Chi conosce le Leggi che reggono la Realtà sa bene che si attira ciò per cui si vibra. Se si teme che la Pace sia in pericolo, se si è angosciati all'idea di un possibile futuro di guerra, si rischia di pregare per disperazione, chiedendo al Divino ciò che si pensa ancora non ci sia.
Si sta riflettendo la propria mancanza di pace interiore e di fiducia, se si dice che là fuori non c'è pace.
Chiesa seicentesca, Chieri - Foto dell'autrice |
Invece di chiedere ciò che pensiamo che manchi o di proteggerci da ciò che temiamo possa accaderci di male, bisognerebbe entrare in connessione profonda con la vibrazione della fede e dell'amore e il pregare diventerebbe solo un manifestarsi a parole di questa vibrazione. Senza chiedere.
Perché se chiediamo, stiamo implicitamente dicendo al Divino che non abbiamo fede nei suoi Piani, per quanto oscuri e spaventosi ci posano sembrare. Inoltre, come detto sopra, tutto ciò che si manifesta nel mondo esteriore è un riflesso di ciò che a livello collettivo l'umanità sta vivendo in forme-pensiero.
Se la forma-pensiero collettiva vibra sul conflitto, la paura e il sospetto, l'unico modo per scioglierla è un atto di preghiera scevro da paura e disperazione.
Quindi, state in guardia!
Se volete pregare per la Pace nel mondo concentratevi sull'atto della preghiera in sé senza richieste né paure o otterrete il contrario.
Perché l'Universo ci restituisce ciò che mandiamo.
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