venerdì 31 ottobre 2014

Corrispondenze animiche

A volte capita di trovarsi in un gruppo di persone verso le quali sentiamo una forte affinità che va al di là dei gusti e degli atteggiamenti superficiali. Sentiamo per queste persone una vera e propria corrispondenza animica. 
E' come se ci conoscessimo da sempre, è la frase più comune. Non c'è bisogno di molte parole, bastano sguardi, gesti, o anche la sola presenza fisica nello stesso luogo per essere totalmente in sintonia.

In quei momenti comprendi a livello intuitivo e profondo che non è come se ci si conoscesse da sempre, ma la realtà. 
Senti di colpo emergere la sensazione netta, che è quasi una certezza, che ci si è conosciuti davvero prima di questa incarnazione. 

Foto dell'autrice - Disegni di Isara Graziano
La cosa meravigliosa ed emozionante è capire che ci si è dati appuntamento da qualche parte nel tempo per ritrovarsi tutti qui, perché evidentemente dovevamo finire un lavoro da svolgere in sinergia. 
Questo ti fa comprendere con fiducia che non esiste tempo né spazio che possa dividere davvero le anime, perché se c'è un appuntamento da rispettare, ci si ritroverà sempre e comunque, riconoscendosi, semplicemente.
Non esiste il caso, tutto è coincidenza significativa, ci sono trame divine che ci seguono, che ci sostengono per farci ritrovare al di là delle ere. Non è fantastico?

Questo è Amore. Riconoscersi, ritrovarsi con questo legame indissolubile che va al di là del tempo e dello spazio.

giovedì 30 ottobre 2014

Non darsi tregua

C'è una tendenza in alcune persone a non lasciarsi stare, a martellarsi di continuo sui propri errori nel tentativo di perfezionarsi sempre più.
Anche se magari da fuori non si nota, con sé stessi hanno standard molto elevati e se sentono di aver fallito nel tentativo di dare il meglio di sé si tormentano, continuando a criticarsi, a spronarsi a fare meglio, sono come istitutrici svizzere del proprio Io.

Il punto è che non sanno perdonarsi, non sanno rilassarsi pensando Ok, oggi ho fatto questo errore, ho avuto questa debolezza, ma domani farò meglio. Poi lo fanno lo stesso, tentano comunque di fare meglio, ma nel frattempo vivono tormentati dai rimorsi, dall'avrei dovuto, non ho saputo fare, ecc.
Luna e aragosta - Foto dell'autrice

Questo essere implacabili con sé stessi ha due facce. Se da una parte è uno sprone a dare sempre il meglio, o a impegnarsi di più, dall'altra è un continuo tormento interiore che toglie serenità.

Essere incapaci di perdonarsi è il punto.
Non significa essere troppo condiscendenti al limite del lassismo, perdonarsi è lasciarsi stare all'ottava alta. 
A volte, chi fa un lavoro su di sé, avendo ormai acquisito nel profondo il concetto che tutto parte da noi stessi, esagera nel darsi colpe, invece di pensare di avere solo una responsabilità. Quest'ultima è neutra, mentre la colpa è un sentimento negativo.

In effetti, si parla spesso del Fuoco del guerriero che non demorde, che cade e si rialza sempre, ma un guerriero spirituale, oltre alla perseveranza e al coraggio, deve incarnare il perdono.
Senza perdono verso sé stesso continuerà ad essere tormentato dagli stessi demoni che cerca di affrontare. La mancanza di perdono è uno dei demoni più potenti cui far fronte.

Accettare quelle parti di sé che non piacciono, che si considerano
Foto dell'autrice
come debolezze o difetti è il primo passo verso il perdono, solo accettandosi totalmente si possono vedere la bellezza e la perfezione di ciò che si è, così come si è. Nella propria evoluzione costante, errore dopo errore, di caduta in caduta. 


