giovedì 31 gennaio 2013

La logica del Divino

In quanto esseri pensanti, orgogliosi della nostra logica, ci aspettiamo che tutto nell'Universo funzioni esattamente come ci aspettiamo. 
Uno più uno fa due, non ci piove, e se fa due per noi, lo farà anche per l'Universo intero...

E invece no. La logica del Divino sembra un paradosso.

Universal Womb - Foto dell'autrice
Se hai pochi soldi e vorresti averne di più, l'Universo potrebbe portarti a doverne devolvere una parte. Perché? Perché così smetti di avere attaccamento alla paura di perderlo. Perché la paura è un potente magnete. E se ti concentri sulla paura di rimanere senza soldi, alla fine è proprio quello che otterrai! 
Devolvine una parte e darai all'Universo la dimostrazione che ti affidi, che stai generando abbondanza per qualcun altro e tale abbondanza - è una Legge - tornerà a te.

Se hai pochi amici, invece di tormentarti con la paura della solitudine - che attrarrebbe solo altra solitudine - oppure di sforzarti di uscire con della gente che non ti piace nemmeno solo nella speranza di intrecciare nuove amicizie, impara a stare bene da solo! 
Stare bene con sé stessi è stare bene con il mondo intero. Dalla tua armonia nasceranno amicizie vere, perché attrarrai persone che vibrano sul tuo stesso benessere.

Se hai in mente di raggiungere un certo obiettivo, la cosa peggiore che tu possa fare è esserne ossessionato. Una volta stabilito l'obiettivo e investita l'energia per avvicinarci a esso, lasciamolo andare. Lasciamo che l'Universo cospiri per darci l'intuizione giusta o la coincidenza giusta per arrivare dove vogliamo. 
Questo è avere fede. 
Silent prayer - Foto dell'autrice
Non dobbiamo permettere alle nostre paure di non conseguire un risultato di avere la meglio.

Per cambiare una situazione che non ci piace, un'emozione, o uscire da un ambiente che ci sta stretto, secondo la logica del divino dobbiamo imparare ad amare quello che stiamo facendo, il posto in cui stiamo vivendo. Accettare. Sapendo che è una situazione passeggera. Più poniamo resistenza e più ne rimaniamo intrappolati. 

Insomma, bando alla logica umana e al senso comune. Se volete davvero essere felici e in armonia con il fluire della Vita, rompete la logica, usate il paradosso, fate cose pazze.
Così, nel frattempo, vi sarete pure divertiti!

mercoledì 30 gennaio 2013

La spiritualità non ha padroni - la suora yoga

Mi è capitato, alcuni anni fa, di imbattermi in una donna che mi è rimasta impressa. 
Viveva in una ex cascina immersa nel verde di una valle montana, ora trasformata in un centro spirituale olistico e agriturismo.

La signora che lo dirigeva accolse me e le mie amiche con una felpa di pile a colori vivaci e ai piedi sandali senza calze, nonostante fosse fine ottobre. Dopo averci mostrato il centro, all'esterno del quale alcune persone stavano praticando Tai Chi in silenzio, e un piccolo cromlech che aveva tutta l'aria di un santuario pagano molto antico, ci raccontò la sua storia.

Era svizzera tedesca, e ci disse, con il suo forte accento:
"Io zono stata per fenti anni in monastero di Klauzura qvi in Piemonte".
Foto dell'autrice
Sorridendo per il nostro stupore, ci disse della sua passione per la pratica dello yoga, che aveva introdotto al monastero.
Le sue consorelle ne erano entusiaste, al punto che la donna decise di aumentare le ore settimanali di pratica di questa disciplina.
E qui si scontrò con il vescovo.
"Il fescofo mi ha detto: Troppe ore di yoga per konfento. Cozì io me ne zono andata fia."
Buttando il velo alle ortiche.

Foto dell'autrice
Ho ripensato al mito artemidiano della donna che segue le sue scelte fino in fondo e non accetta padroni - o tutto o niente - e se ne va nella foresta a inseguire il suo sogno, la sua ragione di vita.

Non riesco a immaginare delle suore che fanno yoga in convento, ma l'idea è meravigliosa e, prima di tutto in quanto donna, sono contenta che questa monaca abbia scelto di non sottostare a delle restrizioni ingiuste e immotivate, se non dalla chiusura mentale dei suoi superiori.

Perché la spiritualità, quella vera, profonda e sentita, non ha padroni. 
Segui il tuo sogno, se senti che ne vale la pena. 
Siamo qui per usare i nostri doni e seguire la nostra propria missione.
Nessuno può sapere al posto nostro cosa inseguire.

A guardarla negli occhi, a leggere il suo sorriso, l'ex suora yoga era una donna realizzata.


martedì 29 gennaio 2013

Il nostro Osservatore Silenzioso

Vi è mai capitato di essere nel mezzo di un litigio, o di una vostra  lamentela, o di essere arrabbiati e gridare delle cose ad alta voce e sentire che qualcuno dentro di voi sta osservando la scena trovandola assurda e divertente?

