venerdì 22 marzo 2013

Il sincretismo - spiritualità del futuro

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Sempre più persone abbandonano le religioni ufficiali pur rimanendo credenti
Cioè credono nel divino, hanno sete di spiritualità ma detestano dogmi e imposizioni. Si sono guardati intorno, hanno letto,  sperimentato e hanno raccolto ciò che di buono c'è in diverse religioni, scartando ciò che non condividono.

Anche le religioni tradizionale cominciano ad ammorbidirsi nel rapporto con le altre. La Chiesa stessa si apre sempre più al dialogo.
Non credo sia solo una questione politica, di interessi spiccioli riguardo al numero di fedeli. Credo che sia sempre più evidente in un mondo globalizzato che non ci si può più arroccare in difesa dei propri dogmi con la pretesa di un'unica verità in mano, o di una presunta superiorità.

D'altronde, si posso spendere fiumi di parole riguardo al sincretismo anche nel passato. In Brasile gli dèi locali si sono mescolati con il cristianesimo, e così in tutto il Centroamerica.
Il voodoo ne è un esempio lampante.

Anche in Europa, comunque, il cristianesimo si è formato su culti pagani locali, a partire dal 25 dicembre giorno della nascita di Mitra, l'albero di Natale sacro ai Germani, la Madonna Nera simbolo di fertilità pagana - nonché associata in un secondo momento a Iside - e infine alla Vergine madre di Gesù.

Quindi, in un'epoca di ricerca di una spiritualità vicina al proprio sentire, grazie anche ai mezzi di informazione che ci avvicinano a discipline come il buddismo, induismo e taoismo - da cui nascono i principali concetti fondanti i corsi di risveglio - ecco che nella case si mescolano le divinità.

Essere concettualmente vicini al buddismo, per esempio, nulla toglie al cristianesimo, e sono molte le persone che pur non rinunciando a quest'ultimo tengono in casa statuette del Buddha venerato con incenso e candele.
In fondo, c'è chi sottolinea anche il buddismo è quasi più una filosofia che una religione.

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Poi ci sono i neopagani, i wicca, e quelli vicino allo sciamanesimo. Persone attratte dal volto femminile di Dio, alla ricerca di una spiritualità più vicina alla natura, ai suoi elementi, a cerimonie antiche come il mondo che ancora subiscono una fascino indiscusso. Come l'uso di tamburi sciamanici o la sacralità di un falò intorno al quale danzare, magari durante un solstizio.

E che dire del simpatico Ganesh, il dio indù cha porta fortuna ed elimina tutti gli ostacoli? Vorremmo mica dimenticarlo, nel nostro pantheon, proprio lui che simboleggia la lotta contro le avversità della vita per raggiungere la felicità e l'appagamento? 

In fondo, tutto è Uno. Quindi, ogni dio, con le sue caratteristiche, in sostanza non è che una piccola sfaccettatura dei molteplici volti di un'unica Divinità creatrice.

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