Forse è proprio questo il motivo per cui a volte non si sa combattere. Si parte già battuti dai propri standard troppo elevati, dai dubbi, dall'autocritica implacabile e feroce. 
Non si sa combattere perché si è già sfiniti in partenza dal proprio Io giudicante.

mercoledì 29 ottobre 2014

Farsi testimoni

Quando si parla del Risveglio della coscienza si rischia di mettere in pratica gli insegnamenti unicamente per il proprio bene, per uscire dalla sofferenza e fluire più sereni nella vita. 
In realtà, ogni persona che intraprende questo percorso di consapevolezza è chiamato a farsi testimone di quanto avviene in lui, per il bene comune, per dare alla collettività una spinta evolutiva anche a livello dell'inconscio collettivo, dando il proprio personale contributo.

Farsi testimone, però, non significa necessariamente divulgare come fanno Maestri, scrittori, giornalisti, life coach, a volte i cantanti,
Concerto in viola - Foto dell'autrice
eccetera.

Significa fare ciò che siamo venuti a fare e ci riesce meglio in modo verticale, testimoniare il Risveglio agendo in maniera differente.
Potete essere insegnanti a scuola, in una palestra di fitness, cuochi, fotografi, stilisti, agenti di commercio, avvocati o quant'altro, ma il vostro essere verticali, donando al mondo la vostra energia di consapevolezza, farà la differenza a livello planetario. 

Vi assicuro che un piatto cucinato con amore e consapevolezza è più buono, un'abito cucito da una persona consapevole è più bello e  attirerà più acquirenti. Un insegnante sveglio non potrà che
Foto dell'autrice
influenzare positivamente i propri studenti.


Anche se in questo modo l'energia di consapevolezza arriva in modo quasi subliminale - ma ciò non toglie che un cuoco spieghi a parole come essere un cuoco consapevole - non ha senso tenersi la propria esperienza di consapevolezza solo per sé, perché significa comportarsi in modo egoico, quindi chiuso. La consapevolezza finirebbe con noi, entro i nostri limiti. Ma se ne facciamo dono, essa circola, e facciamo un favore all'umanità intera, che ne ha più che mai bisogno.
E' un atto d'amore.

martedì 28 ottobre 2014

Siete imperatrici!

Ogni donna è un'imperatrice, se solo lo ricordasse! 
Imperatrici - Foto dell'autrice
Dentro ognuna di voi c'è un Centro di Potere unico e sfavillante, ma continuate a sentirvi impotenti, deboli, a criticarvi, non vi lasciate stare. Vi tormentate nel voler essere perfette, ma perfette per chi? Per chi sta là fuori? Ma là fuori non c'è nulla, la mania di perfezione che imputiamo al mondo esterno è solo nostra. 

In realtà siete già perfette, basta ricordarvi del vostro Centro. Siete le imperatrici della vostra vita, delle vostre azioni, del vostro Cuore.
Se cadete, fatelo da imperatrici, con dignità, rialzandovi sempre e comunque, con l'innata eleganza senza tempo della nobiltà d'animo.
Invece di restare a terra piagnucolando come femminucce deboli e senza spina dorsale, un'imperatrice risorge ogni giorno, ogni momento, dalle ceneri dei propri errori. 

Un'imperatrice conscia del proprio Potere sfavillante non mendica
Foto dell'autrice
attenzioni, né amore, né successo all'esterno.

Perché lei E' Amore e Successo. Sa che il mondo è in suo Potere.

In ogni aspetto della vita siate imperatrici, non mendicanti!
Siete qui per riscoprire la vostra vera natura. Siete qui per tirare fuori la vostra forza d'animo. 
Ricordate che ogni sfida che vi trovate ad affrontare è un implicito invito a tornare alla vostra natura di imperatrici.
Qualsiasi cosa capiti, restate nel vostro Centro.


lunedì 27 ottobre 2014

La visione globale

Di solito, chi cammina per strada riempie lo spazio percorso dal punto A al punto B con i propri pensieri, o immergendosi totalmente nella musica sparata nelle cuffie. La strada da percorrere viene vissuta solo come un fastidio che ci separa dalla nostra meta.