Foto dell'autrice
A me capita spesso. Mentre sono nervosa e mi lamento di un  ritardo o rispondo stizzosa a una provocazione, sento che da qualche parte dentro di me c'è qualcuno che osserva e mi dice ridendo: Ma che cavolo stai dicendo? Non dire 'ste stronzate, che tanto non ci credi nemmeno tu!

Ebbene, quello è l'Osservatore Silenzioso.
Quella parte del Sé Superiore che vede le cose dal punto di vista degli dèi, cioè con il distacco ieratico del divino.

E' la parte più pura e più vera della nostra anima, la scintilla divina che ci portiamo dentro e che osserva con interesse tutto ciò che è umano. 
Il senso di separazione, i sentimenti e le emozioni che fanno parte dell'incarnazione terrena.
I Maestri ci dicono che non ci giudica. Che è imparziale.

A essere sincera non sono sempre sicura che il mio Osservatore Silenzioso sia sempre al di là del giudizio, ma è comunque bonario! E, a dirla tutta, non è affatto silenzioso quando mi fa una simpatica ramanzina...

Il mio Osservatore se la ride dei miei momenti in cui perdo le staffe e dico cose sciocche. Specie quando cerco di tirare fuori la parte autoritaria con mia figlia, ben sapendo che non funziona affatto. Che essere autoritari non è la stessa cosa di essere autorevoli.
Eppure tutti caschiamo negli automatismi della personalità, negli schemi creati da bambini, o creati dai nostri genitori e da loro acquisiti senza rendercene conto, oppure senza riuscire a sganciarli.
Foto dell'autrice

L'Osservatore Silenzioso è lì per questo. Per ricordarci che noi non siamo la nostra personalità, non siamo il nostro lavoro né il nostro corpo. Siamo qualcosa di più, di divino, immortale e illimitato.

Lasciamo che l'Osservatore ci sia maestro, e ci illumini con la sua saggezza lungo il cammino della vita. E se per caso ci sta parlando, ascoltiamolo. Parla poco, ma quando lo fa non può essere ignorato!



lunedì 28 gennaio 2013

Ringraziare sempre per l'abbondanza

Vi ricordate mai di dire grazie davanti ai banchi colmi di frutti della terra fragranti al mercato? Dite mai grazie mettendo la spesa nel carrello?
State portando a casa il cibo necessario a sfamare voi e la vostra famiglia, lo date per scontato, e magari vi lamentate anche che vorreste poter comprare di più, mangiare di più.

Lo sapete che il primo segreto per ricevere l'abbondanza è la gratitudine?

Siete davanti al bancomat per prelevare soldi e il vostro unico pensiero è rivolto al conto in banca e alla preoccupazione che si assottigli sempre più. Avete pensieri di povertà. Non avete gratitudine per la ricchezza del mondo che in quel momento sta portando a voi il denaro necessario.


Foto dell'autrice
Lo so che per una mente razionale tutto ciò non ha senso.
Pensate che se il conto in banca è quel che è, è inutile pensare alla ricchezza del mondo.
Sbagliato!
Il mondo stesso è dentro di voi, siete voi a crearlo. Non mettete limiti. Credete nei miracoli. Affidatevi. 
Sappiate che l'Universo cospira sempre per farvi avere ciò che vi serve. 

Se avete bisogno di più soldi, non serve lamentarsi. Ciò peggiorerebbe la situazione perché vi concentrereste sulla mancanza.
Chiedete con fiducia e vedrete che da qualche parte arriveranno.
Parola mia, funziona!

Cominciate con la gratitudine per ciò che già avete. Se avete un conto in banca, anche piccolo, è già qualcosa! 

"Date e vi sarà dato (...) perché con la misura con cui misurate, sarà misurato a voi in cambio" dice Cristo;
"La gratitudine per l'abbondanza che hai ricevuto è l'assicurazione migliore per l'abbondanza futura" gli fa eco Maometto.

Come suggerisce Rhonda Byrne nei suoi libri The Power e The Magic, benedite sempre la vostra spesa, la vostra dispensa, ringraziate per il denaro che ricevete, anche prelevando al bancomat, ringraziate anche quando fate shopping, perché vi state regalando abbondanza. 
Foto dell'autrice
Amate le banconote nel vostro portafoglio, trattatele bene, tenetele in ordine. Dite sì al denaro e all'abbondanza portata dalla vita.

Io, personalmente, tengo sempre un po' di banconote straniere nel portafoglio, di modo che ci sia sempre denaro, comunque. 
E nell'ingresso di casa tengo una cesta di vimini con della frutta dentro.
Il mio modo personale di rendere grazie per l'abbondanza.
Non importa come, ma trovate il modo di farlo!

domenica 27 gennaio 2013

Darsi attenzione amorevole

Il nostro corpo, dobbiamo ammetterlo, è sempre un po' bistrattato.
Lo critichiamo, lo portiamo in giro come un fardello lamentandoci dei dolori che sentiamo in esso, dimenticando che è il nostro principale veicolo per sperimentare la materia. 
E dimenticando di averlo scelto prima di nascere, così come ci siamo scelti genitori, luogo e condizioni di nascita.

