sabato 9 marzo 2013

Conservare il proprio mistero

Le persone chiacchierone lo sanno, quanto sia difficile mantenere il riserbo sulla propria vita, e quelle insicure quanto sia difficile non chiedere consigli o aiuto agli amici.
Ma parlare sempre di noi, intervenire spesso nei discorsi, ci toglie carisma.
Le persone che si svelano troppo, facendo emergere nei discordi dubbi e insicurezze, perdono potere.

La presenza massiccia dei social network nella nostra vita contemporanea non aiuta.
Il mio mistero - Autoritratto dell'autrice
Spesso ogni pensiero o sfogo, seppure sciocco, viene vomitato pubblicamente, e anche la mania di scattare e condividere foto per ogni singolo evento, seppur banale, contribuisce a fare di noi persone di cui cui si sa praticamente tutto.
Veniamo banalizzati dalla vita digitale.
Tutti sono chiamati a dire la loro nei commenti.
Il velo del riserbo è stato lacerato per sempre.


Quando tiriamo fuori caratteristiche della nostra personalità e ci identifichiamo con esse - anche quando non ci piacciono - queste diventano la nostra maschera e la nostra etichetta agli occhi altrui.
Così finiamo per essere additati - anche in modo benevolo - da amici, familiari e conoscenti come la svampita, la nevrotica, l'ossessivo, l'attaccabrighe, il lamentoso, la simpatica canaglia, l'artistoide, l'intellettualoide, la ritardataria, e così via...


Le persone che sanno mantenere il riserbo su di sé hanno dalla propria parte il fascino del mistero, del non detto. 
Saper dosare bene le informazioni su di sé, sui nostri pensieri e opinioni, è un'arte.
Diventiamo davvero artefici della nostra vita senza rischiare di finire in uno stereotipo.

Autoritratto dell'autrice
Imparare a non parlare troppo di sé è un'utile autodisciplina per comprendere anche quanto davvero una cosa sia importante per noi da condividere e quanto invece sia solo un modo di riempire i silenzi che ci imbarazzano, di apparire più socievoli, o di esprimere le proprie angosce e lamentele, buttandole fuori nell'illusione di trovare una risposta esterna ad esse.

Come ho già scritto, un modo semplice ed efficace per far tacere la mente - e di conseguenza la lingua! - è recitare un mantra.




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