Nelle arti marziali - e Bruce Lee ne parla nel suo libro Il Tao del Dragone - la mente del praticante non è fissa su un punto dell'avversario, poiché è richiesta una visione globale di ciò che accade intorno, specie se si lotta con più avversari contemporaneamente. La mente non può fermarsi su un dettaglio in particolare, deve fluire inglobando tutto senza arrestarsi. 
Foto dell'autrice

Camminando per strada, bisogna poter avere la stessa visione globale, in cui la direzione che abbiamo non è la sola cosa su cui focalizzarsi. Dovremmo concentrare tutta la nostra attenzione su ciò che accade nello spazio intorno a noi, essere vigili, la mente sgombra e duttile, ricettiva. 
Meglio ancora se riusciamo a dividere l'attenzione tra il corpo, con il respiro e il passo, e l'ambiente circostante.

Come pantere dovremmo poter camminare senza troppo rumore nei passi e nel silenzio della mente. Concentrati tra interno e esterno, come un continuo scambio fluido, gli occhi socchiusi e vigili da felino. 
Si osserverà uno spazio di consapevolezza e sicurezza emergere da dentro.

Essere all'erta ha anche uno scopo pratico, poiché non rischiate di essere presi alla sprovvista, qualunque cosa accada. Ciò non significa aspettarsi sempre il peggio, tipo un'aggressione o un incidente stradale, ma pur conservando la sensazione di essere al sicuro, fiduciosi, essere pronti a qualsiasi accadimento richieda riflessi pronti e sangue freddo. 
Questo è allenamento all'attenzione e alla consapevolezza dell'ambiente. Indispensabile anche per i guerrieri spirituali.

giovedì 23 ottobre 2014

Prendere a calci il pavido in te

Quando cominci ad approcciare tecniche di combattimento, senti emergere momenti di verità su chi sei veramente.
Non c'è più nessun mentale che possa mentire a te stesso, sei nudo, di fronte ai tuoi limiti autoimposti, alle tue paure, alle debolezze che ti frenano.


Foto dell'autrice
Ogni timore, ogni tentennamento, parla di te e solo di te. Non esiste davvero un avversario là fuori, di fronte a te. Quando tiri pugni e calci, lo fai a te stesso, a quella parte pavida di te che si tira indietro, non osa, teme di far male o di farsi male.
Ad esempio, ho scoperto con stupore che ho più timore di far male all'avversario che di farmi male io stessa, ma se l'altro non esiste, allora è sempre l'altra faccia della stessa medaglia! Rivelazione importante. 

Quello che conta, infatti, è scoprire quelle parti di te per imparare ad osare, a sfidarsi di continuo per superare i blocchi, darsi uno strattone da soli, giocare con i propri demoni e riderne. Riderne sempre. Non c'è nulla come l'ironia e l'autoironia per mettere i propri demoni fuori combattimento. 


Foto dell'autrice
La grinta che scaturisce quando provi tecniche di combattimento è quella che ti spinge a cambiare atteggiamento nella vita di tutti i giorni, non esiste vittimismo né scuse per tirarsi indietro. Impari a buttarti e a fidarti.

Impari a scendere nella materia, a sguazzare nel sudore, a toccare e farti toccare senza paura di venire invaso nei tuoi confini, perché nel corpo a corpo le barriere non sono più così nette.
Diventi fatica, respiro, fuoco che brucia, gioia terrena. Coraggio.