Come dice Alberto Chiara nelle sue lezioni, le nostre cellule sono orfane del nostro amore.
My heart full of you - Foto dell'autrice

Le nostre cellule sono Amore allo stato puro, perché vibrano con lo stesso amore che crea la vita, ed esse stesse lavorano con amore incondizionato per l'armonia delle altre cellule che compongono il nostro organismo.

La vibrazione dell'Amore è la vibrazione della realtà. Serve a tutti noi per entrare davvero in contatto con la realtà.
Tutto il resto è illusione, filtro mentale.

Nel sentimento dell'amore la mente tace, perché non lo può creare, non può sviluppare quel sentimento.
Non importa che tipo di amore sia, se passionale, materno, filiale, platonico, eccetera.
L'attenzione amorevole che diamo anche all'altro, alla persona che amiamo, nasce sempre e solo dal Sé.
Se davvero vogliamo conoscere una persona dobbiamo amarla. 
Solo così si entra in contatto profondo con lei, in comunione.

Tornando al corpo, per entrare in esso e sentirlo davvero, per fargli recuperare il suo stato naturale, dobbiamo dargli attenzione amorevole.
Con l'attenzione amorevole sviluppi i tuoi poteri di guarigione.

L'amore è apprezzamento che cresce, dice Alberto Chiara.
Womanly - Foto dell'autrice

Quindi, prendiamoci qualche minuto al giorno per amare le nostre cellule, il nostro corpo intero, dando attenzione amorevole a questo meraviglioso involucro, il nostro veicolo terrestre.

Con l'attenzione amorevole ogni organo del nostro corpo vibra di amore, la sua energia sale di livello e non si ammala.

Secondo il famoso cardiologo israeliano Nader Butto, i nostri organi si ammalano quando la loro energia cala di livello.

Bastano pochi minuti al giorno. Sentiamo questo corpo, mandiamogli amore incondizionato. Parliamogli dolcemente.
Così le nostre cellule non saranno più orfane del nostro amore.



sabato 26 gennaio 2013

Lo scoramento e la Legge dell'Ottava

Capita a tutti di sentirci in un momento di scoramento, in cui gli obiettivi cui tanto abbiamo lavorato, con passione e impegno e abnegazione, continuano a sfuggirci. 
Oppure capita di sentirci in stallo, come in stand by, con la sensazione di non sapere più come avanzare verso ciò che ci siamo prefitti. Tutto tace, tutto rimane fermo.

E' la Legge dell'Ottava. Una Legge naturale.
Così come nel macrocosmo, anche nel microcosmo l'energia ha andamenti ciclici. Tutto tende verso il basso, come la Legge di Gravità. L'energia liberata ad un tratto comincia a scaricarsi.

Rebirth - Foto dell'autrice
Il salto di ottava è l'unico modo per portare a termine i progetti.
Come nella musica, si cresce per salti di ottava, infatti il DO ha la stessa vibrazione, ma saltando da un'ottava all'altra il suo valore è doppio rispetto alla precedente. 
Quindi l'Ottava Alta sembra apparentemente uguale ma non lo è. E' come un balzo quantico, un salto dimensionale. Dipende dal nostro stato di coscienza.


DO: progetto iniziale, atto di volontà, direzione del pensiero;
RE: si passa all'azione sull'onda dell'entusiasmo;
MI: ci si rende conto delle difficoltà incontrate sul cammino che non si erano considerate;
FA: ci si sforza di superare la crisi con il pensiero razionale;
SOL: si riprende l'azione con un ulteriore sforzo e con concentrazione maggiore;
LA: ci troviamo davanti ai nostri limiti e non sappiamo come superarli;
SI: si entra in crisi, scoramento, non si riesce a capire cos'altro possiamo fare per raggiungere quegli obiettivi che ci paiono nei fatti ancora lontani;
DO: si riparte con una nuova spinta motivazionale, consci di questa Legge naturale e universale; oppure si punta a un nuovo obiettivo.


Simphony of the night -  Foto dell'autrice
Se si conosce la Legge dell'Ottava si può capire perché spesso i nostri progetti non vanno a termine. 
E' perché quando l'energia si scarica non le diamo altra energia motivazionale per fare il alto di qualità.

Se si usa la Legge nel modo giusto non ci sono limiti a ciò che possiamo conseguire nella nostra vita.
Il salto di ottava è l'unica via per arrivare ai nostri obiettivi.
Basta non demordere. Basta avere la chiave giusta.




venerdì 25 gennaio 2013

Quello che chiedo... o qualcosa di meglio!

Capita che ci fissiamo su un desiderio, capita che la personalità con il suo Ego smisurato ci si metta di mezzo.
Vogliamo quella cosa e la vogliamo adesso.

Foto dell'autrice
Con un po' di umiltà e un pizzico di autoanalisi cominciamo a capire che forse abbiamo poca pazienza e dobbiamo solo aspettare che la cosa si manifesti. Intanto viviamo la nostra vita, gioiamo, ci godiamo il viaggio.

