domenica 31 marzo 2013

Coccolarsi

In una splendida lezione sulla felicità, la scrittrice e psicoterapeuta Silvana De Mari ci spiega l'importanza delle coccole.

E' scientificamente provato che le coccole liberano le endorfine, donandoci una sensazione di benessere e abbassano la pressione sanguigna. 
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E non è solo il ricevere coccole a liberare le nostre endorfine, ma anche il donarle. Coccolare qualcuno, anche un animale ci fa stare bene. 

Tutti gli animali sociali conoscono le coccole, ma pare che gli umani siano senza pelo proprio perché hanno un bisogno più spiccato di tenerezza, carezze e baci. Il contatto tra pelle e pelle è in questo modo più sentito.

E' anche provato che un neonato umano lasciato senza coccole muore facilmente, e che quindi non sono solo le cure riguardanti i bisogni fisiologici ad essere determinanti per la sopravvivenza dell'individuo. 
La mancanza d'amore uccide.

Ma cosa facciamo noi adulti per stare bene? 
Non è certo aspettando solo di ricevere coccole dagli altri che ci facciamo del bene.
Dato che ogni cosa comincia da noi stessi, vi coccolate mai da soli?
E se non lo fate perché?
Pensate forse di non meritarle? O che sia una cosa stupida, da sfigati? 

Basta dedicare qualche minuto al giorno, magari prima di andare a letto, a coccolarsi da soli con un olio naturale per il corpo, magari caldo. Passarlo sul corpo pensando a volerci bene, apprezzando questo splendido veicolo che ci è stato donato, con gratitudine e amore.


Solo quando avremo imparato ad amarci coccolando per prima
cosa noi stessi, saremo davvero pronti per ricevere l'amore, le cure e le coccole che pensiamo di meritarci.

Se non le stiamo ricevendo, bisognerebbe chiedersi se per caso in fondo stiamo pensando di non esserne degni.
Foto dell'autrice


E se avete qualcuno accanto a voi, sia esso un compagno, un figlio, un genitore un animale domestico, dategli più calore umano, abbracciatelo, coccolatelo e fatevi coccolare.

Finché abbiamo questo corpo, usiamolo per amare ed essere amati, per sentirci.





venerdì 29 marzo 2013

Il Tantra

Osho, nel libro L'amore nel Tantra (edizioni ES), ci spiega la natura del tantrismo, che nasce dal concetto di sacralità del coito.

Nel mondo cosiddetto civilizzato, anche a causa delle religioni e del concetto di peccato carnale, abbiamo dimenticato la nostra fondamentale natura orgasmica.
Il sesso è divenuto puro sfogo meccanico di un'energia che ci grava addosso, e questa energia, mal indirizzata, porta l'umanità a continui conflitti tra loro, a investire energia nella guerra, o a deviazioni quali abusi e morbosità.


Foto dell'autrice
Se sei veramente orgasmico, mugolerai e grugnirai e urlerai e canterai e pregherai, facendo l'amore. (...)
Perché essere orgasmici implica la capacità di perderei controllo, di lasciare esplodere le energie vitali, dice Osho.

Insomma, se osi spingerti solo fino a un certo punto, come puoi essere orgasmico?

Il Tantra trasforma il sesso in autentica religione. 

Usa il sesso come una chiave, e in realtà lo è, giacché ogni forma di vita nasce grazie a lui, continua l'autore.
L'attitudine tantrica rispetto al sesso si fonda sul presupposto che non è un bisogno, ma un'esperienza cosmica, una liberazione, un ritorno alla nostra realtà suprema, una delle forme più alte di meditazione.

Il Tantra porta alla fusione con l'altro, alla pacificazione dell'essere, all'assenza di Ego.


Foto dell'autrice
E questo è un bagliore di Dio: il Tantra è la via naturale verso Dio. La meta è divenire follemente folli, sino a fondersi con la natura suprema.

L'autore scrive che sul Tantra sono stati scritti moltissimi libri, ma si limitano alla tecnica.
In realtà sul vero amore tantrico non si può scrivere nulla, perché deve essere vissuto.




giovedì 28 marzo 2013

Coltivare il giardino interiore

C'è una bellissima frase di Mario Quintana che dice:
Il segreto non è correre dietro alle farfalle, è curare il giardino perché loro vengano da te.

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Stiamo curando il nostro giardino? O stiamo correndo dietro alle cose come sempre, nell'illusione che siano fuori di noi e al di fuori del nostro controllo?
Abbandonare l'ansia del risultato da conseguire e concentrarci sul fertilizzare il nostro terreno interiore è la cosa più saggia da fare.

