mercoledì 30 dicembre 2015

Guerrieri abbattuti, rialzatevi!

Il percorso di ogni guerriero, si sa, è irto di trappole e ostacoli. Che siano prove karmiche o semplici inciampi, in cui si ripiomba nella personalità e nell'identificazione con la macchina sofferente che ci contiene, il guerriero sa d'istinto quando è il momento di prendersi una pausa e cercare di ristabilire equilibrio dentro di sé per ricontattare la propria anima, imparare ad accettare che ci sono momenti difficili in cui i suoi desideri ed obiettivi vengono frustrati. 
Anche questo tempra il guerriero, che osserva la propria mente agitarsi nella negatività. Osservandola, torna prepotente la certezza che è nato per qualcosa di più grande che stare lì a deprimersi e lamentarsi.

In ogni battaglia di vita - così come in quelle sul campo, con le armi in pugno - si può cadere feriti o solo incespicare e finire in ginocchio, ma il vero guerriero sa sempre come rialzarsi, anche quando sente che il carico di difficoltà lo ha reso un po' più lento a riprendersi. Perché rialzarsi è l'unica cosa che abbia un senso, una spinta a tornare in sé e fare il proprio dovere, che sia in battaglia o nel mondo.

E' sempre difficile accettare che una situazione vada diversamente da come la si era immaginata e chiamata nella realtà, ma la non accettazione non fa che chiudere le porte al cambiamento.
Guerriero celta - Foto dell'autrice
Ogni evento ha un inizio e una fine, e l'accettazione di ciò che è, per quanto dolorosa, scioglie nodi come nessun'altra cosa.
La testardaggine della personalità continua a insistere che vuole una cosa, perché non accetta la situazione in cui questa cosa non c'è, considerandola sbagliata, negativa. 

E' proprio questa la chiave del miracolo. 
Non significa arrendersi, al contrario. Si apre una porta.
Lasciando andare le preoccupazioni per ciò che ancora non ha ottenuto, nonostante gli sforzi, e facendosi strumento del Divino, sa che la sola sua intenzione di Servire il Piano divino farà da catalizzatore per realizzare il suo contributo. Che a volte può anche essere diverso da ciò che immaginava o voleva ardentemente.

Il guerriero abbattuto, con un tremendo sforzo di volontà, si rialza, si scrolla il fango e il sangue secco di dosso, si concentra sul respiro, sull'istante presente, sentendo che esiste una Forza che lo collega ad ogni cosa nell'Universo, sta in ascolto, sente che ogni sua cellula è piena di Amore, sente il richiamo della Vita ad andare avanti, riprendere le armi e continuare sul suo sentiero perché nulla ancora è perduto e finché avrà fiato in corpo sarà pronto a dare il proprio contributo. 
Se non lo facesse tradirebbe se stesso, e di conseguenza lo stesso senso della propria esistenza.

mercoledì 23 dicembre 2015

Auguri a tutti

Riparto da me si ferma per riprendere fiato durante le feste di Natale. Che la Gioia sia in voi! State accanto a chi amate, godete del calore dei vostri cari, delle fiamme del fuoco - che siano di candela o di un camino. In questi giorni la Luce vincerà sulle tenebre. Un caloroso abbraccio a tutti i miei lettori. Grazie di esistere, a presto!

martedì 15 dicembre 2015

Riflessione in caso di guerra

La mia riflessione di oggi nasce da una domanda che mi sto ponendo da qualche tempo. 
Parliamo spesso di guerrieri di luce o monaci guerrieri, di questo archetipo che è dentro molti di noi da tempi immemorabili, del lavoro su di sé come eroismo quotidiano, dell'esercitare la Volontà e il Coraggio.

Ma, proprio in questi giorni in cui da una parte esiste una minaccia reale di entrare in una terza guerra mondiale e dall'altra sta per uscire l'attesissimo settimo episodio della saga di Star Wars, mi chiedo: noi - ovvero chi lavora su di sé e sente un certo spirito guerriero dentro - saremmo in grado di creare un "esercito" di guerrieri ribelli? 
Luke e Leia - Rielaborazione foto dell'autrice
Visto che sappiamo bene che la Forza esiste davvero, anche se la chiamiamo in modi diversi, saremmo in grado di coalizzarci ed organizzarci per opporci a tutto ciò che può rappresentare nella nostra realtà collettiva il Lato Oscuro della Forza?

Esiste un modo di agire tutti insieme, con Consapevolezza, ma in tempi di guerra vera?

Mi piacerebbe che questo post aprisse un dibattito, vorrei sapere cosa ne pensate. Voi cosa fareste e come?

sabato 12 dicembre 2015

Le forme pensiero al supermercato

Recentemente, ho notato che nei supermercati vagano forme pensiero decisamente pesanti. Se prima era più facile sentire la loro presenza nei discount, ora si sono insediate anche nei supermercati comuni.
Le forme pensiero, per chi non lo sapesse, sono entità autonome create dall'energia dei nostri pensieri fissi, oppure da una nostra concentrazione volontaria. Possono essere sia benefiche che malefiche, o pesanti, come preferisco definirle. 
Centro commerciale - Foto dell'autrice
Quelle pesanti vengono da pensieri ossessivi carichi di paura, rabbia, giudizio, senso di impotenza, frustrazione, gelosia, desiderio di vendetta e tutto quanto di negativo la nostra mente può produrre. 

Se in un ambiente le persone provano un certo tipo di pensiero ricorrente, la sua energia crea una forma pensiero che aleggia lì dentro, insinuandosi nelle menti perché bisognosa di nutrimento. Un individuo che lavora su di sé riesce a notarla, mentre chi dorme non lo nota neppure oppure lo imputa a uno stato emotivo proprio.

Come dicevo all'inizio, ho notato che in questo periodo i carichi emotivi che aleggiano nei centri commerciali sono particolarmente molesti. Credo che a causa della crisi economica la gente si senta abbattuta, demotivata o frustrata, ossessionata dalla paura di non farcela ad arrivare alla fine del mese, e il periodo natalizio acuisce questa sensazione, dato che le campagne pubblicitarie invitano a comprare regali e cibi per il pranzo di Natale in un'atmosfera di falsa gioia e bontà d'animo.

Il problema è che, come già accennato sopra, la gente non sa che queste preoccupazioni creano forme pensiero che si insinuano nelle menti appena varcata la soglia del supermercato.
Sono stata visitata anch'io da queste entità, ma conoscendole le ho osservate senza farmi invischiare. 
Supermarket - Foto dell'autrice
Appena entrata per fare la spesa ho sentito un peso schiacciante addosso, doloroso, pieno di tristezza, invece di essere attratta dai prodotti variopinti sugli scaffali e blandita dalla musica in sottofondo, come gli psicologi esperti di marketing si aspetterebbero. Ho capito che stavo sentendo su di me tutto il peso della paura e il senso di penuria che aleggia in questo periodo storico in Italia.

