venerdì 8 novembre 2013

Che cos'è il Satori?

Spesso nei libri che trattano di risveglio spirituale, in particolare di stampo orientale, si parla di Satori.

In genere, viene confuso e usato come sinonimo di Kensho. 
Kensho, però, indica un lampo di illuminazione non permanente.
Un attimo di chiarezza e di unità con il Tutto. Che poi si spegne per farci ripiombare nella solita inconsapevolezza, più o meno accentuata.

Il Satori per il buddismo Zen, è il momento di comprensione totale dell'essenza delle cose e dell'Universo. 
Il soggetto e l'oggetto della contemplazione non esistono più, ma si fondono nella pura consapevolezza. 
Lo stesso osservatore smette di sentirsi separato dalle cose osservate.
Insomma, si ha la chiara e definitiva comprensione della vera natura del Creato.

Questo stato di consapevolezza è profondo e duraturo nel tempo.

Foto dell'autrice
La persona che vive il Satori non si distacca dal mondo come atto di separazione, sarebbe una contraddizione, ma si fa partecipe totalmente delle cose che lo circondano, nella Presenza.

Esempi di questo stato di illuminazione si trovano negli haiku, la forma poetica più rappresentativa dello spirito giapponese.

Un meraviglioso haiku di Shiki (1867-1902) è questo:

Stupore:
una margherita si frange,
suono di mezzanotte.

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