Se tutto viene da noi, allora coltiviamo questo magnifico spazio un po' trascurato.
Quando ci prendiamo cura del nostro giardino interiore le cose migliorano anche all'esterno, proprio perché tutto ha origine da noi.
La nostra energia migliora, siamo più calmi e concentrati nel Qui e Ora, e questa nuova energia attirerà a livello vibrazione ciò che ci serve. 
E' sempre la solita Legge di Attrazione.

Foto dell'autrice
I fiori non vanno a spasso a cercare farfalle per farsi succhiare il polline. Fanno del loro meglio per crescere verso il sole con il loro profumo inebriante, sapendo per certo che questo attirerà nugoli di insetti operosi che faranno ciò che devono. 

Coltiviamo il giardino. Prendiamoci cura con amore del terreno perché i frutti possano nascere da esso.
Le farfalle ci troveranno.

mercoledì 27 marzo 2013

Perché abbiamo tradito la Bellezza?

Mi capita spesso, quando guido in città, di guardarmi intorno con un senso di disagio e disapprovazione verso la bruttezza dilagante.
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Guardo gli squallidi palazzoni sorti come funghi in mezzo alle casette se non proprio belle almeno graziose, rispettose di canoni piacevoli agli occhi. 
Guardo il cemento che soffoca le radici dei pochi alberi sparuti nei viali, perfettamente allineati tra loro, osservo il velo di smog ingrigire i palazzi con i balconi senza un fiore.
Ci sono tende verde bottiglia a coprire i balconi arrugginiti, e quel verde non fa che stridere nel grigio del cemento, invece di alleggerirlo.

Allora mi viene spontaneo chiedermi Quando è stato e perché abbiamo tradito la Bellezza? 
E perché nessun cittadino si è mai ribellato quando eravamo ancora in tempo, quando i nuovi palazzi e i quartieri periferici erano ancora in costruzione?
Siamo diventati ciechi al bello?

In ogni epoca c'è stato il momento in cui si costruiva qualcosa di nuovo, si ampliavano le città e i palazzi nobiliari, ma il nuovo era sempre rispettoso dei canoni estetici universali, non era mai qualcosa di totalmente stridente con il resto dell'architettura.

Nel medioevo non c'erano né geometri né architetti specializzati come oggi, i borghi nascevano spontanei senza pianificazioni ma, guarda caso, ancora oggi i borghi medievali esercitano un fascino eterno e ben meritato.

Una risposta mirabile è arrivata da una bellissima lezione sulla felicità della psicologa e scrittrice Silvana De Mari:

Abbiamo smesso di apprezzare la Bellezza quando abbiamo incominciato a perdere la nostra spiritualità.

Foto dell'autrice
E' vero. La perdita del senso di unità tra noi e il Creato, l'incapacità di cogliere il divino nelle cose del mondo, nella natura, ma anche nell'armonia delle proporzioni, è ciò che ci ha permesso di devastare il nostro paesaggio senza indignarci.

E' come se considerare la devastazione qualcosa di accettabile, o addirittura di inevitabile, fosse lo specchio della nostra devastazione interiore.

Forse è anche questo che si intende con l'espressione Dio è morto.
Abbiamo ucciso il nostro senso profondo del divino, in generale.

E' anche per questo che sempre più persone si riavvicinano all'Antica Religione della Dea Madre. 
I neopagani hanno aperto gli occhi, e intendono tornare a celebrare la Terra per la sua sacralità.

Se tutto il mondo tornasse a considerare la Terra coma la nostra Madre - e di fatto lo è, è innegabile - non ci sarebbe più bisogno di movimenti ecologisti per difendere il pianeta dalla devastazione.
Perché tutti, nel nostro piccolo, la tratteremmo con il rispetto che si merita.


martedì 26 marzo 2013

I vampiri energetici

A tutti capita di conoscere delle persone che ci tolgono energia.
Persone che con il loro carattere e comportamento ci fanno sentire spossati e demotivati quando le abbiamo accanto. 
Gente che si attacca a noi con qualsiasi scusa chiedendo continua attenzione, travolgendoci con lamentele e domande.
Ci irritano al punto che ci accorgiamo che fanno emergere le parti peggiori di noi.
Così concludiamo che sia meglio stare alla larga il più possibile da esse.

Round 18 - Foto dell'autrice
Pur tenendo sempre bene a mente che niente e nessuno è fuori di noi, che tutto è uno specchio, è anche vero che se siamo ancora in bilico, alla ricerca del nostro centro, se siamo in una situazione di cambiamento verso la consapevolezza, in effetti tenersi alla larga è la cosa più saggia da fare.

Finché non siamo abbastanza forti da mantenere intatto il nostro centro di Potere, meglio svicolare, tapparsi le orecchie, distrarsi con un bel mantra per non farsi coinvolgere.

