il silenzio interiore dell'arciere vengono portati nel combat, e il coraggio della sfida del fighter nel tiro con l'arco, ecco che il combattimento porta un tocco di sensibilità femminile, e il fuoco bruciante del combattente può smorzarsi un po' in sensibilità lunare; d'altro canto la staticità dell'arciere si tramuta in un fuoco indirizzato verso un bersaglio, e il suo ergersi sulla linea di tiro diviene più autorevole.

Guerrieri spirituali di tutto il mondo, trovate il vostro equilibrio!

martedì 25 novembre 2014

Quando la paura scompare di colpo

Una cosa che ho imparato dalla vita e dal lavoro su di sé è che non sempre è necessario lavorare su una specifica paura o su un blocco in particolare per scioglierli. 
Il lavoro di risveglio della coscienza, se fatto costantemente, a 360 gradi, porta dei risultati che vanno spesso al di là della nostra immaginazione. E di colpo scopriamo che paure e blocchi che ci condizionavano fino al giorno prima non ci sono più. Svaniti in uno sbuffo di fumo.


Pitone acquerellato - Foto dell'autrice
Fin da bambina ho sofferto di erpetofobia, ovvero paura dei rettili. Non potevo nemmeno vedere un'immagine di serpente su un giornale o in un documentario senza stare male, mi si contorcevano le budella dal terrore, sentivo i sudori freddi affiorare sulla pelle come se fosse stato lì dal vivo. Se aprendo un giornale vedevo un serpente ritratto, scattava in me la reazione di sorpresa e paura, e non riuscivo più a leggerlo.

Quando a vent'anni sono andata in Thailandia in vacanza, una sera in un bar un tizio mi ha battuto sulla spalla per farmi voltare nella sua direzione, e quando l'ho guardato il serpente che aveva intorno al collo ha avvicinato il muso nella mia direzione, tirando fuori la lingua. Dopo aver lanciato un grido di terrore, sono scappata tra la folla e di notte non riuscivo a dormire, ossessionata da quell'immagine. Quando alla fine sono crollata per la stanchezza, sono stata preda di incubi brulicanti di serpenti minacciosi. 

Poi, tanti anni dopo, più di dieci, stavo lavorando da tempo su me stessa, riscoprendo il mio senso del potere personale, l'autostima, l'autodeterminazione, invischiata in vicende familiari difficili che andavano risolte trasmutando le mie energie bloccate.
Un giorno, ad una festa estiva, mentre camminavo tra la folla con mia figlia per mano, ho visto da lontano un ragazzo con un pitone al collo. Immediatamente qualcosa nella mia mente mi ha detto: Alt! Ferma, lì c'è un serpente, non puoi passare!
I miei corpi fisico ed emotivo hanno risposto: Embè? Che problema c'è?
Di colpo, stupita, mi sono resa conto che il mio corpo non ne aveva paura. Era solo la mente che restava al tempo in cui i serpenti mi terrorizzavano, ma nel frattempo io non avevo fatto nulla per risolvere quella paura specifica. Era scomparsa, semplicemente.


Pitone in black - Foto dell'autrice
Ho sentito una forte attrazione per l'animale, volevo vederlo da vicino e toccarlo. E' emersa una voglia irresistibile di accarezzarlo. E dopo aver preso tempo, conversando con il proprietario dell'animale - per essere sicura del mio sentire - e aver scoperto che era una femmina di pitone reale di pochi mesi, di nome Persefone (se non ricordo male), l'ho toccato. 
E' stata una della più grandi soddisfazioni della mia vita. Toccare un serpente e non solo scoprire che non lo temevo, ma che mi piaceva! Accarezzare un pitone è una sensazione tattile unica, un misto di ruvido e vellutato, e gommoso. E' affascinante.

Quel giorno, evidentemente, ero pronta per fare un salto di qualità, scoprendo che avevo sconfitto un demone senza nemmeno scendere in battaglia con esso! 
Lavorate su voi stessi e vedrete accadere miracoli!

mercoledì 19 novembre 2014

Affannarsi è come annegare

Vedo attorno a me ancora tante persone che si affannano quando qualcosa va storto, o non sanno come gestire una situazione, un'emozione. Vogliono ottenere qualcosa e finiscono per impantanarsi in emozioni negative, ansia, nervosismo, impazienza. 

