domenica 30 dicembre 2012

Arrendersi e agire sono compatibili

Spesso, quando si parla dell'arrendersi, del praticare la resa a livello spirituale pensiamo erroneamente che significhi gettare la spugna. Diventare passivi. Accontentarsi.
Niente di più sbagliato.

Eckhart Tolle, autore del libro Il potere di Adesso, insegna che il risveglio è il nostro obiettivo primario, e il fare il secondario.
Quando siamo allineati con il nostro obiettivo primario, il fare si mette al servizio del risveglio. Poiché è un fare consapevole.

Foto dell'autrice
Quando capite chi siete veramente e siete presenti a voi stessi, allora riconoscere l'azione da intraprendere diventa intuitivo, naturale. E l'azione avrà la nostra totale attenzione.
Questo non genera stress perché non c'è aspettativa, non c'è mente che vaghi nel futuro.

Arrendendosi al fluire, allineandosi con la Fonte, la volontà nostra e quella divina diventano un tutt'uno.
La resa porta a sapere esattamente quando iniziare un cambiamento, quando cominciare un percorso, perché ciò è in armonia con il nostro compito terreno. 
L'azione non viene più da reazioni, da gesti compulsivi dettati dalla paura, dalla mente. 

Riconoscere che ciò che stiamo facendo è proprio ciò che dobbiamo fare è la cosa più difficile. 
Ci saranno momenti di scoramento, di disperazione, in cui l'ego scalcia e alza i pugni minacciosi verso il cielo gridando: Perché? Perché proprio a me? Perché è così difficile? Perché non mi dai semplicemente ciò che chiedo? Ti stai facendo beffe di me?

Ma nel momento in cui prendiamo coraggio e lasciamo andare, ecco che la qualità del nostro fare cambia, le scelte diventano più limpide, più semplici. 
Foto dell'autrice
Arrenderci ci restituisce a chi siamo davvero, cioè all'Essere.

Dice un proverbio zen:
"Lascia andare o sarai trascinato."

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