Ma non sono solo le persone a vampirizzarci. 
In realtà anche i nostri pensieri molesti lo fanno: il desiderio di trovare conferma alle nostre paure, il bisogno di certezze che ci fa cercare qualcosa a cui aggrapparsi, fosse anche un pacchetto di patatine fritte.

Tutto ciò che ci toglie energia, tutto ciò che ci fa uscire dal nostro centro è un vampiro energetico.

Come si uccidono i vampiri nelle leggenda?
Con un paletto di frassino nel cuore.  Oppure tagliando loro la testa.
Perché?
Perché il cuore, con la sua vibrazione d'Amore, è l'unico strumento capace di neutralizzare le nostre parti d'ombra. Il vampiro è un non morto, incapace di compassione. Aprire una breccia nel suo cuore è dissolvere la sua maledizione.
Tagliare la testa è una metafora che invita a togliere la mente di mezzo. La tua mente ti domina come uno zombi. Elimina la testa, e ritroverai il cuore.

lunedì 25 marzo 2013

Quando capiremo che siamo dee?

Donne, quando capiremo davvero che siamo detentrici e custodi di un potere immenso?
Foto dell'autrice
Ci è stata data la benedizione di poter creare la Vita.
Ci è stato dato il potere dell'Amore incondizionato e della compassione.
Ci è stato dato il potere ciclico di rinnovamento come la Madre Terra.

Anticamente ci sono stati concessi doni di profezia, di guarigione, di iniziazione ai misteri.
Siamo state venerate. Non come se fossimo dee.
Lo siamo!

Tutto ciò che vorremmo essere possiamo manifestarlo nella nostra vita, se solo ci ricordassimo di avere questo potere.

Siamo la creatrice e la creatura, la parte terrena e la parte divina fuse insieme.

Quando abbiamo smesso di credere in noi stesse?
Quando abbiamo concesso al maschile di accantonarci, schiacciarci, farci sentire deboli e indifese? 
Quando gli abbiamo concesso di reputarci diaboliche e infide?
Siamo tutte responsabili. Non siamo vittime. Siamo state complici.

Ma in un mondo in evoluzione, in cui il risveglio sta aprendo sempre più cuori, non è più tempo di lasciarci sopraffare dalla violenza.

Il tempo del disprezzo verso noi stesse che attira mancanza di rispetto e sopraffazione è finito. 
Si è concluso un ciclo in cui ci siamo perdute. 
Ora ci stiamo ritrovando.
Foto dell'autrice

Sempre più donne, soprattutto nei paesi poveri, stanno insorgendo per chiedere rispetto e dignità.
Si stanno svegliando. Stanno ricordando la loro natura di dee in terra.

Guardatevi allo specchio. Guardatevi negli occhi. Guardate il vostro corpo. State guardando una dea. 
Quando camminate per strada, non siete una semplice femmina umana che passa, siete la manifestazione del volto femminile di Dio in terra. 

Compratevi una statuetta di una qualsiasi divinità femminile. Quella che più vi ispira. Anche la Madonna è una Dea Madre. 
Ecco, voi siete quello.





domenica 24 marzo 2013

E se volessimo un funerale alternativo?

La mia riflessione di oggi nasce da una domanda: chi è pagano o di confessioni non riconosciute come può farsi fare un funerale secondo i suoi principi?
Se non è ateo e non vuole un funerale laico, ma nemmeno si riconosce nelle principali religioni, come organizzarsi un funerale pagano o wicca o sciamanico?

Sciamana siberiana
Come vorremmo che fosse? Invocazioni all'aria aperta, un bel fuoco sacro acceso, canti, balli, tamburi, un banchetto? Tutto questo insieme? Sarebbe fantastico.
Ma chi dovrebbe celebrarlo? Un druido, una sacerdotessa wicca, uno sciamano riconosciuto o tutti gli amici insieme?
E la preghiera? Quale vorremmo?

Pregare, bruciare incenso e candele sono delle costanti nei rituali di tutte le religioni.
Si dice che l'anima ha bisogno di essere accompagnata con preghiere e candele nella sua dipartita o si rischia di diventare anime vaganti. 
Anime cha hanno perso la strada verso la Luce, l'Uno, il Tutto, o il Paradiso che dir si voglia.
Per ricongiungersi alla Fonte dobbiamo essere accompagnati da preghiere, non importa di quale confessione.
Questo è fondamentale.
Qualcuno dice addirittura per 40 giorni dopo la morte fisica.

