giovedì 6 febbraio 2014

Meno parole

Viviamo in un mondo invaso dalle parole, il 99% delle quali superflue o del tutto inutili.
Siamo talmente abituati al brusio che molti di noi nel silenzio si sentono a disagio.
Spesso, quando siamo vicini ad altre persone, ci sentiamo quasi obbligati a rompere il silenzio dicendo qualcosa, di solito qualche banalità. Ci sembra che non parlare sia una forma di maleducazione.

Eppure, come si può pretendere di avere una mente silenziosa se non siamo capaci di togliere il superfluo nei dialoghi?

Pensate a quante parole diciamo in più del dovuto quando dialoghiamo con qualcuno.
Infatti; no, però; comunque; volevo dire…; ma se; sì, no… 
Quante volte si comincia una frase con Sì, no. Sì o No? O uno o l'altro!

Autoritratto dell'autrice
E poi, le ripetizioni. Ripetiamo un concetto come se temessimo che l'ascoltatore non capisse, ma forse siamo noi i primi a dover ribadire le cose per essere sicuri di crederci davvero!

E' un esercizio difficile, ma vale la pena di provare.
Tentare di togliere tutti i fronzoli.

Di solito: Cioè no, sai, oggi, mentre andavo dal panettiere, ho pensato che in fondo, a pensarci bene, tutto sommato…

Togliendo il brusio: Oggi mi è venuta in mente una cosa.

Pare semplice, sulla carta. Per imparare a farlo anche nel dialogo bisogna ascoltarsi, respirare, fare le giuste pause, e rimanere distaccati da ciò che si dice. Se ci facciamo coinvolgere da ciò che stiamo dicendo, quindi perdendo la presenza, è la fine.
Veniamo risucchiati nel vortice.

E, di solito, cosa accade dopo che abbiamo parlato a raffica rapiti dal vortice? Ci sentiamo un po' spossati e frastornati.
E magari ricordiamo solo una parte delle cose che abbiamo detto. 
Di solito le ripetizioni.

Parlare in presenza significa anche entrare in sintonia profonda con l'ascoltatore, che non verrà investito da un fiume di parole senza poter intervenire, rischiando di non capire che una piccola parte del discorso.

Inoltre, quando si dialoga in presenza non ci sono reazioni a fraintendimenti. Perché oltre le parole c'è l'attenzione e il cuore aperto. C'è sintonia.

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