lunedì 17 febbraio 2014

Uno su mille

E' cosa nota che in ogni generazione, finiti gli anni della giovinezza in cui si fanno grandi progetti, in cui si è idealisti e sognatori, a conti fatti la maggioranza abbandoni ogni slancio di cambiamento.

Passano vent'anni, e si scopre che solo una percentuale minima, direi irrisoria, è riuscita a realizzare i propri sogni, o comunque si può dire davvero soddisfatta della propria vita.

Foto dell'autrice
Da ragazzi si disprezzavano gli atteggiamenti degli adulti che si erano adattati, accontentati, di tirare avanti a testa bassa in attività insoddisfacenti, frustranti, solo per la paura di non portare a casa il pane.

E poi, cosa succede? Perché anche i figli, alla fine, dimenticano la propria Leggenda Personale per una vita di schiavitù, di asservimento al Sistema, pensando che sia l'unica via possibile?

Penso che oggi, con la crisi economica che ha messo un po' tutti in discussione sui propri ruoli, sulle proprie priorità e su ciò che è superfluo, ci sia la grande opportunità per tutti di alzare la testa e affidarsi al proprio istinto, al proprio cuore e seguire il talento.

Non è più tempo di schiavi, ma di missionari dello spirito, cioè di chi si ascolta e sente la chiamata a essere ciò che è, invece di adattarsi per paura di morire di fame.

E' il pessimismo che frega tutti.
Foto dell'autrice

Ma se impariamo ad affidarci, totalmente, la vita è costretta a sostenerci perché risponde ai nostri reali bisogni. 
Se siamo qui è per uno scopo. 
E non è certo solo lavorare duro a testa bassa senza farsi domande, pagare le tasse e riprodursi. 

Non è più tempo per gli schiavi.
Siamo tutti chiamati a essere portatori di talenti e ad esprimerli, a incarnarli. Il denaro per vivere verrà da sé, come conseguenza inevitabile.

Nessun commento:

Posta un commento