Tamburo sciamanico
In questo mondo standardizzato è difficile sottrarsi alle tradizioni, quasi inevitabile.
Lasciamolo scritto da qualche parte, parliamone a familiari e amici. Contattiamo sacerdoti di confessioni che ci appagano di più e chiediamo consiglio.

Bisognerebbe creare una rete di associazioni per sostenere queste ultime volontà.

sabato 23 marzo 2013

Dove siete in questo momento?

Dove siete in questo momento? Ehi, dico a voi che leggete.
Smettetela di pensare a cosa cucinerete per cena o a quante calorie aveva quel dessert, o a cosa starà facendo il vostro amore in questo momento.

Perché voi, invece, cosa state facendo? Siete proiettati nel futuro o nel passato. Non importa se immediato o lontano.
Il problema è che non siete qui.
Autoritratto dell'autrice
La vita è qui. Ma se non vivete adesso, facendo ciò che dovete o volete fare, quando lo farete? Quando sarete morti?

Vi svelerò un segreto:
uno dei compiti dell'esistenza è ESSERCI!
Sembra un paradosso ma non lo è.

Respirare e camminare, mangiare e dormire non significa esserci davvero. Se vi state chiedendo da anni perché non riuscite a concludere nulla, una delle ragioni, sappiatelo, è che non riuscite a stare nel tempo presente.
Ma come pensate di creare qualcosa dal passato o dal futuro?
E' impossibile. 
L'azione è nel presente. Tutto il resto è illusione. Non esiste. E' solo un prodotto della mente.

Esercizio:
Autoritratto dell'autrice
MEDITARE SUL CORPO. NEL QUI E ORA.

Sedetevi in terra. Fate un respiro profondo e chiudete gli occhi.
Ascoltate il mondo attorno a voi. Ascoltate il vostro respiro regolare, i gorgoglii del vostro corpo.
Portate l'attenzione sul vostro corpo, partendo dalla testa, scendendo fino alle braccia e alle gambe. Ai piedi.
Rilassate i muscoli. 
Pensate al vostro corpo e a tutto il vostro essere in questo momento. 
Siate grati al vostro corpo di essere qui al vostro servizio.
Sentite le vibrazioni della terra sotto di voi.
Immaginate di assorbirle, immaginate di mettere radici.
Immaginate di avere un cordone rosso che dalla terra sale lungo il vostro midollo fino a raggiungere il cielo.

Ecco, ora siete nell'adesso. Siete qui. Sulla Terra.

venerdì 22 marzo 2013

Il sincretismo - spiritualità del futuro

Foto dell'autrice
Sempre più persone abbandonano le religioni ufficiali pur rimanendo credenti
Cioè credono nel divino, hanno sete di spiritualità ma detestano dogmi e imposizioni. Si sono guardati intorno, hanno letto,  sperimentato e hanno raccolto ciò che di buono c'è in diverse religioni, scartando ciò che non condividono.

Anche le religioni tradizionale cominciano ad ammorbidirsi nel rapporto con le altre. La Chiesa stessa si apre sempre più al dialogo.
Non credo sia solo una questione politica, di interessi spiccioli riguardo al numero di fedeli. Credo che sia sempre più evidente in un mondo globalizzato che non ci si può più arroccare in difesa dei propri dogmi con la pretesa di un'unica verità in mano, o di una presunta superiorità.

D'altronde, si posso spendere fiumi di parole riguardo al sincretismo anche nel passato. In Brasile gli dèi locali si sono mescolati con il cristianesimo, e così in tutto il Centroamerica.
Il voodoo ne è un esempio lampante.

Anche in Europa, comunque, il cristianesimo si è formato su culti pagani locali, a partire dal 25 dicembre giorno della nascita di Mitra, l'albero di Natale sacro ai Germani, la Madonna Nera simbolo di fertilità pagana - nonché associata in un secondo momento a Iside - e infine alla Vergine madre di Gesù.

Quindi, in un'epoca di ricerca di una spiritualità vicina al proprio sentire, grazie anche ai mezzi di informazione che ci avvicinano a discipline come il buddismo, induismo e taoismo - da cui nascono i principali concetti fondanti i corsi di risveglio - ecco che nella case si mescolano le divinità.

Essere concettualmente vicini al buddismo, per esempio, nulla toglie al cristianesimo, e sono molte le persone che pur non rinunciando a quest'ultimo tengono in casa statuette del Buddha venerato con incenso e candele.
In fondo, c'è chi sottolinea anche il buddismo è quasi più una filosofia che una religione.

Foto dell'autrice
Poi ci sono i neopagani, i wicca, e quelli vicino allo sciamanesimo. Persone attratte dal volto femminile di Dio, alla ricerca di una spiritualità più vicina alla natura, ai suoi elementi, a cerimonie antiche come il mondo che ancora subiscono una fascino indiscusso. Come l'uso di tamburi sciamanici o la sacralità di un falò intorno al quale danzare, magari durante un solstizio.