Passa il tempo e non succede nulla. Allora pensiamo che forse abbiamo ancora delle resistenze da qualche parte nell'inconscio.
Qualcosa dentro di noi sta remando contro, convinzioni inconsce, paura di fallire o al contrario paura del successo... 
Ci lavoriamo su con impegno, smontandoci pezzo per pezzo.

Passa altro tempo e tutto è statico. 
Cominciamo ad irritarci, chiediamo all'Universo perché il nostro desiderio non è ancora stato esaudito, snoccioliamo tutti gli esercizi fatti per smontare le nostre resistenze al successo, e poi snoccioliamo - già che ci siamo - anche una sfilza di preghiere e invocazioni a modo nostro.

Poi capita di leggere una frase su un libro preso per caso (ma sarà davvero un caso? Il caso no esiste!), ed ecco la luce rischiarare il buio in un attimo.

Nel libro qualcuno dice di avere l'abitudine di chiedere sì, ma di terminare la richiesta con la frase: Questo o qualcosa di meglio.

Sì, perché questa resa è l'ammissione che l'Universo ne sa più di noi, sa meglio di chiunque altro cosa sia davvero per noi, cosa sia necessario e fondamentale per la nostra crescita nel viaggio terreno e cosa invece sia solo banale velleità che non ci arricchirebbe l'anima. Sarebbero solo tempo ed energia sprecati.

Foto dell'autrice
Affidarsi all'infinita saggezza del Divino, al suo infinito Amore, ammettendo che il suo Piano è ancora meglio del nostro perché può vederlo dall'alto e quindi averne una visione più completa. Questa è la vera saggezza umana.
Essere abbastanza ambiziosi da chiedere ciò che sogniamo perché sappiamo di meritarci di più, ma abbastanza umili da arrenderci al Piano divino che ci ha messi qui per essere messo in pratica.

Una volta praticata la resa, le Porte dell'Abbondanza si aprono.
Perché non abbiamo più l'attaccamento al risultato. Il nostro risultato agognato.
Se non è quello sarà certamente qualcosa di meglio!

giovedì 24 gennaio 2013

COSA, non COME!

Chiedete e vi sarà dato, disse Cristo.
E tutti i Maestri spirituali dicono lo stesso, pure gli scrittori di libri sulla Legge di Attrazione. 

Ovvero, chiedete cosa vorreste. Ma non come.
Il grosso problema è che noi non riusciamo a smettere di esercitare il controllo su tutto ciò che ci circonda. 
Quindi, non ci limitiamo a chiedere, a sperare, ad affidarci. 
Intuition - Foto dell'autrice
E' più forte di noi. Vorremmo che le cose andassero esattamente come ce le immaginiamo. E se le nostre aspettative vengono deluse, andiamo in crisi. Temiamo che la Legge di Attrazione non funzioni più.

In realtà, esercitando il controllo sul come stiamo dicendo in modo implicito all'Universo che non ci fidiamo di Lui.
Che temiamo di non venire compresi o che immaginando ogni singolo dettaglio, anche le modalità di accadimento di un evento, sia più facile crearlo.

L'Universo opera in modi misteriosi, lo sappiamo.
Ma lo dimentichiamo quando più ci servirebbe avere fede nella Sua Opera.

Joe Vitale dice che dobbiamo limitarci a desiderare di ricevere ciò che chiediamo e agire solo quando ci sentiamo ispirati. 
Quindi, va bene agire per ottenere, invece che attendere sotto un albero che l'Universo ci mandi le cose, ma agire solo sotto ispirazione.
Foto dell'autrice
Se non agiamo sotto ispirazione, rischiamo di forzare il come.

In fondo, quando guardiamo un albero spoglio desiderando che presto fiorisca per regalarci lo spettacolo meraviglioso dei suoi petali profumati, non ci verrebbe mai in mente di suggerire all'Universo come far fiorire quell'albero!

mercoledì 23 gennaio 2013

Le parole creano mondi

Tanta gente si sveglia al mattino e pensa Che brutta giornata, solo perché è di cattivo umore o perché fuori piove.
Poi si stressa nel traffico pensando al lavoro, agli impegni famigliari  e si lamenta Che vita di merda!
Foto dell'autrice
Magari qualcuno ti tampona o i vigili ti fanno una multa e pensi Che sfiga che ho!
Sei sposato e pensi Il matrimonio è una tomba; sei single e pensi Non mi si fila nessuno.
Vuoi fare l'artista e sospiri: Ah, non riuscirò mai a vivere della mia arte...
Vorresti cambiar casa e sei il primo a dire a te stesso che la casa dei tuoi sogni non te la potresti mai permettere.

Smettetela subito! Adesso! Stop!
Basta pensare a quanto NON valete, a quanto siete sfigati, ecc.
Non è vero nulla.

E' VERO CIO' CHE NOI PENSIAMO SIA VERO.