Alcune anime, incarnandosi, faticano a sentirsi a casa nella materia, hanno una naturale nostalgia per il regno spirituale e incorporeo. Quelle anime hanno bisogno di scendere nel fango della lotta, per sperimentare la vita terrestre, la dualità, la carnalità, la sfida fisica. 
La cosa più evolutiva da fare è non tirarsi indietro. 
Anime fluttuanti, buttatevi nella mischia!

mercoledì 22 ottobre 2014

Perché Avatar è un film da vedere

Chi ha visto il film Avatar e l'ha giudicato l'ennesima favola ecologista in salsa fantascientifica non ne ha colto aspetti più profondi, che hanno a che fare con lo spirito guerriero.

Rielaborazione foto dell'autrice
In primo luogo, il protagonista - paralitico a causa di una ferita in battaglia - imparando a muoversi nel corpo alieno a lui assegnato, e quindi anche in grado di muovere le gambe, non fa altro che rinunciare pian piano al proprio corpo di dolore (per usare un concetto caro a Eckhart Tolle), costruendosi un corpo da guerriero. Questo è ciò che fa ogni guerriero di luce, non solo metaforicamente. Imparando a gestire il proprio corpo fisico (compreso di emotivo e mentale), una nuova energia di consapevolezza lo invade da dentro e il corpo cambia davvero, non solo la postura, ma le cellule stesse. 

Altra tematica importante, ed evidente per qualsiasi spettatore, è la nuova consapevolezza che spinge il protagonista a disertare l'esercito, perché non può eseguire ordini che sono contrari alle proprie convinzioni. La differenza abissale tra un soldato e un guerriero è che il primo esegue tutti gli ordini senza fiatare, anche se possono essere contrari ai suoi valori, il secondo invece mette il proprio Cuore al servizio di valori per lui imprescindibili.

Rielaborazione foto dell'autrice
Un altro aspetto da notare è la prova iniziatica che porta il protagonista a domare e poi cavalcare una creatura volante simile a un dinosauro, impresa giudicata impossibile dagli umanoidi nativi del pianeta. Cavalcare il drago (o la tigre) è la metafora che più riesce a dare l'idea della gestione dei tre corpi, il duro lavoro iniziale dell'aspirante risvegliato, grazie alla Volontà incrollabile.

Infine, un aspetto bellissimo del film è il collegamento tra tutte le creature native del pianeta a livello empatico, per cui ogni cosa è interdipendente e comunicante come tramite sinapsi. L'armonia del Tutto che ogni cosa pervade è così poetica nel film da essere struggente, e lo spettatore accorto può scorgere in questo sentimento come un vago ricordo di ciò che è stato anche sul nostro pianeta e che è andato man mano perduto. 

Consiglio a tutti di vederlo (o rivederlo) alla luce di queste riflessioni.


martedì 21 ottobre 2014

Ringraziare per le bollette

Alzi la mano chi non ha mai imprecato all'arrivo dell'ennesima bolletta da pagare. Assumiamo d'istinto una forma di resistenza, vedendo in esse solo una scocciatura o una condanna a sborsare altri soldi. Pensiamo al nostro dovere come un obbligo imposto dall'alto e non sappiamo vederne i benefici.

Qualche giorno fa ho osservato questo meccanismo accadere in me e di colpo ho compreso quanto questo atteggiamento negativo fosse ingiusto nei confronti delle comodità di cui beneficiamo ogni giorno.
In pratica, abbiamo un tetto sulla testa e lo diamo per scontato, usiamo la luce elettrica per rischiarare la notte, il gas per cucinare i nostri pasti, il riscaldamento per non gelare d'inverno, l'acqua per lavarci, bere, mangiare, il telefono per comunicare, eppure, quando ci viene chiesto il conto per questi servizi, ecco che ci arrabbiamo!

La gratitudine è la porta verso l'abbondanza, e noi non facciamo che sbattercela in faccia da soli.
Foto dell'autrice
Anche se si è un po' al verde, ogni bolletta dovrebbe essere accolta con un GRAZIE perché senza quei servizi, noi umani del XXI secolo, non saremmo in grado di sopravvivere.