Si deve stare in guardia, essere molto presenti quando si entra a fare compere o se ne resta influenzati. Solo così ci si accorge della pesantezza di quelle sensazioni, dei pensieri negativi che  ci attraversano.
Riconoscerle è già una difesa. Bisogna restare in stato di Veglia il più possibile, sforzandosi di ricordare che quelle sensazioni sgradevoli, quel senso di depressione che ci piomba addosso non è nostro, non siamo noi a provarlo.
E' un'entità autonoma e solo distaccandocene in presenza possiamo tenerla lontana.


venerdì 4 dicembre 2015

Ci meritiamo il meglio

Siamo cresciuti in famiglie in cui si dividevano gli oggetti in da tutti i giorni e per le grandi occasioni. Generazioni di nonne hanno avuto un salotto buono in cui nessuno poteva mettere piede se non ospiti di riguardo o parenti in visita.
Vecchie cose preziose - Foto dell'autrice
Ci siamo ritrovati con centinaia di piatti e tazzine in preziosa porcellana, posate d'argento e bicchieri di cristallo che non fanno che prendere polvere nelle vetrinette del salotto o muffa in cantina - nel peggiore dei casi. 
Li lasciamo lì un po' perché temiamo di rompere quei bei servizi irripetibili, un po' perché pensiamo di tenerli, come dicevano le nostre nonne, per gli ospiti.

Ma sotto sotto c'è come un timore reverenziale per le cose preziose, come se pensassimo di non meritare di bere il tè in tazze di porcellana, o cenare con posate d'argento.

Ma perché destinare sempre il meglio per gli altri, per fantomatici ospiti che un giorno verranno a trovarci e saranno degni dei nostri servizi? Regolarmente, quando organizziamo cene con gli amici finiamo per usare piatti e bicchieri di plastica così non si devono lavare e il servizio è tutto uguale, dato che oltre le 12 persone non avremmo più piatti dello stesso servizio disponibili. 
O almeno questo capita per le generazioni più giovani, che di solito organizzano portando ognuno qualcosa e a volte si sta tutti in piedi servendosi a buffet per mancanza di spazio e di sedie.

Quindi, perché negarci il piacere sottile di usare il meglio per noi, nel quotidiano?
Ci meritiamo il meglio e dobbiamo imparare a concedercelo, invece che lasciare tutto lì a ristagnare per anni in previsione di eventi futuri. Ma quali eventi futuri se esiste solo l'adesso?
Vasi di famiglia - Foto dell'autrice
Domani potrebbe non arrivare mai e non avremo goduto delle nostre posate d'argento, belle e solide, nemmeno per mangiare un banale piatto di pasta.
Che strane idee ci hanno inculcato le nostre nonne!

Tirate fuori le tovaglie di fiandra, le lenzuola ricamate del corredo nuziale mai usate per non sciuparle, le tazzine di caffè di nonna Ermelinda e i bicchieri a calice di cristallo di Boemia della prozia Giselda e godetevi il viaggio!


giovedì 3 dicembre 2015

Rivedere il concetto di utilità

Ho già affrontato su questo blog il tema dei tempi oscuri che stiamo vivendo. Abbiamo dato vita ad una civiltà basata sulla tecnologia e sulla dipendenza dall'energia elettrica in ogni azione quotidiana.
Noi la diamo per scontata, come accendere la luce, usare il forno a microonde, prendere l'ascensore, vedere la tv, parlare al cellulare e accedere ad internet in ogni momento.

Einstein diceva una cosa molto vera, cioè che il rischio di una civiltà che dipende totalmente dalla tecnologia per tutte le azioni quotidiane rischia di essere una civiltà di idioti. Leggi: completamente vulnerabile.

Ogni tanto si sente parlare di allarme tempesta solare, ovvero, un'intensa attività elettromagnetica del sole che potrebbe interferire con la nostra tecnologia perché distruggerebbe gli accumulatori elettrici e la nostra civiltà piomberebbe di colpo in una specie di medioevo moderno. Ma, con la popolazione dipendente dalla tecnologia, sarebbe un guaio.


Candele - Foto dell'autrice
Vediamo pubblicizzare la domotica, robot che puliscono la casa e addirittura prototipi di cuochi meccanici e molte altre cose che promettono di semplificarci la vita.
Ma se un giorno tutti gli accumulatori elettrici smettessero di colpo di funzionare? 
Da un giorno all'altro, il concetto di utile cambierebbe totalmente.
Sarebbe più utile saper accendere un fuoco, scuoiare una preda, saper cucinare, realizzare candele, tessere e lavorare a maglia che essere dei maghi del computer e campioni di videogiochi.

Non voglio allarmare nessuno, ma potrebbe succedere. Come potrebbe succedere che in tempo di una guerra improvvisa ci si debba rifugiare in montagna e trovare una fonte di acqua pura, magari poterla convogliare, restaurare una baita con le proprie mani e coltivare un orto per l'autosufficienza alimentare. Almeno per un certo periodo.

Quanti di noi saprebbero farlo? 
Quanti di noi sanno vedere l'utilità di una finestra rotta abbandonata in un fosso, di un copertone, di mattoni vecchi caduti da un muro pericolante, di lamiera staccata da una tettoia? 
Vecchio paiolo - Foto dell'autrice
In tempi difficili, una lanterna vale più di dieci lampade di design.

Senza arrivare a visioni apocalittiche, viviamo in un'era di usa e getta che ci sta rovinando perché ci rende incapaci di vedere il valore intrinseco degli oggetti, il vero senso di utilità.

Senza riscoprire questi valori siamo inermi, sconfitti in partenza.
Un guerriero danzante queste cose le sa e non le perde mai di vista. Sta all'erta. Pronto all'azione, al cambiamento repentino di condizioni.

martedì 1 dicembre 2015

Attenzione a pregare per la Pace!

In questi giorni un po' bui con venti di guerra che lambiscono i nostri pensieri e il vivere quotidiano, si leggono spesso sui social inviti a pregare per la Pace, invocando la Madonna o altre divinità.

Chi conosce le Leggi che reggono la Realtà sa bene che si attira ciò per cui si vibra. Se si teme che la Pace sia in pericolo, se si è angosciati all'idea di un possibile futuro di guerra, si rischia di pregare per disperazione, chiedendo al Divino ciò che si pensa ancora non ci sia.
Si sta riflettendo la propria mancanza di pace interiore e di fiducia, se si dice che là fuori non c'è pace.

Chiesa seicentesca, Chieri - Foto dell'autrice
Esistono molti testi che trattano la preghiera dal punto di vista del Nuovo Paradigma (cioè l'interno è l'esterno, e viceversa). Tutti concordano nel dire chiaramente che la vera preghiera efficace si ottiene concentrandosi solo sull'atto di preghiera fine a sé stesso. 

Invece di chiedere ciò che pensiamo che manchi o di proteggerci da ciò che temiamo possa accaderci di male, bisognerebbe entrare in connessione profonda con la vibrazione della fede e dell'amore e il pregare diventerebbe solo un manifestarsi a parole di questa vibrazione. Senza chiedere. 

Perché se chiediamo, stiamo implicitamente dicendo al Divino che non abbiamo fede nei suoi Piani, per quanto oscuri e spaventosi ci posano sembrare. Inoltre, come detto sopra, tutto ciò che si manifesta nel mondo esteriore è un riflesso di ciò che a livello collettivo l'umanità sta vivendo in forme-pensiero.