Come dice Louise L. Hay nel suo libro Puoi guarire la tua vita (ed. Armenia), Se lo credi, sembra vero.

Sembra. Ma non lo è.

Il pensiero crea la nostra realtà. E se continuate a raccontarvi da soli la storia dei vostri presunti fallimenti e delle vostre presunte inettitudini, beh, quello che otterrete sarà arrivare alla tomba pensando Lo sapevo, l'ho sempre detto che la mia vita non valeva un centesimo.

Cominciate ad allenarvi a resettare tutte le cattive idee autolimitanti che avete su voi stessi.
Passo dei desideri (Sardegna) - Foto dell'autrice

Un giorno un rabbino ha detto:
"Il giorno in cui siete nati è stato il giorno in cui Dio ha deciso che il mondo non poteva esistere senza di voi."

Pensate che una divinità sia così beffarda da mettere al mondo dei falliti senza speranza?




martedì 22 gennaio 2013

La lamentela abbassa le vibrazioni

I nostri pensieri sono energia, ormai lo sappiamo.
E' questa energia che crea la nostra realtà, in genere a livello inconscio, ed è con questa energia che comunichiamo con l'Universo, con il Divino.

Il diavolo, Giardino dei Tarocchi - Foto dell'autrice
Allora perché continuiamo a lamentarci?
Piagnucoliamo, ci sentiamo vittime, ci concentriamo su ciò che non abbiamo e vorremmo con tutte le nostre forze, ma invece di avere fede e pazienza, contiamo i giorni e ci fissiamo sull'attesa.
Pestiamo i piedi e continuiamo a chiederci in maniera ossessiva perché perché perché?, sguazzando nella nostra scontentezza.
E così finiamo per fare resistenza.

Capita a tutti di avere giornate in cui ci sentiamo tristi e abbattuti, in cui ci sembra di faticare più del dovuto per ottenere ciò che desideriamo. 
Capitano le giornate in cui, nonostante tutto il nostro lavoro sul risveglio spirituale, nonostante tutte le cose che già sappiamo sugli schemi e le false credenze e i meccanismi malati che ci condizionano, scoppiamo in lacrime disperati.
Magari stiamo camminando per strada e all'improvviso un'ondata di sconforto ci prende alla sprovvista e scoppiamo in lacrime, e proprio non riusciamo a controllarle.

Ho imparato che non è facendo resistenza alle lacrime e al malumore che si torna nella gioia.
A volte c'è bisogno di scaricare le tensioni, di lasciar fluire le lacrime che lavano via tutto, che disinfettano con il sale che contengono tutte le ferite che ancora dolgono sulla strada della guarigione. 
Lasciarle fluire come rito di pulizia, coscienti del fatto che è solo un momento, e che dietro la pioggia, dietro la spessa cortina di nuvole grigie, c'è sempre il sole.
Giardino dei Tarocchi (particolare) - Foto dell'autrice

Non è sbagliato essere di cattivo umore e piangere. E' deleterio rimanervi attaccati. Solo questo.
La lamentela continua, il vittimismo, questi sì che vanno eliminati dalla nostra vita come veleni, perché abbassano le nostre vibrazioni.
La lamentela è un disturbo di sottofondo, un brusio fastidioso che mette un filtro ai nostri desideri e rallenta il corso naturale delle cose.

L'Universo risponde a tutto, risponde sempre. Con la stessa vibrazione.
Allora vogliamo ricevere altro vittimismo, altre lamentele, altro senso di impotenza e inadeguatezza e bruttezza e fallimento?

Ottieni ciò con cui vibri.









lunedì 21 gennaio 2013

Fare pace con il passato

Le nostre ombre di oggi arrivano da lontano. Il nostro passato può gravare su di noi come un drappo nero e pesante.
Foto dell'autrice
Fare pace con il passato è alleggerirsi di quel peso.

Incolpare qualcuno della nostra infelicità da bambini - o comunque vissuta in passato - anche ammettendo che ci siano dei diretti responsabili, significa continuare a dare ad altri il Potere sulle nostre emozioni.
Il passato non esiste più, è andato.

Eppure noi lo viviamo come se fosse lì dietro l'angolo, in agguato come un assassino, pronto a colpire. Lo temiamo, ma ne siamo schiavi.
Quel passato è solo un'ombra, è inconsistente. Esiste solo nella nostra mente.

Foto dell'autrice
Fare pace con tutto ciò che è stato, smettendo di sentirci vittime, smettendo di provare le emozioni collegate agli eventi passati, è l'unico modo per essere davvero liberi.

Abbracciamo le nostre ombre, e poi lasciamole andare in pace. 
Ringraziamole, ci hanno reso ciò che siamo - nel bene e nel male.
E' tempo di dire loro che non ci toccano più. 
Apriamo loro la porta per lasciarle uscire per sempre dalla nostra vita. Ma con garbo. Con tenerezza. Le emozioni del passato sono come bambini spaventati. Vanno trattate con cura, con amore.