E che dire del simpatico Ganesh, il dio indù cha porta fortuna ed elimina tutti gli ostacoli? Vorremmo mica dimenticarlo, nel nostro pantheon, proprio lui che simboleggia la lotta contro le avversità della vita per raggiungere la felicità e l'appagamento? 

In fondo, tutto è Uno. Quindi, ogni dio, con le sue caratteristiche, in sostanza non è che una piccola sfaccettatura dei molteplici volti di un'unica Divinità creatrice.

giovedì 21 marzo 2013

Quando il dolore si cristallizza nel corpo

Il nostro corpo, l'ho già scritto, è veicolo di emozioni. E' il corpo, con le sue reazioni fisiche e muscolari, a creare le sensazioni.
E la maggior parte delle nostre sensazioni è fatta di emozioni negative. Di energia di contrazione.

Queste reazioni emotive si cristallizzano nel corpo, e se ripetute, diventano dei veri e propri nodi, dei blocchi energetici che ci bloccano la vita.

Foto dell'autrice
La kinesiologia applicata permette di individuare e sciogliere facilmente questi nodi di dolore con la semplice pressione delle dita. E permette anche di capire quando si sono formati.

Dove c'è il blocco energetico si sente molto dolore, che scompare dopo pochi minuti con l'intervento del kinesiologo. 

Apparentemente i nodi di dolore non dovrebbero avere nulla a che fare con aspetti concreti della nostra vita, pensiamo. 
Eppure, spesso l'incapacità di affrontare al meglio degli aspetti della nostra vita anche molto importanti, come la carriera, il rapporto con l'altro sesso o con i figli è molto influenzato dai nostri nodi di dolore cristallizzati nel corpo.

Le emozioni sono ancora lì, anche se noi non lo sappiamo. 
Magari quel blocco si è formato nell'infanzia o comunque tanti anni addietro, e non ne abbiamo più memoria. 
Ma il corpo ce l'ha. Il corpo non dimentica. Il corpo duole.
E quelle memorie cristallizzate ancora influiscono sul nostro comportamento, sulle convinzioni inconsce. 
Perché corpo e mente sono collegati.


mercoledì 20 marzo 2013

"Ama il tuo nemico". Perché è dentro di te.

Ama il tuo nemico, diceva Cristo. 
E tutti noi abbiamo pensato almeno una volta nella vita Sì, come no, sono mica scema! Roba da masochisti!

La Morte - Giardino dei Tarocchi - Foto dell'autrice
Ma siccome tutto ciò che è esiste già dentro di noi, siccome siamo uno specchio che riflette ciò che davvero proviamo, il nemico non è mai esterno.

Ama il tuo nemico significa riconoscere che siamo noi a farci del male, anche quando pensiamo non dipenda da noi.
I nostri pensieri e schemi mentali - spesso acquisiti dalla nostra famiglia oltre che dalla società - creano la nostra realtà e possono essere il nostro peggiore nemico. 

L'unico modo per annientarlo è amarlo.
L'appeso - Giardino dei Tarocchi - Foto dell'autrice
L'amore è l'ingrediente alchemico per trasformare il nemico in alleato. Per trasmutare il piombo in oro.

Amare il proprio nemico significa riconoscere che è una parte di noi che non si ama e che chiede solo di essere accettata e compresa, accolta senza giudizio e amata incondizionatamente.

L'unico modo per illuminare i nostri lati bui è inondarli della luce del nostro amore.

martedì 19 marzo 2013

Un'epoca rivoluzionaria per la Politica e lo Spirito

Forse molti ricordano che nei giorni 12/12/12 e 21/12/12 si sono aperti dei Portali di Energia Cosmica. Portali che aprivano all'energia di cambiamento, del salto evolutivo collettivo. 
Una rivoluzione interiore che si manifesta all'esterno nelle cose del mondo.

Ebbene, pochi mesi dopo, in questi giorni, nel segno dei Pesci - segno spirituale di grande sensibilità, compassione, empatia e umiltà, che annovera molti mistici - ecco le elezioni politiche che portano una ventata di novità nel nostro parlamento (al di là delle polemiche), e l'elezione del nuovo papa, un uomo di grande umiltà, che promette di riportare la Chiesa ai valori originari, lontani dall'opulenza e dalla corruzione.

Foto dell'autrice 
Un caso? Il caso non esiste.

In un altro articolo ho anche spiegato che stiamo assistendo, a livello astrologico, al transito rivoluzionario di Plutone in Capricorno.
Ritorno alla terra, alla semplicità, all'umiltà.