Se non siamo disposti a vivere dentro un'umida caverna scaldandoci con un falò fatto di vecchie cassette della frutta, lavarci in un rigagnolo e usare piccioni viaggiatori per mandare messaggi, ringraziamo la vita che ci sta offrendo quei servizi per rendere la nostra vita comoda come nessun umano è mai stato prima. 
Non dare nulla per scontato e ringraziare sempre per i servizi è il primo scalino per vivere nel flusso dell'abbondanza invece che in carenza.

lunedì 20 ottobre 2014

Respirare la ricchezza

Qualche giorno fa sono entrata in una gioielleria per una commissione, e appena varcata la soglia ho sentito in maniera inequivocabile una forte energia emanare dal negozio stesso. 
Era un'energia pulita e potente, non era vibrante come quella che si sente nei luoghi sacri, ma potrei definirla più ferma, quasi solida.
Era l'energia della ricchezza.



Foto dell'autrice
Sono rimasta qualche secondo a respirarla con tutta me stessa, stupita di non averla mai notata prima. L'ho proprio respirata a pieni polmoni, permettendole di venire assorbita da ogni mia cellula perché ho intuito immediatamente che era la cosa giusta da fare in quel momento.

La cosa che più mi è rimasta impressa, è proprio il fatto che fosse un'energia pulita. Mentre la maggior parte dell'umanità associa il denaro e la ricchezza a qualcosa di losco, di negativo. 

Quel giorno ho compreso che dovremmo ogni tanto immergerci in questa energia di abbondanza, senza giudizi negativi o moraleggianti nei confronti della ricchezza di per sé.
Dovremmo fermarci e lasciarci invadere da essa con gratitudine, comprendendo nel profondo che se esiste, se entra anche solo indirettamente nel nostro campo di esperienza, è perché fa per noi.

Se qualcosa non fa per noi, sta lontana anni luce dal nostro campo energetico. Quindi, se passiamo davanti a una banca o a una gioielleria, invece di investire quei luoghi di rabbia, senso di 
Foto dell'autrice
impotenza o invidia, approfittiamone per respirare un po' di quell'energia!


Per permettere all'abbondanza di venire da noi, di attirarla, dobbiamo vibrare allo stesso livello. Allora cominciamo a caricarci come magneti respirando un po' di ricchezza con gratitudine. 
Dicendo GRAZIE per quell'energia potente come se fosse già nostra, l'Universo deve rispondere per forza.
E' una Legge!

venerdì 17 ottobre 2014

Nel silenzio dell'alba

Oggi mi voglio soffermare su un piccolo satori  provato nel silenzio che precede l'alba. 
Mi sveglio alle 6.15, faccio gli esercizi della sveglia del guerriero (vedi articolo di martedì 30 settembre), apro la finestra e fuori è ancora buio. Fa fresco, l'autunno avanza e la notte appena passata ha lasciato un residuo frizzante e umido nell'aria. 
Ascolto per qualche attimo il silenzio, il fruscio di qualche auto lontana, un cane abbaia in lontananza, un gallo nel pollaio del vicino si sta destando.


Percepisco allora un intenso spazio di presenza e attesa insieme, come complementari. Uno spazio di silenzio che si dilata per alcuni secondi dentro e fuori di me. 
Foto dell'autrice
E' la sensazione splendida del nuovo inizio giornaliero, dove tutto può accadere, ogni cosa è possibile. 

Benedico questo momento, ringrazio la vita che si espande lentamente in quei minuti in cui il sole ancora non è sorto, quasi si stesse stiracchiando.
Una volta detestavo alzarmi col buio, mi metteva tristezza. Ora invece ho imparato a vedere Bellezza anche nell'oscurità che precede l'aurora. E a ringraziarla.

martedì 14 ottobre 2014

Due mele intere!

Mi capita spesso di leggere post sui social network in cui qualcuno si dice felice per avere accanto qualcuno che lo completi. Le frasi tipiche sono Senza di te sarei persa/o, non potrei vivere senza di te, sei tu che mi dai la forza di andare avanti, ecc.
Non è romantico, è folle.