Sappiate che affannarsi è come annegare.
Cani al fiume - Foto dell'autrice
Immaginatevi di non saper nuotare. L'errore tipico è di cominciare ad agitarsi per restare a galla, con l'effetto contrario. Più ci si dibatte, in preda al panico, più si va a fondo.
Infatti, chiunque abbia fatto un corso di nuoto sa che la cosa migliore è restare a galleggiare sdraiati, di modo che la spinta dell'acqua ci sostenga.

Ogni volta che state per entrare nel loop dell'affanno, cercate di ricordare questa semplice regola: calma, respirare, galleggiare, lasciandosi trasportare dalla corrente
Se non ti affanni, la vita ti sostiene, proprio come l'acqua. Abbi fiducia.


lunedì 17 novembre 2014

Da perdenti a Nuovi Eroi

Sono sempre i dubbi, la paura di non farcela, di non essere all'altezza a trasformare persone piene di potenzialità in perdenti.
Il perdente non è chi non vince o chi non cade mai, è chi non prova nemmeno. 
Paglione a sorpresa - Foto dell'autrice
Chi getta la spugna alla prima difficoltà, chi si scoraggia perché le sue aspettative sono state deluse o gli si chiede di fare uno sforzo che gli sembra troppo grande.
Chi ha paura di fare brutta figura, chi si giudica inadatto, chi si lamenta dando la colpa a cause esterne.

Ma ci sono due ingredienti magici che ci possono trasformare da perdenti in nuovi eroi: Entusiasmo e Coraggio.
L'entusiasmo ci porta a buttarci con fiducia, gioia e creatività nelle imprese che sentiamo attrarci in modo irresistibile. Il coraggio è il portare avanti queste cose anche se all'inizio fatichiamo o abbiamo paura. Coraggio è anche fregarsene di venire giudicati, di cadere, di farsi un po' male. Perché l'entusiasmo è più forte.


Tiro nei boschi - Ritratto dell'autrice
Amore ed entusiasmo sono due emozioni superiori che vanno a braccetto, sono le due facce della stessa medaglia.
Quando sentite la grinta emergere dopo aver affrontato le situazioni con entusiasmo e coraggio, ecco che davanti a voi si spalancano possibilità e doni inimmaginabili fino a poco prima.
Perché entusiasmo e coraggio vi aprono le porte delle possibilità quantiche, e l'amore che provate mentre fate ciò che vi entusiasma non può restare inosservato al Divino.
E' una preghiera di attuazione. E' un dire sì alla vita e ai doni divini.

Allora, ecco che il perdente che eravate prima diventa il Nuovo Eroe della situazione.
Diventate gli Eroi della vostra vita!

giovedì 13 novembre 2014

Guerrieri e cani

Si sa che il sentiero del guerriero spirituale si fonda anche sulla Volontà, sull'allontanamento volontario dalla pigrizia, sull'abbattimento di schemi di comportamento che ci inchiodano nelle abitudini. Il Non c'ho voglia per un guerriero non può esistere!


Erba e cani - Foto dell'autrice
Quindi, un'azione apparentemente banale come portare fuori i cani la sera, con ogni clima possibile, anche il più estremo, nasconde una spinta a uscire dalla tana confortevole per affrontare ciò che si deve. Un cane è un impegno quotidiano, regolare, le sue necessità basilari non possono passare in secondo piano perché fuori piove a dirotto ed è l'una del mattino!
Un cane da portare fuori con un clima estremo è un invito a tramutare il mollusco che è in noi in un essere dotato di Volontà e abnegazione.

Inoltre, gestire un cane significa aver a che fare con una creatura reattiva ed istintiva che va tenuta a bada, condotta, che deve sentire la tua autorità per poterti obbedire.
Un cane lasciato a se stesso farà ciò che vuole, e per naturale inclinazione sarà lui a dominare sul padrone, con conseguenze spiacevoli e a volte potenzialmente pericolose, specie se il cane ha un carattere aggressivo.