Plutone, collegato all'inconscio collettivo, è nel mito il dio degli Inferi, che porta rinnovamento. 
Dopo un periodo di buio nel ventre della terra per far riposare i semi, ecco la luce che fa crescere il raccolto.
Infatti Plutone era anche celebrato come dio della fertilità della terra, della vita che si rinnova dopo la morte.

Il Capricorno è il segno della concretezza, della forza interiore, dei sani principi morali, del desiderio di essere utili al prossimo, nonché della temperanza.

Particolare delle vecchie scarpe di Papa Bergoglio
Ecco che, letto in questa chiave, il tempo che stiamo vivendo è davvero un tempo rivoluzionario, arrivato per scardinare il vecchio, i privilegi, le falsità, il marciume accumulato dalla politica e dalla Chiesa come istituzioni intoccabili.

Il tempo del grande Salto Evolutivo è giunto.
Speriamo che la massa critica colga questa opportunità di cambiamento collettivo per un mondo più giusto.

lunedì 18 marzo 2013

Come disobbedire ai condizionamenti

In un articolo precedente si è affrontato il problema dei condizionamenti mentali che ci fanno dire Non c'ho voglia.
Ma come fare a disobbedirvi?

Foto dell'autrice
Alberto Chiara ci spiega che per farsi venire voglia di fare qualcosa basta visualizzarla per pochi secondi. Caricare la suggestione che prevale sui condizionamenti. 
Ci visualizziamo fare quella cosa con il corpo rilassato.

Per disobbedire ai condizionamenti che invece ci portano la tentazione di fare qualcosa che non dovremmo, per esempio mangiare l'ennesima fetta di torta anche se sappiamo che ci fa male, si va in un'altra stanza a fare altro. 
Dopo cinque minuti si torna e se la tentazione c'è ancora si rifà l'esercizio, fino a che la voglia scompare.
Perché abbiamo disobbedito al condizionamento che ci impone di mangiare anche contro la nostra logica ed esso non ha più lo stesso potere su di noi.

Anche la reazione emotiva è un condizionamento.
Foto dell'autrice
Quando abbiamo una reazione negativa verso qualcuno, e ci arrabbiamo, il modo più veloce ed efficace per scaricarla è fare uno sforzo fisico, dice Alberto Chiara.

Ad esempio fare delle flessioni, o premere con tutte le forze le mani sul volante mentre guidiamo. 
Così si scarica subito l'accumulo di malessere.
Va bene anche per scaricare le paure.

Lo sforzo fisico dà sempre benessere immediato, infatti anche la depressione si combatte, tra l'altro, con l'esercizio fisico. 
Un corpo che non fa esercizio fisico è più facilmente preda dei condizionamenti, delle abitudini. 

Insomma, ora che abbiamo la chiave, sta a noi decidere se continuare a essere agiti dai nostri schemi mentali oppure prendere la situazione in mano e disobbedirvi.
Diventiamo la mano, non la marionetta.

sabato 16 marzo 2013

Cancellare le memorie

Foto dell'autrice
Ci spiega Alberto Chiara che tutto il nostro sentire è l'insieme delle nostre memorie registrate nella vita.

Il nostro corpo nasce già con circa 2000 memorie registrate e a noi trasmesse dai nostri genitori e avi.

Se la nostra mente da piccoli va spesso su un'emozione, si carica di quella memoria per sempre.

L'invecchiamento è il corpo che continua a caricare memorie fino ad esserne sopraffatto, il dolore lo fa invecchiare, lo piega avvicinando l'ora della morte.
Le malattie sono una somma di memorie, anche familiari.

Ma come si cancellano le memorie?
Per prima cosa, portando la sensazione del rilassamento dentro la memoria. Restare in uno stato di abbandono fisico dentro la memoria di un evento della nostra vita. 
Creando così un nuovo sentire.
Rivivere la memoria ma con il piacere del rilassamento. Come se all'epoca il nostro corpo non fosse contratto dall'emozione ma rilassato.
Riuscire ad avere una mente che non produce più sensazioni. 
Se non piacevoli, aggiungo io.

Quando cambiamo le nostre memorie, noi cambiamo subito, nel nostro presente. 

Tuttavia, anche quando non siamo in un'emozione, questa produce comunque sensazioni, tutte le memorie insieme creano l'atmosfera della nostra vita, che è una vita priva di gioia.

Quindi, entrare nella memoria, vederci da piccoli, poi alle elementari, alle medie, eccetera, con il corpo rilassato.

Foto dell'autrice
Il passato non c'è da nessuna parte.
C'è solo nella nostra memoria.
Esiste solo dentro di noi.
Il passato deve essere creato da noi, non costruito dalle memorie ereditate, acquisite alla nascita.