Se la forma-pensiero collettiva vibra sul conflitto, la paura e il sospetto, l'unico modo per scioglierla è un atto di preghiera scevro da paura e disperazione.

Quindi, state in guardia!
Se volete pregare per la Pace nel mondo concentratevi sull'atto della preghiera in sé senza richieste né paure o otterrete il contrario.
Perché l'Universo ci restituisce ciò che mandiamo.



venerdì 27 novembre 2015

Vivere col freno a mano tirato

Scrive Gregg Braden nel libro La Matrix Divina: Il punto focale dei nostri sentimenti diventa la realtà del nostro mondo.

Nonostante sappiamo che le nostre emozioni e paure creano, e di certo creeranno la realtà che non vogliamo, stentiamo a lasciarci andare completamente, con fiducia nella vita ed entusiasmo.
Qualcuno avrà sperimentato la sgradevole e frustrante sensazione di vivere come se avesse il freno a mano tirato. 

I nostri non posso, vorrei ma, non ci riesco, è troppo caro, ho poco tempo, non c'ho testa, non sono dell'umore giusto, non so con chi andare a quel concerto, ho troppi impegni, ecc. sono come una palla al piede che ci trasciniamo dietro inutilmente e che ci impedisce di vivere pienamente le esperienze che entrano nel nostro campo di possibilità. 

Bloccata - Foto dell'autrice
Esiste una sensazione fisica del non posso. E' un blocco interno di cui non si trova la chiave, una chiusura in sé stessi, un'incapacità di vedere oltre la preoccupazione del momento, magari legata alla mancanza di denaro o al senso di solitudine. Sotto sotto, scorre una paura profonda, che gela. E' qualcosa di percepibile chiaramente ma non si comprende fino in fondo che paura sia, in sostanza.
Di lasciarsi andare? Di vivere? Della libertà? Della povertà? Delle conseguenze di un'eventuale errore? Di stancarsi? Di mettersi in gioco? Pigrizia? Codardia? Mancanza di volontà o di autostima?
Magari tutte queste cose insieme?

Non ho una risposta. Ma sicuramente queste paure nascono da una profonda sfiducia nei confronti della vita. E' un blocco psichico/energetico difficile da sciogliere. Probabile che si sia formato nell'infanzia, a causa di condizionamenti parentali ed esperienziali.

Come sempre, l'osservazione permette alla persona di vedere questi schemi che la condizionano nell'azione. E vedendoli, la luce della consapevolezza già li rende meno potenti. 
Ma il vero succo della questione è che chi si sente in qualche modo impedito, impotente, si pensa separato dal mondo dando ad esso un'importanza abnorme. 
Imparando a concepire noi stessi come parte fondante e imprescindibile del mondo, ecco che tutto si ribalta.
Se io e il mondo siamo una cosa sola, allora non esiste una forza esterna a me che mi blocca. Non esiste mancanza di denaro né di tempo, né di condizioni favorevoli per fare ciò che vorrei.

Ogni volta che diciamo non posso in realtà stiamo dicendo, anche se a livello inconscio, non voglio.

giovedì 26 novembre 2015

Sul bisogno fisico

In questi giorni stanno partendo i miei percorsi personalizzati riguardo ai conflitti di coppia e alla sofferenza da abbandono. 
Noto che molte persone che si rivolgono a me per affrontare queste problematiche in base al Nuovo Paradigma (l'esterno è l'interno) lamentano soprattutto la mancanza fisica del partner, nel caso di una rottura nel rapporto. 
La cosa che lascia gelati è l'assenza di coccole, di calore fisico e umano. Senza, ci si sente persi, abbattuti, privi di forze. Almeno all'inizio.

Questa sensazione ha tre origini. 
Una più superficiale è l'attaccamento. Ci si era assuefatti alla presenza di una persona accanto, quel calore umano ci illudeva di riempire i nostri vuoti emotivi e/o esistenziali. 
La seconda è prettamente fisica: tutti i mammiferi hanno bisogno di cure, di intessere rapporti, di calore umano.
La terza ragione è invece animica. Siamo comunque esseri di luce che sperimentano la materia, siamo fatti per stare con gli altri, che sono il nostro Specchio, e senza di loro non possiamo avere una percezione di noi stessi - per quanto illusoria, essendo basata sulla dualità. Guardandoci in quello Specchio, per quanto a volte impietoso, evolviamo. 

Sentire questo vuoto e soffrirne è normale, è umano. Il problema è restarne invischiati.
Stryx - Foto dell'autrice
Il guerriero di luce sa che quel dolore è dato dalla macchina biologica che soffre di un attaccamento, e non cede alla tentazione di tornare con quel partner, di corrergli dietro, implorarlo di restare, solo perché il corpo soffre di un vuoto improvviso.

Quel dolore ci è maestro perché ci fa notare che se da una parte c'è ancora del lavoro da fare su di sé per superare l'attaccamento e la paura della solitudine, dall'altra non dobbiamo nemmeno chiuderci a riccio e mettere una corazza emotiva nel timore di soffrire ancora.
Il Cuore ci sta solo dicendo che, ben consci dei drammi della macchina biologica, siamo anche terribilmente, meravigliosamente umani, e fare gli asceti a tutti i costi non ci aiuterà ad aprirlo all'Amore, alla Vita.

Il Cuore ci dice che, al di là di ogni attaccamento, esiste l'amore che è anche fisico, siamo qui per questo.
Siamo qui per sentire anche i palpiti del cuore, il tocco sublime di una carezza, di un abbraccio. E se non lo sperimentiamo ora, sul piano fisico, con consapevolezza, perdiamo la nostra occasione di viverlo pienamente. 

Ma mai e poi mai rincorrere un partner per sentire di nuovo quel tocco, quel calore!
Meglio soli, sofferenti, ma a testa alta. Elemosinare un rapporto per il bisogno fisico significa perdere il proprio Potere.
Coppia Specchio - Foto dell'autrice



Se volete intraprendere un percorso personalizzato per affrontare in prima persona questa e altre problematiche, scrivetemi a: genavarigana@libero.it






martedì 24 novembre 2015

Da Legge di Attrazione a Legge di Creazione

Tantissime persone oggi conoscono la Legge di Attrazione, hanno letto libri sull'argomento, l'hanno applicata, talvolta hanno visto piccoli risultati. Ma, così facendo, si sono concentrati solo sull'illusione della dualità, sulla proiezione di mondo esterno che in realtà nasce da noi. 
Pensare di attrarre qualcosa a sé significa dare per scontato che esista un mondo fuori di noi, separato dalla nostra essenza. Significa non tenere conto della Legge dello Specchio: come dentro, così fuori.
Inoltre, si rischia di concentrarsi su bisogni edonistici di cose materiali, usando l'energia del bisogno infantile di gratificazione, invece che agire da un punto di vista animico.

Creazione - Foto dell'autrice
Il nuovo Paradigma (nuovo per le coscienze di oggi) ribalta questo modo di vedere. La realtà delle cose è che noi siamo campi energetici che creano tutto da dentro. La realtà che creiamo corrisponde a ciò che vibra con la nostra energia.