L'ho già scritto più volte e lo ripeto, non si può trovare sicurezza e serenità facendo affidamento all'esterno. 
Se tutto il nostro mondo si regge grazie a una persona, siamo già perduti in partenza. Perché significa che qualsiasi cosa accada - ci lascia, ci tradisce, muore - noi ci troveremmo senza punti di riferimento, senza quell'appiglio cui eravamo aggrappati. 

Immaginatevi un naufragio. Qualcuno sa nuotare, altri no e stanno aggrappati ai pezzi del relitto galleggianti sperando di non stancarsi mai abbastanza da mollare la presa, perché sanno che affogherebbero. Quale delle due opzioni scegliereste? Volete essere quello che sa nuotare o il poveretto che dipende dal galleggiamento del frammento del relitto?

Se sei completo, uno in te stesso, integro, e sai stare da solo come in compagnia, allora non avrai nessun bisogno di aggrapparti a qualcuno. Non rischierai mai di perderti, perché tu graviti intorno al  TUO centro, non a un centro esterno a te.

Dire a qualcuno Non posso vivere senza di te significa trasferire a lui/lei tutto il vostro Potere.


Foto dell'autrice
Se pensate che il vostro partner vi completi, non è perché davvero bisogna cercare la nostra metà mancante, come si crede, ma perché quella mancanza che sentite siete voi stessi! 
Significa che qualcosa in voi sta percependo chiaramente che vi manca qualcosa ed esso è il vostro centro gravitazionale!
Non è sbagliato sentire la mancanza di qualcosa, solo comprendere appieno e una volta per tutte che quel sentire è una splendida spia che vi sta indicando che non siete in contatto con il vostro vero Sé.
Non sapete chi siete. 

Quindi smettetela di credere alla storia della mela tagliata in due che cerca disperatamente la propria metà mancante all'esterno. Solo quando comprenderete che l'altra metà non è mai stata separata da voi ma non la sentivate, tornerete a sentirvi una splendida, succosa, profumata mela intera. 
A quel punto, potrete scegliere di camminare a fianco di un'altra meravigliosa mela integra come voi!


lunedì 13 ottobre 2014

Preghiera della gratitudine

La differenza sostanziale tra il guerriero e la persona inconsapevole sta anche nel modo di pregare e ringraziare.

L'inconsapevole prega per paura, per disperazione, per ottenere di più, e ringrazia solo per le cose che giudica belle, per le occasioni in cui si è sentito felice e spensierato. 
O peggio, non ringrazia nemmeno perché pensa che non ci sia poi molto di cui essere grati, preda di una rabbia sorda nei confronti del mondo e del Divino. 

C'è persino chi accusa il Divino di non esistere solo perché non gli dà quello che vorrebbe. 
E' come accusare il proprio padre biologico di non essere suo genitore solo perché non asseconda i capricci del figlio!

Il guerriero, invece, sa bene che ogni sfida della vita è una benedizione.
Dovrebbe essere questa la sua preghiera:

Ti ringrazio per ogni sfida, 
Foto dell'autrice
ti ringrazio per ogni ostacolo,
ti ringrazio per la caduta e la spinta a rialzarmi,
ti ringrazio per la Bellezza,
ti ringrazio per mostrarmi l'Amore, anche dove non lo vedo.
Ti ringrazio per la pienezza e l'abbondanza,
anche quando non riesco a sentirle.
Ti ringrazio per la paura che mi costringe a trovare il coraggio.
Ti ringrazio per ogni lezione.
Ti ringrazio per il buio e per la luce,
ti ringrazio per la Vita.

venerdì 10 ottobre 2014

Sei sempre stato un guerriero

L'errore più comune di chi intraprende la Via del guerriero spirituale è credere che bisogna diventare tale. Cioè che prima non lo siamo e poi con la pratica impariamo a esserlo.

