lunedì 10 dicembre 2012

Afrodite, esempio di equilibrio per tutte noi

Tempo fa sono rimasta sedotta dal celeberrimo libro di Jean S. Bolen Le dee dentro la donna, in cui si analizzavano a livello psicologico le caratteristiche delle divinità femminili greche.
Nella situazione difficile che stavo affrontando nella mia vita di allora, sentii nascere in me il forte desiderio di prendere a modello 
archetipico la figura di Artemide, dea considerata invulnerabile, indipendente, che basta a se stessa. 
Avevo in effetti bisogno di prendermi cura di me, della mia parte interiore un po' trascurata e non volevo avere distrazioni. Uscivo da un matrimonio difficile ed era tempo per me di stare un po' da sola, di bastare a me stessa.

Tempo dopo, però, mi capitò di leggere su consiglio di un'amica un testo altrettanto noto di psicologia junghiana, anch'esso basato sugli archetipi delle divinità greche. 
Era L'anima delle donne, di Aldo Carotenuto (Bompiani).
In questo testo l'ostinazione delle dee invulnerabili Artemide e Atena per la castità e la netta separazione dal maschile vengono viste sotto una luce nuova, più critica. 
Foto dell'autrice
Carotenuto tiene molto a sottolineare quanto il vivere in modo sano e armonico la dimensione dei sentimenti e della relazione con l'altro sia indispensabile per il benessere psichico di ogni essere umano.

Artemide, in fondo, pecca della presunzione di poter vivere senza relazionarsi con la dimensione maschile, negandola a sé stessa, e quindi finendo per conoscere solo una parte del mondo, cioè quello femminile. Atena, dal canto suo, come può davvero essere considerata invulnerabile se indossa una corazza? Da cosa si vuole proteggere?
"Rifiutare l'incontro con l'altro sesso significa rifiutare la possibilità di essere coinvolti emotivamente", scrive l'autore.

Ecco entrare in gioco Afrodite, dea dell'Amore e della Bellezza. 
Lei si relaziona con il maschile di continuo, essendo seduttrice e pure madre, ma a differenza di Era moglie di Zeus che esiste in quanto moglie e nel proprio ruolo trova unica realizzazione, o di Persefone che necessita di qualcuno che si prenda cura di lei e che decida per lei, Afrodite si mette in gioco. 
Seducendo sì, ma senza perdersi, poiché la sicurezza di sé e l'autostima non le mancano. Sa stare anche da sola, ma dal sesso opposto è incuriosita, nella relazione trova un'opportunità di crescita.  
Afrodite rappresenta il desiderio di conoscenza, di contatto, di comunicazione. Quanto il desiderio viene assecondato,  genera nuova vita e nuove situazioni.
La seduttività di Afrodite non è causata dalla sua avvenenza fisica soltanto, ma soprattutto dalle sue doti psicologiche.
Una donna Afrodite "è estroversa, capace di suscitare in chiunque la incontri il desiderio di farsi trasportare in un mondo diverso, misterioso e affascinante."
"L'Immagine proposta da Afrodite (...) è quella di una donna non soltanto splendida ma, soprattutto, forte e tenace, completa, di una donna indipendente, che non ha alcun bisogno di un uomo per sentirsi viva."
Quindi se ne deduce che il piacere della relazione con l'altro può davvero essere vissuto come un godimento e una gioia, e non come una richiesta d'amore e di attenzione. D'altro canto, non c'è alcun bisogno di chiudersi all'altro solo per paura di essere ferite.
Quante di noi sanno essere come Afrodite?


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