Se ti senti impotente, povero, debole, solo, incompreso, questa sarà la tua realtà e senza cambiare pensieri ed emozioni non si potrà cambiare nulla in sostanza. Senza resettare le nostre false credenze dalla mente, dalle cellule e dalle sinapsi cerebrali saremo sempre in quella situazione che non ci piace, inutile illudersi di cambiare la realtà da fuori spostandosi nello spazio, cambiando partner o lavoro. Non basta. E ormai molti lo stanno comprendendo. Lo vivono sulla pelle ogni giorno. Agire fuori è inutile. Si sprecano solo tempo ed energie.

Ci sono molte tecniche efficaci per cominciare a creare una nuova realtà partendo da dentro di noi, non starò qui ad elencarle tutte. Ma una è imprescindibile: osservare i pensieri e le lamentele ricorrenti perché sono quelli che creano la struttura della nostra mente e quindi la realtà che si manifesta all'esterno. 

Una volta che conosciamo i nostri pensieri ricorrenti possiamo sostituirli con qualcosa di più creativo e costruttivo. Visualizzare in modo consapevole una nuova realtà, quella che vorremmo finalmente vivere. 
Free to run - Foto dell'autrice
Anche muovere l'energia con atti psicomagici funziona: fare qualcosa che non si è mai fatto o che ci fa paura, superare imbarazzi e abitudini, spazzare via la pigrizia uscendo magari di più, vedendo gente nuova che entrerà in contatto con il nostro campo informativo, cioè la nostra energia, e la nostra mente non potrà che adattarsi alle nuove condizioni. Tutto questo ci costringe ad essere creativi, a muoverci in direzioni diverse e magari inconsuete, creando anche nuove possibilità.

Mai dimenticare che qualsiasi cosa vogliamo manifestare è già dentro di noi. Dobbiamo solo imparare a materializzarla.

giovedì 19 novembre 2015

Quale rivoluzione oggi?

A ottobre sono andata a vedere il film documentario su Janis Joplin, e uscendo dal cinema ho fatto delle considerazioni con le amiche che erano con me.
Gli anni '60 sono stati un momento preziosissimo per la storia del '900 e non solo, perché hanno portato una forte energia di cambiamento, hanno innescato maggiore consapevolezza politica e sociale nelle coscienze. Lo stile di vita hippie ha portato alla rottura di vecchi schemi comportamentali e ha sdoganato atteggiamenti fino a poco tempo prima inammissibili dal perbenismo imperante all'epoca.
Molti di noi sono un po' nostalgici del clima di rottura gioiosa che serpeggiava negli anni '60, e della musica, che ha raggiunto livelli di qualità ineguagliabili e ancora oggi è punto di riferimento e ispirazione per varie generazioni di musicisti e non solo.

Janis - Rielaborazione foto dell'autrice
Ma conosciamo ormai anche i limiti di un'epoca in cui l'idealismo è sfociato nella dipendenza dalle droghe, nella New Age e nel carnevalesco, e sappiamo bene che fare i rivoluzionari indossando giubbotti di pelle e ascoltando il rock non serve a cambiare sostanzialmente la società in meglio.

Quindi, la domanda che sorge spontanea subito dopo il moto di nostalgia è: Quale rivoluzione possiamo fare oggi?
La risposta è lampante: Cambiare stato di coscienza.
Sarà una rivoluzione molto più lenta e meno colorita di quella hippie ma, come diceva Osho, più tempo ci si mette e più si andrà in profondità.

Il Fuoco creativo che negli anni '60 ha bruciato tutto in fretta, ma restando un po' in superficie, oggi si può utilizzare per sovvertire il nostro mondo interiore.
Siccome il nuovo paradigma è che non esiste un esterno a noi, che tutto esiste e si crea solo dall'interno, l'unica rivoluzione possibile è quella interiore.

Quando avremo raggiunto una massa critica di coscienze in stato di veglia, allora davvero il mondo non potrà che rispondere al nuovo
Hippie heart - Foto dell'autrice
stato di Coscienza. 

Bisogna diventare un esercito di guerrieri di luce.
Senza più grossi conflitti interni, il bisogno di innescare conflitti nel mondo materiale collasserà.

Vegliate, dunque, perché solo aprendo gli occhi possiamo rivoluzionare una società di dormienti!

venerdì 13 novembre 2015

YIN vs YANG

L'immagine del Tao ci rimanda all'archetipo dell'equilibrio cosmico, lo yin femminile si bilancia allo yang maschile divenendo un tutt'uno, poiché senza una delle due parti sarebbe in disarmonia.
Ma gli elementi vanno maneggiati con cura, ogni individuo può avere un'energia più o meno potente e incarnare un elemento in maniera molto più netta rispetto all'altro, anche se ognuno di noi li contiene entrambi.

Per fare un esempio concreto, non è detto che un uomo con forte energia yang si accompagni bene ad una donna con una predominanza di yin, anche se in teoria potrebbero bilanciarsi a vicenda.
Nella realtà dei fatti è possibile toccare con mano che due forti elementi opposti non si attraggono, anzi, è più facile che finiscano per respingersi, anche se magari all'inizio possono essere affascinati dall'elemento che meno contengono in sé.

Diavolo e acquasanta - Foto dell'autrice
Succede anche con i segni zodiacali: un uomo con tanti elementi di terra nel tema natale difficilmente potrà restare a lungo accanto a una donna con tanti pianeti in segni d'aria, perché la troppa concretezza dell'uno non riuscirà ad entrare in sintonia con gli slanci creativi e idealistici dell'altra.

Come spesso viene ribadito dai saggi, nessuno può compensare qualcun altro. Siamo sempre degli individui completi che al massimo si possono accompagnare con creature che abbiano un'energia simile alla nostra. Mai cadere nella trappola del desiderio di compensazione. Perché è un'illusione pericolosa.

Chi è yin, per quanto in sé contenga anche energia yang maschile, potrebbe avere difficoltà a stare con qualcuno che incarna quasi esclusivamente energia yang, perché rischia di bruciarsi al calore di una fiamma troppo potente per la sua natura fredda e umida tipica femminile. Dal canto suo, chi è yang non dovrebbe cadere nella trappola dell'accusare l'altra parte della coppia di essere troppo fredda, perché così facendo non tiene conto della differenza sostanziale della natura opposta. 

mercoledì 11 novembre 2015

Donne che hanno paura del sesso o del vuoto?

Mi è capitato spesso di sentire uomini lamentarsi delle proprie compagne ritenute colpevoli di non essere molto disponibili a fare sesso di frequente.
L'accusa comune è che esse siano disinteressate al sesso, quasi ne fossero annoiate. Nei casi di coppie di lunga data è abbastanza fisiologico che la passione amorosa possa essere un po' scemata, complice abitudine, figli, ma anche la distrazione degli stessi coniugi che hanno finito per darsi per scontati.

Potere femminile - Foto dell'autrice
Ma a volte accade che le donne paiano rifiutare il sesso anche quando il rapporto è appena cominciato. Com'è spiegabile questo fenomeno? A parte una fetta di donne che non sono abbastanza innamorate da lasciarsi andare alla passione, credo che la risposta sia nel differente modo di intendere la sessualità.