In realtà, chi è sulla Via è sempre stato un guerriero, o non sentirebbe la spinta per quel cammino. Esso è un ritorno a Casa, non un diventare altro da chi o cosa siamo.
Guerrieri, castello della Manta - Foto dell'autrice


Anche quando eravamo paurosi, arrabbiati, depressi, insoddisfatti, ci sentivamo impotenti, non avevamo fede, stavamo toccando il fondo del nichilismo e del male di vivere, il guerriero era già lì. Sepolto sotto strati di spessi veli che ci impedivano di vedere, ma c'era. E' sempre stato lì.

E' il guerriero interiore che ci ha sussurrato all'orecchio, un giorno, che trovare la Via era l'unica cosa saggia da fare nella vita. La più importante.
Togli tutti quei veli di illusione, ed ecco che riemerge chi sei veramente.

giovedì 9 ottobre 2014

Chi più spende più guadagna!

Uno dei fondamenti della Legge dell'Abbondanza, oltre alla gratitudine per ogni cosa - seppur piccola - che abbiamo, consiste nel fare esattamente il contrario di ciò che il senso comune vi direbbe di fare.

Quando si hanno problemi di liquidità, si pensa subito di stringere la cinghia, eliminare le spese considerate superflue, risparmiare magari sul cibo, e ci sia affanna a trovare una soluzione per racimolare qualche spicciolo qui e là. Si pensa di continuo ai soldi che mancano.


Foto dell'autrice
Eppure, la paura legata alla mancanza di denaro e la spinta a risparmiare, denotano una mancanza di fiducia nella vita. La vita è di per sé abbondanza, e se ti concentri sulla paura della povertà, l'energia che attiri sarà di povertà. Attiri ciò che pensi.

I Maestri propongono di fare l'esatto contrario. 
Hai pochi soldi? Se qualcuno bisognoso chiede la carità, invece di pensare che quell'euro che hai in tasca per te è troppo prezioso perché c'è crisi, donalo!
Ti propongono di iscriverti in palestra e hai il conto in rosso o quasi? Ti iscrivi! 
Perché, tra l'altro, l'abbondanza passa per la materia e la capacità che abbiamo di gestirla. Una persona che si considera troppo spirituale per sporcarsi nella materia bruta è facile che incontrerà più difficoltà ad attirare denaro di chi invece nella materia ci sguazza bene!

C'è una festa da organizzare per un amico e bisogna fare una colletta? Non pensare nemmeno lontanamente di ricusare con la scusa che sei senza soldi. Primo, perché non sono quei pochi euro che faranno la differenza; secondo, perché amicizia è dare in modo incondizionato, e se non impari a dare non impari a ricevere; terzo, perché con la scusa che non hai denaro continui a raccontare in giro e a raccontarti da solo che denaro non ce n'è. Il modo migliore per allontanarlo!

So che qualcuno leggendo questo articolo inorridirà, ma il modo
Foto dell'autrice
migliore per vedere se funziona è provare. Piangere miseria non ha mai creato ricchezza!

Nessuno ti chiede di dare in beneficenza un milione di euro che non hai, o di fare shopping forsennato, solo di smettere di pensare: Non me lo posso permettere.

Questa frase è letale, perché stai dicendo intrinsecamente: Io non permetto alla vita di darmi abbondanza, non mi permetto di riceverla.
Meditaci su, e scoprirai che è vero.

So anche che qualcuno continuerà a protestare che le bollette non si pagano da sole per magia se non abbiamo di che pagarle, ma il punto è che più ci concentriamo sul problema, più teniamo la porta sbarrata alle infinite possibilità di ricevere nuove offerte di lavoro, o comunque altri modi per incassare denaro.