Foto dell'autrice
Un cane ti fa da specchio per ciò che riguarda la tua capacità di autorevolezza, il tuo Potere personale, la capacità di condurre e non di venire trascinato. Un cane vivace di costringe alla centratura, un cane dominante ti obbliga a tirare fuori il tuo magnetismo. 
Sei tu che comandi. 
Il tuo cane è lo specchio anche delle tue paure e difficoltà, delle tue debolezze. Un cane che non ti ascolta ti sta dimostrando di non riconoscere la tua autorità, ma non è colpa sua. Sei tu il responsabile di non avere abbastanza Potere e Forza interiore per diventare il naturale capobranco.

martedì 11 novembre 2014

Esercizio per cuori rattrappiti

Ho sentito diversa gente lamentarsi di non essere in grado di provare vero Amore, di non amare abbastanza. Sentono di avere il cuore chiuso, bloccato, incapace di aprirsi al sentimento più alto. Spesso ci provano a sentire l'amore con tutto il cuore, dicono, eppure sentono che quel muscolo resta chiuso in se stesso. Credono di non esserne capaci, come se fosse qualcosa di irrimediabile.

Come fare, quindi, ad imparare ad aprire il cuore all'Amore?
L'amore nasce dall'apprezzamento, e dall'apprezzamento si passa alla gratitudine. Dalla gratitudine alla gioia di ciò che è, attenti a restare nel non giudizio.

Questo è il primo passo, quindi: soffermarsi sull'apprezzamento, nel profondo, sentendolo in tutto il corpo e anche nel cuore. Portate gratitudine nel cuore per quell'apprezzamento, portateci la gioia. Sentite queste emozioni superiori espandersi come un calore diffuso, che porta luce nelle vostre tenebre. Immaginate il vostro corpo rischiararsi dal di dentro alla luce di questi sentimenti.

Potete passare dalle piccole cose fino a quelle grandi, eventi e persone. 

Il secondo passo è l'accettazione totale, fondamentale. Niente elenchi mentali di ciò che ci piace di una cosa o una persona, solo accettazione per ciò che è.
Cercare di percepire questa accettazione e l'apprezzamento come qualcosa che non ha confini.
Se c'è un confine da qualche parte, il cuore non si può espandere nell'Amore puro. La sensazione del non avere confini porta anche a percepire nettamente che l'Amore non ha nemmeno un corpo, ma è qualcosa che trascende.


Rosa in tazza cinese - Foto dell'autrice
Il terzo passo è immaginare il cuore che si espande, aprendosi dolcemente e con fiducia come una rosa che sta fiorendo.
Respirate, portando questa immagine nel cuore, ad ogni respiro fate sì che la rosa apra un po' di più i suoi petali fino a spalancarsi del tutto. Come un dono che si fa al mondo. Una rosa toccata dalla Grazia divina. 

Certo è difficile, molte persone possono scoraggiarsi, continuare a sentire che, nonostante l'esercizio, il loro cuore continua a essere bloccato. Bisogna avere fede, lasciarsi andare, non preoccuparsi sentendosi incapaci di amare, perché quando si lascia cadere il giudizio su sé stessi ecco che il miracolo accade: un giorno succede qualcosa che vi fa sentire di colpo l'Amore. 
Anche senza un motivo apparente, in maniera del tutto inaspettata, si sente l'Amore in ogni singola cellula del proprio corpo.
Allora, in quel senso di alleggerimento, espansione, luce, chiarezza, profondo apprezzamento e gioia intrinseca, comprenderete che state amando. Avete scoperto di essere perfettamente in grado di provare Amore!

E' qualcosa che va al di là dello spazio, del fisico, del possesso. Semplicemente e in maniera del tutto naturale - cosa sorprendente! - proverete per una persona un amore sconfinato, che permea ogni singola cellula del vostro corpo (non solo fisico, qui si intendono i tre corpi), illuminandovi da dentro. E' luce divina, perché l'Amore non può che essere divino.
E succede alla fine di provare un'immensa gratitudine per il solo fatto in sé di sentirlo davvero.










lunedì 10 novembre 2014

Che cos'è la Forza e come percepirla

Ricollegandomi al precedente articolo sugli archetipi, e in particolare alla citazione di Obi Wan Kenobi, Maestro Jedi in Guerre Stellari, vorrei spiegare cos'è la famigerata Forza citata dai cavalieri Jedi.

Foto dell'autrice
La Forza è l'energia universale, non solo la forza interiore, ma qualcosa che trascende. Nell'Universo l'energia circola senza sosta e permea ogni cosa, vivente oppure no.