Il sesso oggi è molto banalizzato, vi si accede velocemente senza lunghi corteggiamenti, anzi, spesso chi corteggia una donna scende in dettagli intimi troppo in fretta parlando di sé, delle proprie prestazioni e dimensioni togliendo magia e mistero alla cosa. Insomma, la donna sa già cosa aspettarsi. L'abitudine ormai dilagante è cena + sesso già al primo appuntamento, non dando la possibilità alle due parti di esplorarsi, giocare, creare un'empatia vera, e un crescente desiderio erotico.

Poi, il sesso in sé come prestazione viene vissuta come un'arena in cui esibire doti di destrezza, fantasia e potenza, e se nella coppia si instaura un tipo di sesso così meccanico, la donna che ha una consapevolezza di sé, che in qualche modo è ancora in contatto con il proprio Potere ancestrale di sacerdotessa del sesso come iniziazione e Unione divina, non può più stare al gioco.

Energia sessuale - Foto dell'autrice
Ci sono coscienze che sono ancora totalmente agite dall'energia sessuale e incapaci di incanalarla in qualcosa di costruttivo che va in profondità, che possa creare una comunione energetica con la propria partner.

Una donna consapevole sente il Vuoto che serpeggia sotto la meccanicità di un sesso vissuto come puro appagamento edonistico e nulla più.
E non può stare al gioco per molto, a meno che il partner non sia abbastanza coraggioso da lasciarsi portare per mano verso una profondità sconosciuta, verso un incontro con l'Assoluto, dove l'unione sessuale crea un Uno mistico.

Quindi, siamo davvero sicuri che le donne abbiano paura del sesso o sono solo più sveglie dei loro compagni lamentosi?

lunedì 9 novembre 2015

Uomo giusto = per sempre? Un mito da sfatare

Molte donne lamentano di non trovare l'uomo giusto, continuano ad aspettare, a scremare, a dannarsi pensando Perché non lo incontro?
Si è ancora schiave del paradigma uomo giusto = uomo da fiaba e per sempre. 
Siccome noi creiamo la nostra realtà in base alle vibrazioni che emaniamo, soprattutto a livello inconscio, non esiste un uomo che possa essere sbagliato. E' perfetto per ciò che le nostre vibrazioni emanano. Se non ci va bene, possiamo passare oltre e continuare a lavorare su di noi, ma quel partner sarà stato comunque perfetto per il momento in cui era accanto a noi.


Lovers - Foto dell'autrice
E' la Legge dello Specchio. L'altro ci fa vedere delle cose di noi da risolvere e viceversa: noi siamo entrati in risonanza con lui perché aveva bisogno di vedere alcuni suoi limiti. 

Con questo, non significa accettare tutto ciò che ci arriva indiscriminatamente, però tutto ciò che arriva contiene in sé un messaggio per noi. Che ci piaccia o no, che lo cogliamo o no.
Ma se lo cogliamo, evolviamo e non avremo più a che fare con quelle problematiche.

Dovremmo riconsiderare sogni, canoni, idealizzazioni, aspirazioni irraggiungibili e accettare il fatto che il Divino sa meglio di noi di cosa necessitiamo in questo momento.
Un errore comune è preoccuparsi che un uomo con cui ci sono dei problemi non vada bene come partner per sempre.  Ma chi dice che deve essere per sempre? Le fiabe ci hanno rovinate!

Qualcuna obietterà che se non sente le farfalle nello stomaco allora non ne vale la pena, però sappiate che quel tipo di innamoramento fa parte delle emozioni negative, perché deriva da un'idealizzazione che avrà di sicuro un down che seguirà all'up, per effetto della spietata Legge di Compensazione. Non esiste che si tocchi sempre il cielo con un dito, prima o poi si cadrà nell'inferno della delusione, del rancore, delle recriminazioni. E' una Legge.

E se smettessimo di sognare un amore romantico da farfalle nello stomaco e imparassimo di più a stare nel sentire delle vibrazioni? Se un uomo è per noi, con lui ci sentiremo a nostro agio, in qualche modo a Casa.
Amanti - Foto dell'autrice

E vi assicuro che non c'è sensazione più bella del non dover fingere di essere migliori di ciò che siamo con l'innamorato di turno. E' rilassante avere la sensazione che è tutto naturale, che si sta bene insieme e basta. Senza finzioni, senza aspettative né batticuori. 

Se poi non dura, quel partner per noi è stato comunque quello giusto in quei momenti, quando era accanto a noi.




venerdì 6 novembre 2015

Questione di vibrazioni

I Maestri dicono che al giorno d'oggi la Terra sta aumentando di vibrazione, con conseguenti disarmonie gravi in quegli ambienti in cui la Consapevolezza collettiva è ancora molto addormentata (leggi: Paesi in guerra; tensioni sociali; crisi economica; aumento esponenziale del femminicidio, eccetera).

Ma l'altra faccia della medaglia è che nelle coscienze un po' più evolute accade un velocizzarsi degli eventi. 
Ad esempio, ho notato che i conflitti interiori e di lavoro o di coppia, così come quelli genitori-figli, hanno una durata sempre più breve. Spesso sono molto forti e vanno in profondità a toccare corde molto dolorose, ma proprio perché chi le vive ha una consapevolezza superiore alla media, ecco che avendo gli strumenti per affrontare la situazione problematica, questa viene sciolta rapidamente.

Vibrazioni - Foto dell'autrice
Conflitti di coppia o problematiche legate alla propria professione che in coscienze totalmente addormentate durerebbero anni di lotte e recriminazioni, rancore e vittimismo, ecco che invece in poco tempo vengono accolti come Legge dello Specchio e vissuti come insegnamento.

Quando ciò accade, emergono di colpo una serenità di fondo e un'integrità che vengono direttamente dall'Anima e che ci portano ad essere vigili, obiettivi, lucidi e trasparenti. A quel punto non si può far altro che essere franchi, dire la verità emergente dall'insegnamento di fondo che quella situazione ci sta mostrando.

Come nella famosa frase del Vangelo, la Verità vi renderà liberi.
Ed ecco che quella situazione di conflitto ha le ore contate e presto le vibrazioni della Consapevolezza universale spazzeranno via ogni rimasuglio di negatività perché stiamo agendo in armonia con il Cosmo, e non in base a schemi di pensiero che fanno solo resistenza a ciò che è.

martedì 3 novembre 2015

Il problema è già la soluzione

Ogni volta che ci si presenta un problema, di qualsiasi tipo, la prima cosa che emerge è la lamentela, a volte un lieve vittimismo, un certo senso di ingiustizia. Il meccanismo tipico è chiedersi come mai si è presentato quel problema, che magari per noi è l'ennesimo di una lunga lista.

Ma, se cambiamo prospettiva, e iniziamo a Vedere davvero la Realtà invece del film horror creato dai nostri filtri, ecco che emerge una nuova consapevolezza. 
Se ripensiamo alla Legge dello Specchio, ecco che quel problema o la persona che noi crediamo l'abbia creato diventano Maestri.
Ci rendiamo conto che loro sono lì perché noi inconsciamente li abbiamo richiamati nella nostra vita, e proprio perché eravamo pronti a risolvere ciò che ci impediva di evolvere. 