E' venuto il momento di vivere in un presente libero dall'ombra.
Nel momento presente c'è solo luce.

domenica 20 gennaio 2013

Sentire di meritare

Foto dell'autrice
"Sei abbastanza importante da chiedere e benedetto abbastanza da ricevere ciò che hai chiesto", ci ricorda Wayne Dyer, noto psicoterapeuta e scrittore americano.

Eppure lo dimentichiamo spesso, troppo spesso.
Il bambino mai cresciuto sepolto in profondità dentro di noi pensa di non essere abbastanza meritevole per ricevere ciò che desidera, e talvolta neppure ci prova, a chiedere. 
A questo si aggiunge l'adulto disincantato che pensa che la vita sia avara, che quello che hai è quello che ti meriti, e se non ci stai bene dentro non c'è nulla che tu possa fare.

In realtà è vero che quello che abbiamo, in un certo senso, è ciò che ci meritiamo. Ma non in senso religioso. 
Pensando a livello inconscio di non meritare di meglio, ci rassegnano a vivere una vita povera, senza gioia, piena di fatica, di ostacoli che paiono insormontabili...

Ci siamo dimenticati della Benedizione originaria, e che l'Universo ci ama, e che ci meritiamo di essere felici. Di essere appagati, di coronare i nostri sogni.
Perché i sogni veri - non le velleità - ma le aspirazioni profonde che ci smuovono dentro e ci fanno agognare al conseguimento dell'obiettivo, sono la nostra missione.
Foto dell'autrice

Veniamo al mondo con una missione, ognuna la sua personale, e con dei talenti. Ci meritiamo di esprimerli, di portarli nel mondo, fare dono di essi all'umanità.

Benedetti dal dono della vita, veniamo benedetti anche ad ogni dono che riceviamo.
Basta chiedere, e smettere di pensare che non ce lo meritiamo.

Se rimani in silenzio abbastanza da ascoltare la Vita, da sentire la Gioia incondizionata dentro di te, l'Amore allo stato puro, non avrai più l'illusione di non meritare la sua Benedizione.

sabato 19 gennaio 2013

Peccato originale o benedizione originale?

Spiacente, non ho mai creduto, fin da bambina, al concetto di peccato originale.
E' qualcosa che esula dal mio naturale sentire.
Ho sempre trovato ovvio che la vita sia benedizione. Come nel pensiero pagano, tutti nasciamo puri, perfetti. 
Quale dio sadico decide di farci nascere carichi di peccati, già maledetti?
Perché negarci il frutto della conoscenza e poi farci vergognare delle nostre nudità, una volta mangiato il frutto?
Impression of meadow - Foto dell'autrice
Non vi sembra che questa favola non abbia alcun senso? 
Eppure ci crediamo da oltre 5000 anni!

I Maestri spirituali ci insegnano che la vera Vita, quella non giudicata, non filtrata dalla mente, è pura gioia incondizionata.
La Vita è essenza di pura benedizione celeste, è un dono.
Nascere in questo mondo è avere l'opportunità di sperimentarsi in quanto esseri viventi, e non solo essenze fluttuanti.

Son of the Goddess - Foto dell'autrice
Quando stai nel sentire, con la mente calma e silenziosa, puoi entrare ancora una volta in quella gioia benedetta che è l'essenza  stessa della vita.
Puoi essere un tutt'uno con la felicità dell'esistere fine a sé stesso.
Puoi conoscere il tuo Sé. Puoi sentirlo sorridere dentro di te.

Dov'è la colpa?
Non c'è. 
Tutto è gioia.
Il resto è mente.

venerdì 18 gennaio 2013

L'Universo ama la velocità

L'Universo ama la velocità. Questo ci dicono i Maestri.
Flight above future - Foto dell'autrice
Quando hai un'intuizione, l'ispirazione, agisci!
Perché in quel momento i tuoi canali comunicativi sono aperti ai suggerimenti divini, l'Universo ti sta sussurrando all'orecchio, ti sta dando l'opportunità di creare qualcosa di nuovo.

Che sia un oggetto d'arte, una scoperta scientifica, un nuovo mestiere  che ancora nessuno ha inventato, un modo per uscire dai tuoi problemi, quello è il momento per cogliere il suggerimento e metterlo in pratica.

Non domani o chissà quando, pensando che non sappiamo come realizzarlo, che non abbiamo gli strumenti giusti, le conoscenze giuste, abbastanza soldi per finanziare il progetto o abbastanza capacità.

Se l'ispirazione è arrivata, allora è perché è il momento giusto.
Se non cogliamo il momento, allora qualcun altro, più determinato e intraprendente, riceverà la stessa ispirazione e noi ci accorgeremo, un giorno o l'altro, che qualcuno ci ha rubato l'idea.

L'Universo manda l'ispirazione a pioggia, chi ha i canali aperti la coglie. Tutto qui.

E quando invece chiediamo qualcosa: siamo sicuri di volerlo davvero?
Noi chiediamo, l'Universo risponde.
Non diciamo poi che non eravamo pronti, o che non pensavamo la cosa arrivasse così in fretta!

