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E' la nostra navicella per entrare nel mondo ed esplorarlo.
Come potremmo sperimentare la materia senza un corpo?
Quindi basta con l'atteggiamento medievale che vuole il corpo come fonte di ogni male, come qualcosa di sporco, svilente, impuro. Qualcosa di antitetico all'anima.
Il nostro corpo è un tempio. Il nostro corpo ci parla. Ha una sua intelligenza e una sua emotività peculiare.
Ascoltare il corpo è fondamentale perché, essendo capace di somatizzare le emozioni, ci è maestro.
Il corpo soffre dove c'è sofferenza emotiva, si blocca dove c'è blocco emotivo.
Il corpo ti avverte quando è ora di cambiare. Si ammala, o prova fastidio per qualcosa. Il corpo ti sprona a fare cose nuove con le frenesie improvvise.
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Poco tempo dopo, quella disciplina mi è venuta all'improvviso a noia, ed ecco che il mio corpo mi stava urlando che aveva bisogno di uno sport dinamico.
Quando sono triste o turbata, quando sento che i pensieri circolari stanno mandando in loop la mia mente, il mio corpo mi chiede di portarlo a spasso, a passo spedito.
Il ritmo della camminata scioglie i pensieri fissi e smuove nuove riflessioni più serene, le fa fluire lungo il sentiero.
Anni fa una sciamana malgascia mi ha detto che non bisogna mai stare troppo fermi o i demoni si impossessano del nostro corpo.
A livello psicologico è vero: la depressione arriva dove c'è sedimentazione, immobilità, mancanza di iniziativa, pigrizia.
Quindi, metaforicamente, è vero: mai permettere al demone della depressione - o solo della tristezza - di impossessarsi del nostro prezioso corpo o saremmo perduti.
Il corpo non mente mai. Basta imparare ad ascoltarlo.
E ascoltare il nostro corpo, accettandolo, ci insegna ad amarci un po' di più.
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