Se io cambio il mio passato, cambio il mio presente, e quindi anche il futuro.

La seconda tappa consiste nel creare il nostro corpo ideale.
Sempre stando nel rilassamento, ci vediamo fare le cose con il nostro corpo ideale, che non avrà le memorie del nostro corpo.

Saremo così autentici, perché creeremo da zero e non in base alle memorie.

Io mi permetto di aggiungere che anche nella tecnica chiamata Costellazioni Familiari quando si va a sciogliere uno schema familiare ereditato, si rimuove una memoria collettiva dell'intero gruppo familiare.
Tu liberi anche le persone della tua famiglia oltre che te stesso. Nel passato e nel futuro. 





venerdì 15 marzo 2013

Essere fedeli a sé stessi

Parliamo spesso di coerenza come qualcosa di imprescindibile.
Perché pensiamo che non essere coerenti significhi tradire i propri ideali, la propria natura.
In realtà, essere sempre coerenti può essere un moto della mente, con le sue identificazioni, che rischia di farci avanzare sempre sulla stessa strada diritta per partito preso. 

Autoritratto dell'autrice
Quanti di noi avranno sentito un famigliare, spesso un partner o un genitore, rimproverargli di non essere coerente?
Ma cosa significa essere coerenti per noi, nel profondo?

Non dobbiamo confondere essere coerenti con essere fedeli a sé stessi.
La coerenza è qualcosa che gli altri vedono dall'esterno secondo il loro metro di giudizio. Che spesso non corrisponde alla nostra vera natura.

Noi siamo qui per evolvere. Siamo qui per trovare la strada verso Casa. La nostra Casa interiore.
Capita, maturando, inciampando nella vita con le sue sorprese, con le nostre difficoltà, di cambiare opinione. 
Di smettere di pensare cose erronee su noi stessi.
Di vedere le cose da un altro punto di vista.
Non è incoerenza. 
E' evoluzione. E' scuola di vita. E' umiltà.
Ammettere che ci siamo sbagliati. 
Gli errori servono a svegliarci.

Autoritratto dell'autrice
Essere fedeli a sé stessi significa quindi seguire sempre il cuore, l'istinto, la voce interiore.
Ci attirerà le critiche, è inevitabile.
Ma come dice anche Clarissa Pinkola Estés, quando gli altri ti criticano aspramente e disapprovano le tue scelte, sei sulla strada  giusta.
La tua.

giovedì 14 marzo 2013

Piccole meditazioni sull'Uno

Questo è il mio libro appena pubblicato.
Si intitola Piccole meditazioni sull'Uno.
Un piccolo libro fotografico corredato di perle di saggezza senza tempo per meditare sulla nostra sostanziale unità con il Tutto, con l'Uno.
Foto dell'autrice
Si può anche usare come libro delle risposte aprendolo a caso. 
Magari formulando una domanda prima.

Nella colonna destra del blog si può trovare il widget (icona) di riferimento.
Il libro è acquistabile solo online.

mercoledì 13 marzo 2013

Non inseguire cose e persone. Preparati a riceverle.

Quando vogliamo qualcosa siamo tentati a cercarla, inseguirla.
Più ci sfugge, più il nostro istinto ci porta a rincorrerla.
Un istinto predatorio insito nel nostro DNA.
Foto dell'autrice

Ma i Maestri ci dicono che nulla è davvero al di fuori di noi.
Pensare che qualcosa o qualcuno ci manchi, di non essere completi o comunque felici e soddisfatti senza l'oggetto del nostro desiderio, è in realtà un'illusione. L'illusione di essere separati da esso.

Se vuoi cambiare il mondo intorno a te devi cambiare tu stesso, perché sei tu l'origine di tutto.

Quindi, se davvero desideri qualcosa, non concentrarti sul senso di mancanza, ma preparati a riceverla. 
Purifica tutte quelle parti inconsce che creano ostacoli, togliti la paura, la lamentela da dentro.
Togliti il chiacchiericcio dalla mente, quello che fa resistenza, che ti dice di non meritare ciò che vorresti ricevere.
Liberati dalla frenesia, dall'impazienza.

Foto dell'autrice
Siediti, e attendi che la serenità venga a te.
Esercita la pazienza e la fiducia. Esercita la pace del cuore.
Smetti di cercare, perché ciò che vuoi davvero è là fuori e sta cercando te.
Permettigli di trovarti. E di trovarti sereno.

