martedì 28 maggio 2013

La consapevolezza secondo De Mello

Anthony De Mello, nel celeberrimo libro Messaggio per un'aquila che si crede un pollo, racconta una storiella riguardo al nostro concetto distorto di crescita spirituale.

Alcune persone hanno come obiettivo fisso il risveglio, la via della consapevolezza, al punto che pensano che non saranno mai felici, mai arrivate, finché non lo otterranno.
Con il solo risultato di creare continua tensione e conflitto interiore, troppe aspettative, sentendosi magari troppo lenti a capire o sbagliati.

Ma De Mello ci ricorda che in realtà la semplice consapevolezza di essere ciò che siamo è già felicità.

E racconta un bellissima storiella.
C'è un discepolo che dice al suo guru di aver deciso di andare lontano per meditare e cercare l'illuminazione.
Ogni sei mesi manda una lettera al guru per fargli sapere dei suoi progressi.
La prima lettera dice: "Ora capisco cosa significa perdere il Sé".
Il guru la straccia.
Dopo altri sei mesi arriva una seconda lettera: "Ora ho raggiunto la sensibilità nei confronti di tutti gli esseri viventi". 
Il guru la strappa.
La terza lettera dice: "Ora conosco il segreto dell'unità e della molteplicità".
Il guru butta via anche questa.
Le lettere continuano ad arrivare per alcuni anni, poi più nulla.
Il guru manda un viaggiatore a scoprire cosa ne è stato del discepolo. 
Un giorno, finalmente, arriva la lettera.
"Cosa importa?", c'è scritto.
Il guru esclama felice:  "Ce l'ha fatta! Finalmente ha capito!"

Foto dell'autrice
Quindi, alla domanda di tutti quelli che vorrebbero svegliarsi, "Sto facendo qualcosa per cambiare me stesso?" Anthony De Mello risponde:
"Ho una sorpresa per voi, davvero un'ottima notizia!
Non dovete fare proprio niente. Più fate, peggio è.
Non dovete far altro che capire".

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