Se tu non hai fiducia nella vita, la vita non ha fiducia in te!
Se tu non permetti al denaro di fluire verso di te, chi può farlo al posto tuo?



mercoledì 8 ottobre 2014

Quando cambi tu

Quando cambi, ti evolvi, tralasci vecchi schemi di comportamento, dolori incrostati, trovi nuove energie, senti una spinta a fare qualcosa mai fatto prima, allora vedi proprio il mondo cambiare attorno a te. 

Autoritratto dell'autrice
Spesso accade che persone che frequentavi fino a poco prima lentamente si allontanano, e magari non se ne accorgono nemmeno. Arrivano nuovi incontri, improvvisi e provvidenziali, a volte sono incontri destinici. Nuove opportunità bussano alla tua porta, non devi nemmeno cercarle.

Questo perché quando cambi tu, apri una porta verso l'infinito e ti permetti di ricevere nuove energie che vibrano sulla tua stessa lunghezza d'onda.

Non bisogna sentirsi tristi per le amicizie che se ne vanno, e nemmeno giudicare che non fossero vere amicizie. Semplicemente, non è più tempo per loro, perché si è cominciato a vibrare a un livello diverso. Le amicizie, le persone in genere, ci accompagnano il tempo necessario, poi se ne vanno. 

Foto dell'autrice
Sono i nostri attaccamenti e i giudizi che creano i problemi e il dolore. Perché non si è capaci di accettare ciò che è. Non si comprende che la vita ci porta cose e persone come il vento che va e viene. 
Questo non significa essere indifferenti, ma semplicemente lasciare che le persone vadano per la loro strada quando è tempo per loro di andare. Benedirle quando ci sono accanto, e benedirle di nuovo quando si allontanano da noi.

Quando cambi tu, spalanchi una porta al Nuovo.


lunedì 6 ottobre 2014

Castigare i bambini non serve

In quanto genitore so che ci sono momenti in cui è difficile interagire con i bambini, quando ci sentiamo irritati dalla cocciutaggine dei piccoli, quando non ci ascoltano, ad esempio.
Ma vedo anche, guardandomi intorno, che castigare i bambini, specie se lo si fa spesso ad ogni piccolo capriccio infantile, rischia di minare per sempre la loro autostima, la fiducia e il rispetto che hanno per i genitori e gli adulti in generale, e rischia anche di creare un rancore di sottofondo che accompagnerà il bambino nell'età adulta, con a volte risultati autodistruttivi.

Il genitore che tende a punire tanto il proprio figlio dovrebbe per prima chiedersi: che cosa voglio dimostrare? Che cosa sto difendendo? 
Spesso, l'ego immaturo dell'adulto crede di potersi rivalere con il bambino dimostrandogli quanto l'adulto è forte. 
Ma che senso ha? E' come un elefante che cerca di far sentire piccola la formica! Non c'è bisogno di sottolineare che l'adulto è più forte perché non è una gara.
Un adulto davvero maturo a livello emotivo non ha bisogno di far sentire piccolo e colpevole il bambino.
Foto dell'autrice

Far sentire un bambino colpevole è una forma di violenza che può far più male di uno schiaffo perché si incide nel corpo emotivo e mentale del bambino. Diventa uno schema.
Il bambino penserà che il genitore ha ragione a punirlo perché naturalmente colpevole.
E' follia, eppure vedo ovunque genitori che insistono nel mettere in castigo i figli sottolineando la disapprovazione nei loro confronti e colpevolizzandoli, specie quando c'è di mezzo un fratellino.

Non ho una ricetta vincente per gestire i figli con i loro comportamenti a volte difficili da comprendere, ma so per certo che è meglio puntare sul dialogo, sul confronto sereno, piuttosto che sulla punizione. 
Adulti sereni si diventa anche grazie al dialogo con i genitori e non con la gerarchia estremizzata da campo di concentramento!

Invece di punirli, abbracciateli, fateli sentire amati ed accettati nonostante il loro comportamento. I bambini ci sono maestri. Prima di puntare il dito verso di loro, puntiamolo all'interno. Un bambino è lo specchio impietoso dei propri genitori.