Crea uno spazio sacro dove tutto è possibile.
Diventa un magnete per i doni.


martedì 12 marzo 2013

I pensieri fissi

Come già è stato scritto, i pensieri sono energia, energia creatrice.
I pensieri fissi non fanno che creare di continuo ciò che abbiamo in testa. 
Foto dell'autrice
Soprattutto se è una paura. Anche inconscia.
La Paura è un'energia potentissima, di poco inferiore all'Amore.

Ogni nostra paura si materializza così nella nostra vita, e noi crediamo che sia solo sfortuna. O, peggio, un persecuzione da parte del mondo nei nostri confronti.
Chi soffre di fobie lo sa. La cosa che temi di più al mondo finisce per perseguitarti.
Se ti osservassi bene, con obiettività, scopriresti che i tuoi pensieri sono concentrati proprio lì, sull'oggetto della tua paura irrazionale e profonda. 
Il timore costante di incontrare la nostra paura non fa che richiamarla alla nostra attenzione.
Foto dell'autrice

I pensieri fissi sono una prigione che ci impedisce di fluire con la vita.
Come possono i doni venire a noi se ci siamo rinchiusi dietro a sbarre pesanti dove non passa nulla?
Pensare di poter esercitare un controllo sulla nostra esistenza, preoccupandoci preventivamente di ogni dettaglio, è come rinchiudersi per mesi in casa nel timore di un tornado anche quando non è in previsione. 

Lasciare andare i pensieri fissi dona alla mente la capacità di ricevere meglio le intuizioni, ma soprattutto allontana da noi proprio ciò che non vorremmo mai attirare!



lunedì 11 marzo 2013

Sentirsi liberi

La libertà non è uno stato fisico.
Dicono i grandi Maestri che puoi sentirti libero anche nella cella buia di una prigione. 
La libertà è una condizione dell'anima.
La nostra anima è illimitata. Non si può imprigionare.

Foto dell'autrice
Eppure, noi siamo bravissimi ad autolimitarci, a sentirci in trappola, a sentirci soli anche in mezzo a una folla. A dire Non posso, non ce la faccio, è impossibile. 

Il contrario di libertà non è restrizione ma Paura.
In assenza di paura noi riconosceremmo la nostra condizione originaria di libertà e illimitatezza.
Foto dell'autrice

Sentirsi liberi di agire, di esprimerci, di sognare, di cambiare, di amare, è togliersi qualsiasi giogo autoimposto.
E' cominciare a vivere davvero.
Dato che le catene ce le siamo costruite da soli, noi e soltanto noi possiamo spezzarle.

sabato 9 marzo 2013

Conservare il proprio mistero

Le persone chiacchierone lo sanno, quanto sia difficile mantenere il riserbo sulla propria vita, e quelle insicure quanto sia difficile non chiedere consigli o aiuto agli amici.
Ma parlare sempre di noi, intervenire spesso nei discorsi, ci toglie carisma.
Le persone che si svelano troppo, facendo emergere nei discordi dubbi e insicurezze, perdono potere.

La presenza massiccia dei social network nella nostra vita contemporanea non aiuta.
Il mio mistero - Autoritratto dell'autrice
Spesso ogni pensiero o sfogo, seppure sciocco, viene vomitato pubblicamente, e anche la mania di scattare e condividere foto per ogni singolo evento, seppur banale, contribuisce a fare di noi persone di cui cui si sa praticamente tutto.
Veniamo banalizzati dalla vita digitale.
Tutti sono chiamati a dire la loro nei commenti.
Il velo del riserbo è stato lacerato per sempre.


Quando tiriamo fuori caratteristiche della nostra personalità e ci identifichiamo con esse - anche quando non ci piacciono - queste diventano la nostra maschera e la nostra etichetta agli occhi altrui.
Così finiamo per essere additati - anche in modo benevolo - da amici, familiari e conoscenti come la svampita, la nevrotica, l'ossessivo, l'attaccabrighe, il lamentoso, la simpatica canaglia, l'artistoide, l'intellettualoide, la ritardataria, e così via...


Le persone che sanno mantenere il riserbo su di sé hanno dalla propria parte il fascino del mistero, del non detto. 
Saper dosare bene le informazioni su di sé, sui nostri pensieri e opinioni, è un'arte.
Diventiamo davvero artefici della nostra vita senza rischiare di finire in uno stereotipo.

Autoritratto dell'autrice
Imparare a non parlare troppo di sé è un'utile autodisciplina per comprendere anche quanto davvero una cosa sia importante per noi da condividere e quanto invece sia solo un modo di riempire i silenzi che ci imbarazzano, di apparire più socievoli, o di esprimere le proprie angosce e lamentele, buttandole fuori nell'illusione di trovare una risposta esterna ad esse.

Come ho già scritto, un modo semplice ed efficace per far tacere la mente - e di conseguenza la lingua! - è recitare un mantra.