Anche questo tempra il guerriero, che osserva la propria mente agitarsi nella negatività. Osservandola, torna prepotente la certezza che è nato per qualcosa di più grande che stare lì a deprimersi e lamentarsi.
In ogni battaglia di vita - così come in quelle sul campo, con le armi in pugno - si può cadere feriti o solo incespicare e finire in ginocchio, ma il vero guerriero sa sempre come rialzarsi, anche quando sente che il carico di difficoltà lo ha reso un po' più lento a riprendersi. Perché rialzarsi è l'unica cosa che abbia un senso, una spinta a tornare in sé e fare il proprio dovere, che sia in battaglia o nel mondo.
E' sempre difficile accettare che una situazione vada diversamente da come la si era immaginata e chiamata nella realtà, ma la non accettazione non fa che chiudere le porte al cambiamento.
Guerriero celta - Foto dell'autrice |
La testardaggine della personalità continua a insistere che vuole una cosa, perché non accetta la situazione in cui questa cosa non c'è, considerandola sbagliata, negativa.
E' proprio questa la chiave del miracolo.
Non significa arrendersi, al contrario. Si apre una porta.
Lasciando andare le preoccupazioni per ciò che ancora non ha ottenuto, nonostante gli sforzi, e facendosi strumento del Divino, sa che la sola sua intenzione di Servire il Piano divino farà da catalizzatore per realizzare il suo contributo. Che a volte può anche essere diverso da ciò che immaginava o voleva ardentemente.
Il guerriero abbattuto, con un tremendo sforzo di volontà, si rialza, si scrolla il fango e il sangue secco di dosso, si concentra sul respiro, sull'istante presente, sentendo che esiste una Forza che lo collega ad ogni cosa nell'Universo, sta in ascolto, sente che ogni sua cellula è piena di Amore, sente il richiamo della Vita ad andare avanti, riprendere le armi e continuare sul suo sentiero perché nulla ancora è perduto e finché avrà fiato in corpo sarà pronto a dare il proprio contributo.
Se non lo facesse tradirebbe se stesso, e di conseguenza lo stesso senso della propria esistenza.
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