Queste persone o situazioni sono aiuti e sfide nello stesso tempo, perché sta a noi decidere se vederli come ostacoli insormontabili oppure, con gli occhi di chi Vede, perché è in stato di Veglia (cioè non più completamente immerso nel sonno della Coscienza), come la mano di Dio che attraverso di loro si manifesta.


Problema - Foto dell'autrice (Museo del Cinema di Torino)
La gente crede ancora che i problemi siano non solo cose negative che non dovrebbero mai manifestarsi oppure che qualcuno altro al posto nostro dovrebbe risolvere, ma si lamenta che Dio sta lì a guardare e ci lascia sguazzare nei nostri casini.

Invece, per chi ha occhi per Vedere, il Divino ci manda l'aiuto che ci serve ma nel modo evolutivo che meritiamo, non secondo i nostri canoni da terrestri dormienti!

Quindi, non bisogna mai dimenticare che ogni persona, problema oppure ostacolo che ci si presenta davanti e pare rallentarci, o bloccarci del tutto, contiene in sé già il seme della soluzione.

Perché osservandoci possiamo capire cosa quell'ostacolo fa scattare in noi, quale reazione/dolore/difesa. In base a ciò che in noi scatena ecco che lì sta la soluzione. Si può finalmente comprendere che lavorando sulla reazione negativa, la si tramuta in azione consapevole.
E il problema è risolto.
La prova del nove? Se non si ripresenta più per anni vuol dire che avete sciolto il nodo.


giovedì 29 ottobre 2015

Macchine biologiche in panne

Tempo fa ho dedicato una riflessione al corpo che pare ammalarsi proprio quando innalziamo la nostra energia e consapevolezza. In quel caso, avevo spiegato che la macchina biologica di cui siamo dotati a volte fatica a stare al passo con il balzo quantico di consapevolezza, e quindi se si ammala è perché ha solo bisogno di tempo per adattarsi al nuovo stato vibrazionale. 

Oggi invece sposto l'attenzione su un'altra sfumatura dello stesso problema: quando decidiamo di superare le nostre paure, i conflitti e ci lanciamo in qualcosa di nuovo, consapevoli della paura che ci fa ma determinati ad avanzare comunque, ecco che il corpo pare tradirci di colpo. Ci troviamo abbattuti a letto con influenza, febbre, dolori, e altri disturbi che ci lasciano prostrati e molto perplessi. 
A volte sopraggiungono problemi differenti nell'arco di poche settimane e danno l'impressione di essere entrati in una spirale discendente.

In questi casi non dobbiamo mai dimenticare che siamo incarnati in una macchina biologica che risponde a un inconscio che può essere insidioso proprio perché si cela nei nostri meandri più profondi e irraggiungibili. Il corpo ha una sua emotività che pare slegata dalla nostra consapevolezza. Il corpo è un animale selvatico mai completamente addomesticato. Non dobbiamo mai abbassare la guardia.

Paura e rabbia - Foto dell'autrice
Quando succede che stiamo male proprio quando dovremmo - a rigor di logica - stare bene, magari perché abbiamo iniziato un nuovo lavoro che ci entusiasma o una nuova relazione che ci coinvolge più delle precedenti, ecco che possiamo osservare il corpo arrancare nel panico più totale, che si manifesta con i sintomi influenzali. 
Una parte di esso teme questa novità perché ci stiamo addentrando in territori sconosciuti, che potrebbero espandere la nostra coscienza e il nostro cuore, e allora la macchina che fa? Si inceppa.
Ci mette al tappeto e dobbiamo affrontare giorni di sofferenza fisica.

Ma è proprio nella consapevolezza di essere sulla strada giusta, verso una piena realizzazione di sé, che si affronta il disagio fisico, dando scacco matto alla macchina che ci vorrebbe riportare indietro, alla consapevolezza un po' più flebile di prima.

Anche da queste cose si può distinguere il guerriero di luce dal comune umano lamentoso e spaventato. 


mercoledì 21 ottobre 2015

Amicizie alchemiche

Le amicizie nate sulla Via a volte si rivelano stupefacenti. Esiste una strana alchimia per cui capita che due anime si incontrano e decidono di camminare fianco a fianco per un po' aiutandosi a vicenda ad evolvere, anche se a voce non viene stretto nessun patto. E' qualcosa di tacito. 

Spesso capita che una ha un problema e si rivolge all'altra, sapendo di poter avere da lei il consiglio o la tecnica giusta da applicare. Poco dopo, accade il contrario. Quella che tempo prima dava consigli si trova nella situazione di dover chiedere aiuto. Così l'altra si mette nei panni della consigliera saggia.

Amicizia - Foto dell'autrice
Non sono ruoli finti, recitati. Sono momenti dell'esistenza, naturali, in cui si ha il consiglio giusto al momento giusto, ma nessuna delle due anime incarnate ha una posizione gerarchica superiore all'altra, né crede di averla. 

Fa tutto parte del cammino evolutivo, ci si incontra per aiutarsi a vicenda, ognuno con la propria conoscenza acquisita e un bel po' di saggezza innata.
Basta avere l'umiltà per mettersi al Servizio dell'altro quando abbiamo qualcosa da dare.

lunedì 12 ottobre 2015

Uomini che si credono svegli

Oggi mi soffermo su una considerazione che mi è nata in questi giorni, riguardo all'atteggiamento degli ormai molti uomini che popolano i gruppi di Risveglio, specialmente virtuali.

Chi davvero sviluppa Consapevolezza, Ricordo di Sé e Magnetismo personale non ha bisogno di scrivere continuamente commenti o messaggi privati banali, specie alle amiche dell'altro sesso. I miei amici virtuali su Facebook non me ne vogliano, anzi, li ringrazio per avermi ispirato questo post.

 Il Risvegliato - Foto dell'autrice - MAO Torino
Il punto è che non basta interessarsi a queste tematiche se poi non si applicano in sostanza. Purtroppo l'illusione di essere già svegli solo perché si frequentano gruppi e corsi è una trappola mortale e in tanti ci cascano. E sono tante le donne che si lasciano fuorviare dal semplice fatto che uno metta dei post sulla Consapevolezza o segua il tal maestro/guru/lifecoach, o faccia yoga, meditazione o qualsiasi cosa rimandi alla "spiritualità".

Noto anche che spesso questi uomini che si credono svegli non stanno attenti ai segnali o li ignorano volutamente. Se una tua amica su Fb cui scrivi ogni giorno delle banalità (o saluti che hanno senso solo se detti a voce e non su una piattaforma digitale) non ti risponde per giorni, e questo accade sistematicamente, allora sei sveglio e in considerazione esterna quanto un cane che vede un osso al di là di una porta a vetri e si ostina a leccare il vetro. 

