giovedì 22 novembre 2012

Quale incenso?

Vediamo incensi in vendita dappertutto, ne seguiamo affascinati l'aroma quando proviene da una bancarella o da un negozio, però poi ci capita di leggere un articolo di giornale che mette in guardia da essi perché sospetti di essere nocivi, responsabili di emissioni di polveri sottili e sostanze chimiche irritanti. Che fare?
Ho chiesto il parere di Mihaela Hututuc dell'erboristeria Il Mondo Alchemico di Chieri.
- Innanzi tutto, dice, tra gli incensi non certificati, il miglior modo di riconoscere quelli artificiali è... il mal di testa! Se ti viene, sicuro che non sono naturali.

Mi illustra i diversi tipi, e sono davvero tanti: i più comuni a bastoncino - che possono essere o meno infilati in un sottile bastone di bambù; i connetti, le resine in grani - che necessitano di un carboncino ardente; la carta aromatica - D'Eritrea e D'Armenie, che si brucia in un piattino; i palitos sudamericani; gli oli essenziali - con il relativo diffusore. Ma anche tra i più comuni ci sono delle distinzioni: oltre a quelli classici agli aromi e a quelli dal nome accattivante, tipo Spiritual Guide o Sai Baba, la gamma è sempre più varia e specifica per alcune discipline. Ci sono quelli dei Chakra, quelli per il  Reiki, gli ayurvedici, quelli ai Fiori di Bach, e per il Feng Shui. Tra gli incensi senza bastone di bambù compaiono quelli giapponesi e i tibetani tradizionali.
- L'importanza, dice Mihaela, è che siano prodotti con gli ingredienti classici, naturali al 100%. Cosa contiene l'impasto o masala? Miele, polveri di legni pregiati, oli essenziali, spezie e resine. Quelli composti secondo la ricetta vedica di 400 anni fa sono preparati seguendo le fasi lunari, i movimenti planetari e solari, e poi arrotolati a mano ed essiccati in modo naturale.
- Quindi, chiedo, c'è un incenso per ogni cosa?
Mihaela mi illustra. Ci sono incensi per lo yoga, la purificazione del corpo e dell'ambiente, per concentrarsi nello studio, per la preghiera, per i rituali religiosi, per la meditazione, per la pratica di discipline, e anche semplicemente per profumare la casa o creare atmosfera.

A proposito, il vero nome dell'incenso usato nelle cerimonie cattoliche è Olibanum. Tra le virtù benefiche: l'incenso mette in comunicazione con il trascendente, mantiene vigili, porta un momento di pace negli impegni pressanti, mantiene il suo aroma nel tempo e non stanca mai. Infine, rispetta la natura.

Se avete dubbi sulla qualità degli incensi che trovate nelle bancarelle non avete che da rivolgervi a un'erboristeria. Quelli che vi si trovano sono molto più cari, ma posso dire per esperienza personale che se sono garantiti dall'IFRA (International FRagrance Association - l'ente più autorevole al mondo per il controllo di qualità dei profumi) hanno profumazioni sublimi che persistono nel tempo senza alterarsi e davvero confortano il cuore, pacificano la mente e aiutano nella meditazione. Inutile dire che ne ho acceso uno mentre scrivo. Un grosso grazie a Mihaela Hututuc.

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