sabato 12 gennaio 2013

Saper stare nel dolore

Compassion - Foto dell'autrice
E' normale, quando si prova dolore, voler scappare da esso, allontanarlo, anestetizzarsi con qualcosa - qualsiasi cosa - pur di non farci i conti.

Ma i Maestri - tra i quali Osho - insegnano che l'unica cosa che possiamo fare per dissolvere il dolore è starci dentro, guardarlo negli occhi, sentirlo sotto la pelle, negli organi. 
Fa un male bestia, lo sappiamo già. Ma non si può scappare da qualcosa che è dentro di noi.

Stare nel nostro dolore non significa conviverci. Perché conviverci presuppone una sopportazione di qualcosa che non riusciamo a lasciare andare, e allora ci rassegnano a portarcelo appresso come un immenso bubbone putrido sul punto di scoppiare.

"Invece di evitare il dolore, entraci dentro. Lascia che faccia terribilmente male. Lascia che faccia male completamente, così la ferita è totalmente esposta. Quando è totalmente esposta, la ferita comincia a guarire", ci ricorda Osho.

Il nostro dolore è come una ferita aperta, e tenerla chiusa ermeticamente senza che la pelle respiri peggiora le cose, la ferita può solo imputridire. 
Quando ci tagliamo un dito sappiamo che se teniamo per troppo tempo il cerotto sul taglio la pelle diventerà umida ed esso non guarirà. Deve essere esposto all'aria perché si asciughi e non faccia più male. Solo così cicatrizzerà bene.

In the pain - Foto dell'autrice
Basta solo trovare il coraggio di sederci a osservare le nostre ferite aperte e sentire tutto il dolore che ne deriva. 
Il pulsare, il gonfiore, magari il sapore del sangue se proviamo a leccarle. 
Ci prendiamo un po' di tempo per stare nel dolore, nel sentirlo agitare dentro di noi come una bestia inquieta, lasciamo affiorare le lacrime, lasciamo che i singhiozzi ci scuotano. 
Ci osserviamo riportare in superficie ciò che ancora duole. 
Senza giudizio, senza reprimerci. 

Solo così, a un tratto, tra le lacrime, sentiamo un refolo di aria nuova invaderci. Una freschezza che ci asciuga le lacrime e di colpo sentiamo l'assenza del dolore.
E' svanito. E non ha lasciato traccia. 
Quasi non ricordiamo più perché quella cosa ci facesse tanto male. 
La ferita è guarita.


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