Il punto è che spesso, le donne che fanno un percorso di Risveglio, rimpiangono di non avere un uomo accanto sulla Via come loro. Ma siamo sicure che tutti quelli che si dicono sulla Via lo siano davvero? Mi sto accorgendo che non è detto che una coppia non possa stare bene insieme anche se uno dei due dorme di più e non gliene frega molto di evolvere. Perché il Punto della questione, alla fine, è la capacità di Amare. E se un uomo non sulla Via ci dimostra di saperlo fare, vale più di tutti i sedicenti risvegliati.


venerdì 2 ottobre 2015

La vera Forza sta nel restare

Ci sono momenti in cui ciò che hai desiderato ardentemente accade, finalmente lo hai creato nella tua realtà, ma... dopo un primo momento di Gioia e Gratitudine, ecco che emerge una paura sottile, subdola, un disagio che s'insinua.

E' la paura irrazionale della felicità, e il sole splendente che avevi nel cuore un attimo prima, è oscurato da tinte fosche fatte di dubbi, domande, aspettative in negativo. Si esce di colpo dall'estasi del Qui e Ora per tuffarsi in preoccupazioni che ci allontanano dalla Sacralità del Momento Presente, che è tutto ciò che esiste, la Vera Realtà. 



E' importante riconoscere nel corpo e nella mente il predatore che esce dalla tana e comincia a creare disagio e paura. Solo con la consapevolezza di questo predatore interiore possiamo affrontarlo, guardarlo negli occhi e trovare il Coraggio di restare. 
Questo è il punto. La voglia di scappare lontano non appena la felicità e l'amore si affacciano alla nostra vita è un invito imperioso ad Agire con il Cuore (da cui la parola coraggio). Invece di scappare, abbiamo la grande opportunità di fare un salto evolutivo di coscienza e, guardando il predatore interiore negli occhi con Amore e Gratitudine - perché ci sta facendo un favore - scegliere di restare, anche se siamo terrorizzati.

L'onestà con sé stessi, e nel caso anche con il partner, di ammettere che siamo terrorizzati ma ci stiamo sforzando, da veri Guerrieri di Luce, di restare, di accettare di affrontare anche la paura dell'intimità, del rapporto a due, del confronto e di tutto ciò che ne deriva, è la vera Forza. 

L'altro è uno Specchio. E se restiamo, e ci lasciamo condurre, abbracciare, amare, diventiamo Forza allo stato puro. E non esiste più posto in cui vorremmo scappare. Perché al momento, le braccia dell'altro sono la nostra Casa. Il posto in cui esercitare il Coraggio di amare e lasciarci amare.

martedì 22 settembre 2015

Respiri e sospiri nel Qui e Ora

Le coccole, i baci, l'intimità di coppia sono un Portale meraviglioso per entrare in uno stato di intensa Presenza.
Nel silenzio intervallato solo dai respiri (e sospiri), nel calore sprigionato dai corpi a contatto tra loro, nelle sensazioni tattili delle carezze, nell'odore dell'altro, si cela una grandissima opportunità:
vivere il momento stando nel Qui e Ora.

Senza pensieri declinati al futuro che possano generare aspettative o ansia, né al passato, che possano in qualche modo distrarci dall'attimo che si sta vivendo.
Senza domande mentali su chi è la persona che abbiamo tra le braccia - nel caso di una nuova relazione appena cominciata. Domandarci del suo passato significa restare nella forma e ragionare per giudizi e categorie che nulla hanno a che vedere con la Realtà. Queste domande inutili non fanno altro che creare una spaccatura nel fluire del presente.

Sublime - Foto dell'autrice
Vivere questi momenti in Presenza porta a toccare davvero le vette del Sublime. Un istante intenso e senza tempo in cui due esseri si trovano a contatto con i loro corpi terreni. Essi sono anime che per varie ragioni - spesso misteriose - si sono trovate a vibrare all'unisono.

Gioia profonda e Gratitudine per il dono del momento sono le Porte che permettono all'esperienza vissuta di restare eternamente scolpita nell'anima, portandola a fare un salto evolutivo.
L'anima evolve ogni volta che siamo un tutt'uno con il momento Presente. L'anima evolve ogni volta che siamo in uno stato di Amore fine a sé stesso. Ogni volta che stiamo lì in ciò che accade, in totale apertura, senza cedere a preoccupazioni l'anima registra. Per sempre.
E nulla sarà mai più come prima.

venerdì 18 settembre 2015

Trascendere l'altro

Capita a tutti di distogliere lo sguardo quando qualcuno di passaggio ci guarda negli occhi. Quel contatto fuggevole quasi spaventa.
Ma un esercizio necessario per stabilire il contatto con l'altro (che è sempre il nostro specchio) è guardarsi negli occhi per un tempo indeterminato, senza distogliere lo sguardo, senza ridacchiare o quant'altro ci distolga dal sentire il momento e Vedere l'altro.

Vederlo davvero.

Se si riesce a rilassarsi e a fissare lo sguardo su un occhio (è più facile che cercare di guardare entrambi), ecco che nonostante la tentazione di sbattere gli occhi che bruciano e la deglutizione che non si riesce ad interrompere, si comincia a vedere l'alone di luce emanato dall'anima che incarna il corpo di fronte a noi.
Non è più una persona, è un'anima lucente che si manifesta dinanzi a noi nella sua essenza. Man mano che lo si guarda, il volto perde consistenza diventando quasi incorporeo.
Occhi dell'Anima - Foto dell'autrice

Lo sguardo che ci guarda non è della persona, ma è la Consapevolezza stessa che ci osserva.
E se si resta a lungo in quel sentire e Vedere - cioè vedere con gli occhi dell'anima - ecco che noi stessi siamo Consapevolezza, disidentificandoci dal noi che crediamo di essere.
Diventiamo la Consapevolezza universale che si osserva nella propria essenza.

Dovremmo ricordarcene ogni volta che guardiamo qualcuno, sia si tratti di qualcuno di passaggio che un nostro caro. 
Quanto crediamo davvero di sapere dei nostri cari? Quanto li diamo per scontati? Li abbiamo mai Visti davvero? Ci siamo mai lasciati osservare davvero?

Grazie a Daniela Castellani che nel suo Cerchio di Donne (ma l'ultimo fatto era misto) al Centro Crisopea di Torino, propone questo bellissimo - e necessariamente difficile - esercizio.
Per farlo ci vuole coraggio, onestà con se stessi e trasparenza.
Ringrazio anche tutte le persone che si sono messe in gioco in queste intense serate.


mercoledì 9 settembre 2015

Portare le cose a termine

Per i procrastinatori, i pigri e gli indecisi, imparare a portare le cose a termine è fondamentale. Non è solo una questione pratica.
Chi non riesce a finire ciò che ha incominciato - che siano le pulizie di casa, un progetto di lavoro o un romanzo poco importa - è a rischio bassa autostima. 

Se la pigrizia o il senso di incapacità hanno il sopravvento sull'azione, si finisce per guardarsi indietro scoprendo con orrore che non si è combinato nulla di ciò che era nei nostri progetti. Il senso di incompiutezza è come un coltello piantato in un fianco.
Sedia abbandonata - Foto dell'autrice
Ma esso non mina solo l'autostima, mina pure la nostra evoluzione.
Se mai finisci il percorso che hai intrapreso, mai scoprirai cosa c'è alla fine. Non diventi saggio. Rimani sospeso, come l'impiccato dei Tarocchi.