Chiediamo ciò che vogliamo davvero e chiediamolo chiaramente.
Feel joy - Foto dell'autrice
Se lo facciamo quando siamo davvero ispirati, quando sentiamo che è il momento giusto, che abbiamo l'energia giusta, potremo davvero sperimentare quanto sia vero che l'Universo ama la velocità.
In men che non si dica...

giovedì 17 gennaio 2013

Lo yoga della risata

Da un po' di tempo stanno nascendo corsi di yoga della risata.
Corsi che ci aiutano a tirare fuori l'anima ilare, giocosa, dissacrante e autoironica sepolta dentro di noi.

Mi è capitato tempo fa di partecipare a una lezione di prova e ricordo che arrivando a casa avevo i crampi alle guance.
Inner smile - Foto dell'autrice
All'inizio bisogna un po' sforzarsi di ridere, tanto per cominciare a sciogliere il ghiaccio. 
Ma a un certo punto si comincia a ridere davvero e di gusto, principalmente per l'assurdità della situazione.
Un gruppo eterogeneo di persone, una cinquantina, che ride senza motivo, battendo le mani, piegandosi in due, asciugandosi le lacrime agli angoli degli occhi. 

In realtà possiamo farci la nostra seduta di yoga della risata come e quando vogliamo nella nostra vita quotidiana.
Basta imparare a ridere di più delle cose della vita, di noi stessi, prendendoci meno sul serio, basta stare di più con gli amici, vedersi una bella commedia, aver voglia di gioire di più.

Si sa che ridere è terapeutico, e non c'era bisogno che ce lo spiegassero gli scienziati. 
Dice il vecchio detto che il riso fa buon sangue.
Baby laughing - Foto dell'autrice

A me piace molto la famosa frase di Chopin:
"Chi non sa ridere non è una persona seria".

Aggiungerei che chi non sa ridere non è una persona vera, autentica. 
Se tra i primi istinti dei neonati c'è il riso, cosa ci impedisce di continuare a ridere sinceramente anche da adulti?

mercoledì 16 gennaio 2013

Resistere all'amore è resistere alla vita

Capita quel giorno in cui due persone si incontrano.
Occhi negli occhi, anima che tocca anima, un sussulto, un frullo lieve nel cuore.
Si sono riconosciuti. Per un'istante sono diventati una cosa sola, un filo diretto che collega due anime che in realtà sono una che si manifesta in due corpi distinti. 
Sono fiamme gemelle.

Non ci sarebbe nemmeno bisogno di parole, solo un lasciarsi andare all'evidenza e vivere l'esperienza.
Ma le nostre personalità fanno resistenza, si inventano problemi che non esistono: troppo bello per essere vero, paura di soffrire, di illudersi, che finisca male, paura di non essere all'altezza, dell'intimità, di non essere pronti...
Foto dell'autrice

Ma quando una cosa accade è perché quello è il momento giusto.
Da occhio a occhio, da anima ad anima, da cuore a cuore sappiamo che è venuto il tempo di sperimentare l'Amore.

La Vita ci sta invitando alla sua danza, ci ha trovato un ballerino che sa ballare al nostro ritmo.
Non possiamo restare a guardare in una angolino, nel nostro cantuccio riparato.
Siamo stati chiamati a partecipare al gran ballo, siamo strumenti di un'orchestra perfetta.
Foto dell'autrice
Cosa stiamo aspettando?

Quante volte ancora la Vita ci riporterà di fronte a quell'anima che vibra con noi, occhi negli occhi, per riconoscersi ancora e sorridersi complici per l'ennesima volta? 
Quante volte dovremo ancora incrociarci per capire e aprire la porta del cuore?

Resistere all'Amore che ci chiama da occhio a occhio, da cuore a cuore, dai recessi del tempo in cui forse ci siamo già incontrati, significa resistere alla Vita.

martedì 15 gennaio 2013

La donna "fera"

Dea Madre - Foto dell'autrice
C'è una cosa che la donna moderna, addomesticata, ha dimenticato di sé: il suo Potere ferino.
La donna contiene in sé una natura fera, ovvero selvaggia, animalesca, un archetipo di Dea Madre che crea ma nello stesso tempo può distruggere in un ciclo perfetto di vita/morte/vita che ben rappresenta la circolarità dell'esistenza.

Come una lupa selvaggia, la Madre archetipa dà vita, protezione e nutrimento alle sue creature ma può trasformarsi in una belva feroce che annienta il predatore minaccioso. 
Le creature di ogni donna non sono per forza solo i figli. La donna ha in sé un naturale istinto di protezione dei valori e delle idee che le appartengono. 
La donna fera difende il proprio territorio psichico selvaggio e incontaminato con i denti e con le unghie, ringhiando e mordendo se necessario.

Riportare in vita l'istinto primordiale insito in noi significa tornare a noi stesse, a essere autentiche, libere da condizionamenti sociali e culturali che ci vogliono soggiogate, arrendevoli, remissive. 
In quanto femmine ci hanno insegnato a essere carine. A dire sempre sì, a farci ammirare.
Ma, come dice la saggia Clarissa Pinkola Estés in Donne che corrono coi lupi, vi immaginate un madre lupa che insegna alle sue cucciole a essere carine? A sorridere invece di difendersi dai predatori?

