mercoledì 27 marzo 2013

Perché abbiamo tradito la Bellezza?

Mi capita spesso, quando guido in città, di guardarmi intorno con un senso di disagio e disapprovazione verso la bruttezza dilagante.
Foto dell'autrice
Guardo gli squallidi palazzoni sorti come funghi in mezzo alle casette se non proprio belle almeno graziose, rispettose di canoni piacevoli agli occhi. 
Guardo il cemento che soffoca le radici dei pochi alberi sparuti nei viali, perfettamente allineati tra loro, osservo il velo di smog ingrigire i palazzi con i balconi senza un fiore.
Ci sono tende verde bottiglia a coprire i balconi arrugginiti, e quel verde non fa che stridere nel grigio del cemento, invece di alleggerirlo.

Allora mi viene spontaneo chiedermi Quando è stato e perché abbiamo tradito la Bellezza? 
E perché nessun cittadino si è mai ribellato quando eravamo ancora in tempo, quando i nuovi palazzi e i quartieri periferici erano ancora in costruzione?
Siamo diventati ciechi al bello?

In ogni epoca c'è stato il momento in cui si costruiva qualcosa di nuovo, si ampliavano le città e i palazzi nobiliari, ma il nuovo era sempre rispettoso dei canoni estetici universali, non era mai qualcosa di totalmente stridente con il resto dell'architettura.

Nel medioevo non c'erano né geometri né architetti specializzati come oggi, i borghi nascevano spontanei senza pianificazioni ma, guarda caso, ancora oggi i borghi medievali esercitano un fascino eterno e ben meritato.

Una risposta mirabile è arrivata da una bellissima lezione sulla felicità della psicologa e scrittrice Silvana De Mari:

Abbiamo smesso di apprezzare la Bellezza quando abbiamo incominciato a perdere la nostra spiritualità.

Foto dell'autrice
E' vero. La perdita del senso di unità tra noi e il Creato, l'incapacità di cogliere il divino nelle cose del mondo, nella natura, ma anche nell'armonia delle proporzioni, è ciò che ci ha permesso di devastare il nostro paesaggio senza indignarci.

E' come se considerare la devastazione qualcosa di accettabile, o addirittura di inevitabile, fosse lo specchio della nostra devastazione interiore.

Forse è anche questo che si intende con l'espressione Dio è morto.
Abbiamo ucciso il nostro senso profondo del divino, in generale.

E' anche per questo che sempre più persone si riavvicinano all'Antica Religione della Dea Madre. 
I neopagani hanno aperto gli occhi, e intendono tornare a celebrare la Terra per la sua sacralità.

Se tutto il mondo tornasse a considerare la Terra coma la nostra Madre - e di fatto lo è, è innegabile - non ci sarebbe più bisogno di movimenti ecologisti per difendere il pianeta dalla devastazione.
Perché tutti, nel nostro piccolo, la tratteremmo con il rispetto che si merita.


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