Sforzarsi di portare le cose a termine - anche a costo di mettersi una sveglia, post-it vari in giro per casa, segnarselo sull'agenda ogni santo giorno fino al compimento - serve anche ad esercitare la Volontà, che è alla base del cammino del guerriero di pace.

Ve lo immaginate Bruce Lee che al mattino si rigira nel letto e dice che rimanda a domani il suo allenamento di kung fu? Non sarebbe diventato l'esempio universale che è se avesse procrastinato di continuo senza portare a termine i suoi sogni.

E ora, cari lettori, alzate il culo e sforzatevi di finire quello che avete sognato di realizzare!



venerdì 4 settembre 2015

Ricontattare il bambino interiore

Dentro ognuno di noi esiste un bambino interiore più o meno trascurato.  Il grado di armonia che manteniamo con lui si vede dalle nostre difficoltà emotive, da quanto ascoltiamo la nostra voce interiore, dal rapporto con l'infanzia in generale e, soprattutto, con i propri figli. 

Meno capiamo le esigenze dei nostri figli, meno riusciamo a relazionarci con loro e con le problematiche legate alla loro età, più abbiamo conflitti con il nostro bambino interiore. Cioè, con ciò che siamo stati da piccoli e ciò che pensavamo di noi stessi.

Un esercizio molto valido, che apporta benefici immediati, è ricontattare il bambino dentro di noi.
Mettendoci seduti tranquilli in un luogo appartato, dopo esserci centrati respirando, dobbiamo chiamarlo.
Bambino interiore, dove sei? Vuoi parlare con me?
Quando esso ci risponderà, gli chiederemo Cosa posso fare per te? Di cosa hai bisogno?
Vedremo cosa accade. Può continuare a nascondersi o farsi vedere, o parlarci dal suo nascondiglio, a volte facendo uscire solo la testa o una mano.
Teddy bear - Foto dell'autrice

Il mio bambino interiore parlava da sotto un letto ed era molto spaventato.
Qualcuno si chiederà come farà a vederlo, cioè come si manifesterà. Lo sentiremo dentro di noi e lo vedremo con gli occhi del cuore. E' più facile metterlo in pratica che spiegarlo per iscritto.

Una cosa importante è anche vedere che aspetto ha. Potrebbe essere emaciato e denutrito, e bisogna mettersi in ascolto del suo stato d'animo. Più è spaventato o denutrito - o  entrambe le cose - e più significa che lo avete trascurato.

Anche comprendere cosa pensate davvero dei bambini è un indizio molto importante per capire cosa ne avete fatto del vostro bambino interiore. Se non li sopportate o non sapete giocare con loro, o vi sentite a disagio, allora il vostro bambino interiore è messo davvero male. Probabilmente da piccoli pensavate che essere bambini era una scocciatura e non vedevate l'ora di crescere. 
Come me. E così la mia bambina interiore stava morendo di fame e di paura.

Una volta ascoltate le sue esigenze, non dovete far altro che ascoltarle, coccolare il bambino e rassicurarlo. Promettergli che d'ora in avanti terrete conto della sua esistenza.
Ho nutrito la mia bambina interiore emaciata, l'ho coccolata, ho pianto con lei, le ho chiesto perdono. E finito questo esercizio ho sentito una pace interiore che non avevo mai provato prima.

Non vi resta che provare. E vedrete tutto da un punto di vista diverso. A volte basta tanto poco per ritrovarsi.


venerdì 24 luglio 2015

Scendere nello scantinato

Quando abbiamo blocchi emotivi irrisolti, e stare nel sentire non ci è utile perché non sentiamo l'emozione, una tecnica utile può essere la terapia dei cristalli. 
Nonostante un vago scetticismo, quando ho deciso di sottopormi a una seduta di cristalloterapia ho avuto sensazioni molto forti che mi hanno confermato la validità del metodo. 

In base ai nostri blocchi le sensazioni sono molto diverse. All'inizio non sentivo nulla, ero solo rilassata. Ero carica di cristalli eppure non succedeva niente. La mia terapista ha caricato ulteriormente, ed ecco che di colpo ho sentito le gambe farsi pesantissime. Quando ha aggiunto un cristallo sulla gola - non saprei dire quale perché si sta con gli occhi chiusi - ecco che di colpo ho avuto la sensazione di scendere a picco verso il basso, come in un ascensore senza controllo. Non era una bella sensazione.

Pozzo di Santa Cristina (Sardegna) - Foto dell'autrice
Quando succede questo, qualcosa ci sta suggerendo di scendere nello scantinato interiore. Può fare molta paura, arrivano sensazioni angoscianti, si sentono fastidiosi insetti o entità camminarci addosso come ragni o millepiedi. Può sopraggiungere la voglia di scappare, c'è un senso di oppressione, di pericolo imminente, e sussurri sinistri. 

Eppure, è lì che dobbiamo portare la luce della consapevolezza. Qualsiasi emozione emerga, che sia pianto o rabbia, è già un barlume di luce. Dove prima c'era incapacità di provare emozione comincia a muoversi qualcosa ed è sempre la via giusta per riportare equilibrio, e non importa se una sola visita non basta. Il solo essere scesi a esplorare e aver guardato con consapevolezza quello che prima non riuscivamo a vedere, è il primo passo verso la liberazione dai pesi del passato che condizionano il presente.

mercoledì 22 luglio 2015

Il discernimento

In moltissime fiabe c'è una fanciulla che a un certo punto della storia è costretta dalla strega di turno a lavorare per lei e separare dei semi da un mucchio di sporcizia. Il compito sembra sempre impossibile da compiere, ma ad intervenire in soccorso della fanciulla c'è sempre qualche magia, o fata, o una bambolina che compie l'atto al suo posto.

Grano - Foto dell'autrice
Questo tipo di fiaba è nata per insegnare il discernimento. Le ragazze, in epoca arcaica,  avevano sempre una donna saggia che si occupava di insegnare loro a usare il proprio intuito e il potere femminile per discernere tra ciò che nutre (i semi buoni) da ciò che è nocivo (la sporcizia). Ciò che nutre viene dall'anima, la sporcizia è tutto ciò che ci impedisce di evolvere. 

La forza magica che viene in soccorso alla fanciulla e fa il lavoro al posto suo è l'intuito, ma anche la razionalità costruttiva. 
Invece di disperarsi nel tentativo di compiere un'impresa che pare impossibile in poco tempo, essa si affida a quella parte di sé che si chiede: Cosa è bene per me? Cosa mi nutre di più? Questa cosa la sento nel cuore oppure no? 

Quando abbiamo un forte dubbio, ecco che dobbiamo attuare questo compito: separare i semi buoni dall'immondizia, ciò che è creativo e viene dal sentire di cuore da ciò che viene dalla parte ferita e che vive ancora nella paura, nelle illusioni.

La voce interiore, come sempre, sa meglio di noi come si fa a discernere e quando è il momento opportuno dobbiamo affidarci ad essa e lasciarla fare.