venerdì 18 aprile 2014

La Solennità

Una delle cose che mi ha sempre colpito nelle popolazioni cosiddette aborigene o native è la Solennità.
Non so se avete presente le foto dei nativi americani, ma soprattutto vi ricorderete il loro modo di muoversi e stare seduti anche nei film. 


Nativi americani in una foto di Edward S. Curtis
Quell'ergersi con la schiena dritta, a testa alta, pieni di dignità, quel muoversi con gesti mai inutili, sempre misurati. Quella solennità nell'agire, nel muovere il corpo, nei gesti, è tipica delle popolazioni che hanno ancora dentro di sé un profondo senso di Sacralità.

Loro sanno che ogni cosa è come deve essere, non hanno quell'ansia che divora gli occidentali, e tutti coloro che sono cresciuti nel mondo del profitto e della velocità a tutti i costi.

Noi, con le nostra profonda crisi identitaria e culturale - cioè dimentichi di essere Anima, un Sé che esiste al di là del corpo ed ha uno scopo sulla Terra - andiamo per il mondo a testa basta, impauriti, il corpo contratto, pieni di pensieri ossessivi e domande che ci frullano di continuo in testa senza lasciarci tregua.

Da questi popoli dovremmo reimparare qualcosa che i nostri avi sapevano bene, cioè che l'armonia nasce da dentro, ed è generata
Nativi americani - Foto del XIX secolo
dalla consapevolezza che ognuno ha un proprio Valore inestimabile, una propria dignità incrollabile e la fiducia nella Vita come perfetta in sé stessa.


Non esiste sentirsi piccoli rispetto al mondo perché esso è in noi, non esiste non sentirsi all'altezza di un compito perché tutto ciò che ci viene mandato è perché possiamo affrontarlo. Ogni sfida è fatta apposta per affinare i nostri talenti, mai per sconfiggerci!

Appoggiare l'attenzione sul corpo per riscoprire la solennità insita in ogni movimento è un passo in più verso la Consapevolezza di sé.


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