Se ci concentriamo sul nostro respiro, possiamo percepire questa Forza entrare dentro di noi e vibrare. Ma ascoltandoci bene, in profondità e nel silenzio mentale, ecco che ci accorgiamo che questa Forza entra in ogni singola cellula del nostro organismo e poi ne fuoriesce con l'espirazione.
Inspirando ed espirando in modo consapevole, possiamo davvero comprendere che questa Forza ci attraversa, entra ed esce da noi con il respiro, e non solo. Viene assorbita anche dal corpo intero attraverso la pelle. Se siamo attenti si attiva ogni volta che entra, vibrando in noi.


Foto dell'autrice
Quando in Guerre Stellari i Maestri Jedi dicono al proprio discepolo di percepire la Forza gli stanno insegnando a diventare permeabile ad essa, cioè all'energia universale che tutto regge e tutto può. Non c'è nulla di fantascientifico. 
Come per processo osmotico, il guerriero deve arrendersi senza paura al Potere cosmico e permettere alla Forza di attraversarlo, permearlo, fino a diventare un tutt'uno con essa. 

A quel punto, ogni cosa è possibile, poiché si diventa canale del Divino. Tra il Divino e la Forza non c'è nessuna differenza. Non esiste Forza senza Dio né Dio senza Forza. 
E un guerriero spirituale senza Forza e senza Dio non può essere tale.

venerdì 7 novembre 2014

Il richiamo dell'Archetipo

Quand'ero bambina sono rimasta folgorata dalla saga di Guerre Stellari (i primi tre film), ed un seme è stato piantato dentro di me, ma i frutti li ho cominciati a vedere più di trent'anni dopo.


Rielaborazione foto dell'autrice
All'epoca le due figure che più mi hanno colpito in profondità, restandoci in modo indelebile, sono state i due Maestri Jedi Obi Wan Kenobi e Yoda. La loro saggezza profonda, la calma imperturbabile e la grande forza interiore - unite al coraggio del guerriero - mi hanno conquistata per sempre, e negli anni a venire mi sono resa conto che in tutti i film epici le figure che più suscitavano la mia ammirazione non erano l'eroe o l'eroina di turno, ma il vecchio saggio, la sciamana, il maestro spirituale. 

E' come se già sentissi, anche se in modo ancora nebuloso, un richiamo, un modello da seguire, a cui aspirare, ma a livello della personalità credevo che fosse qualcosa di irraggiungibile, che nessuno nella realtà potesse diventare un cavaliere Jedi.
Eppure, era come un invito a seguire quella strada.

Ogni volta che un archetipo ti si scolpisce dentro lasciandoti un segno indelebile, ti sta richiamando a qualcosa che ti appartiene. Ti sta dicendo: Diventa chi sei.

martedì 4 novembre 2014

Elogio dell'epica

E' tipico dell'umano dormiente considerare migliore e consigliabile una vita tranquilla senza troppi scossoni o imprevisti, lunga e sempre uguale - praticamente una noia! - piuttosto che una vita magari breve, ma che lascia un segno indelebile nelle coscienze di altri umani.
Omero - Foto dell'autrice

Gli antichi, nelle società guerriere, pensavano che la cosa migliore per un vero guerriero fosse essere ricordato nelle canzoni epiche. 
Se da un punto di vista orizzontale questo può sembrare un mero tentativo di sopravvivere nel ricordo di chi resta vivo e poi dei futuri guerrieri - quindi un sorso di immortalità - dal punto di vista verticale, invece, è un modo per lasciare un esempio da seguire, una traccia netta che altri possano solcare, essere d'ispirazione per grandi imprese future. 

E' uno stimolo a trovare il proprio coraggio, a sfidare sé stessi in imprese che i pavidi addormentati considerano folli, letali.

Con questo non intendo sostenere che uno deve per forza morire in battaglia. Ma chiedetevi per cosa volete essere ricordati.
Quelli che per novant'anni hanno vissuto una vita al riparo da qualsiasi slancio creativo, che non hanno mai osato, che si sono crogiolati nella prudenza e nella banalità quotidiana ripetitiva?
Foto dell'autrice
O volete essere ricordati per aver fatto o detto qualcosa di nuovo, magari non nei contenuti, ma nel modo? Per aver dato il vostro meglio al mondo, con l'esempio? Per essere stati di ispirazione? 

Scegliete voi.

Il mio consiglio è: rendete la vostra vita epica, degna di essere ricordata come esempio da seguire, siate uno stimolo, non una ripetizione in serie di vite incolori.
Chi vive una vita senza rischi non può cambiare il mondo.