Dee Madri - Foto dell'autrice
La donna fera è una donna conscia del proprio Potere, della propria seduttività animale, centrata sui propri valori e fiera della propria essenza intrinseca. 
Si muove nel mondo con il proprio istinto infallibile, ha fiuto per le energie che la circondano.

La donna fera mangia, balla e fa l'amore come fosse la prima e unica volta, senza aver nulla da perdere, cammina a piedi nudi, scala gli alberi, corre a perdifiato nella campagna dietro i suoi cani, canta a squarciagola, ride e ama con autentico trasporto. 
Sa di essere fatta di sangue e carne e ossa e unghie e peli e accetta la propria fisicità, la propria natura materiale.

La donna fera si immerge nella vita con l'entusiasmo del cucciolo selvaggio ma con la consapevolezza della vecchia saggia.
E' vecchia e giovane allo stesso tempo.
Lo puoi vedere dai suoi occhi.
Che siano spalancati dall'entusiasmo o sottili fessure cariche di energia sessuale potente, la donna fera non è come tutte le altre.

Lo puoi vedere da come cammina, ancheggiando leggermente, a testa alta, da come si siede a gambe incrociate per terra o con i piedi sulla sedia. Mangia con le mani ma non è mai volgare.
A volte si veste con strani cappelli, a volte con sciarpine svolazzanti, con scialli o maglioni che ricordano il mantello di una strega medievale, ha collane che tintinnano o hanno il look crudo di monili ancestrali.
Comunque sia, la donna fera non passa inosservata.

E quando una tale donna diviene consapevole del suo Potere ferino, ecco che diviene una Dea in terra.
Se ascoltate bene, potete sentire il battito di tamburi selvaggi rombarle nel sangue e l'odore selvatico del suo sesso che vi chiama.



lunedì 14 gennaio 2013

Ad ogni anima il suo esercizio

Foto dell'autrice
Capita spesso di leggere nei libri cosiddetti di autoaiuto suggerimenti di comportamento o esercizi per ottenere ciò che desideriamo.

Sulla carta sembra tutto molto semplice: applichi il metodo credendoci e funzionerà. 
E se non funziona è perché hai delle resistenze inconsce e allora devi ripulirti da esse. 
Magari con il metodo ormai famoso chiamato Ho' oponopono (dal libro Zero Limits di Joe Vitale)...

Ma quando ormai hai sperimentato tutto, e ci hai creduto, e hai ripulito e ripulito con l'Ho'oponopono (che comunque è un ottimo metodo), e ancora qualcosa rimane in stallo, allora cosa devi ancora capire?

Quello che c'è ancora da capire, secondo me, è che noi - con le migliori intenzioni - ci buttiamo in un metodo che ci sembra efficace, magari perché risuona con un certo nostro modo di essere. Ci viene naturale.
Ma il punto è proprio lì.

Magari quello di cui abbiamo bisogno, invece, è l'esatto contrario!
Fare qualcosa che non faremmo mai. Magari per rompere gli schemi, o per superare certe barriere mentali. Oppure perché quella cosa deve essere integrata dentro di noi, e per integrarla dobbiamo fare qualcosa di nuovo, qualcosa che magari pensiamo non ci appartenga.

Esempio:
In un libro ti dicono che se vuoi smettere di essere single, devi smettere per prima cosa di comportarti da single. 
Quindi, basta mangiare dalla scatola davanti alla tv, devi cominciare ad apparecchiare per due, immaginarti in due... Devi fare spazio nell'armadio per ospitare i vestiti di un ipotetico lui...
Insomma, è il metodo del fare come se.
Immaginare che la cosa che desideriamo sia già la nostra realtà.

Il problema è questo:
Se tu se una persona con un'immaginazione fervida, con tanta fantasia, il fare come se ti viene naturale. Troppo naturale!
C'è il rischio che la tua vita si trasformi in una vita immaginaria, con il risultato di essere ancora meno concreta nelle relazioni. 
Perché tutto avviene solo nella mente.
Questo esercizio va bene solo per chi è troppo concreto e ha poca immaginazione. Ecco la chiave. 

Se sei una persona poco concreta, con troppa immaginazione, se ti manca l'elemento terra, allora il metodo migliore è imparare a fare le cose nel concreto. Non come se!
Se ti riesce difficile portare a termine un compito, o non sai come mettere in pratica un'idea, è proprio lì la chiave!
Perché è proprio la capacità di compiere gesti concreti che devi integrare. Ecco la sfida.

Foto dell'autrice
Quindi, prima di scegliere un metodo, dovremmo chiederci se questo sia il più adatto a noi. Dobbiamo prima conoscerci bene, essere obiettivi. 
Sarebbe bello se anche gli scrittori di questi libri lo capissero e mettessero delle avvertenze!