Vecchie cose preziose - Foto dell'autrice |
Li lasciamo lì un po' perché temiamo di rompere quei bei servizi irripetibili, un po' perché pensiamo di tenerli, come dicevano le nostre nonne, per gli ospiti.
Ma sotto sotto c'è come un timore reverenziale per le cose preziose, come se pensassimo di non meritare di bere il tè in tazze di porcellana, o cenare con posate d'argento.
Ma perché destinare sempre il meglio per gli altri, per fantomatici ospiti che un giorno verranno a trovarci e saranno degni dei nostri servizi? Regolarmente, quando organizziamo cene con gli amici finiamo per usare piatti e bicchieri di plastica così non si devono lavare e il servizio è tutto uguale, dato che oltre le 12 persone non avremmo più piatti dello stesso servizio disponibili.
O almeno questo capita per le generazioni più giovani, che di solito organizzano portando ognuno qualcosa e a volte si sta tutti in piedi servendosi a buffet per mancanza di spazio e di sedie.
Quindi, perché negarci il piacere sottile di usare il meglio per noi, nel quotidiano?
Ci meritiamo il meglio e dobbiamo imparare a concedercelo, invece che lasciare tutto lì a ristagnare per anni in previsione di eventi futuri. Ma quali eventi futuri se esiste solo l'adesso?
Vasi di famiglia - Foto dell'autrice |
Che strane idee ci hanno inculcato le nostre nonne!
Tirate fuori le tovaglie di fiandra, le lenzuola ricamate del corredo nuziale mai usate per non sciuparle, le tazzine di caffè di nonna Ermelinda e i bicchieri a calice di cristallo di Boemia della prozia Giselda e godetevi il viaggio!
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