martedì 21 maggio 2013

OHM NAMAH SHIVAYA

Come racconta Salvatore Brizzi in una delle sue belle lezioni, l'umanità, alla ricerca della divinità, nel corso della storia è giunta a varie tappe del cammino spirituale.
Prima pensava che Dio fosse in tutte le cose (animismo), poi che ci fossero varie divinità (politeismo), poi che Dio fosse uno solo, ma separato da noi (monoteismo), infine, oggi cominciamo a pensare che Dio sia dentro di noi, perché in ognuno di noi esiste una scintilla divina.


Foto dell'autrice
Ma alla fine del cammino si potrà comprendere che in realtà, noi siamo Dio. 
Ma siccome il nostro Ego è ancora troppo sviluppato, sentirsi Dio senza aver raggiunto l'illuminazione potrebbe essere pericoloso.
Potrebbe dar luogo a personalità ipertrofiche e dispotiche.

Nel nostro piccolo, potremmo cominciare a sentire il divino in noi, fino a fonderci con esso, recitando un semplice mantra:

OHM MANAH SHIVAYA
(Io onoro la divinità che risiede in me).

Per riuscire a comprendere fino in fondo, a livello inconscio, quanto davvero noi soli siamo creatori della nostra realtà, del potenziale illimitato - perché divino che conteniamo in noi - e per abbattere quel senso opprimente e illusorio di separazione che ci fa credere che il divino sia fuori da noi, e che il potere del mondo non sia nelle nostre mani, questo mantra recitato diverse volte al giorno può fare la differenza.
Può aprirci le porte alle nostre infinite possibilità di creazione.
Può sciogliere quelle ultime resistenze che ci tengono lontani dalla nostra realizzazione personale.
Siamo anime che sono venute qui per svegliarsi e trovare la felicità in terra.

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