lunedì 7 luglio 2014

Uscire dalla Comfort Zone

Quanto siamo influenzati dalla nostra Comfort Zone?
Per chi non lo sapesse, la Comfort Zone è quella sensazione di sicurezza derivata dal fare cose conosciute, restando al riparo da possibili rischi.

Ogni volta che c'è qualcosa che ci fa ritrarre spaventati, dicendo Non ne ho voglia; Non me la sento; Non fa per me; Non conosco nessuno, quello è il campanello di allarme che ci sta dicendo che abbiamo paura, stiamo esercitando una forma di resistenza.


Foto dell'autrice
Quando ciò accade, va osservato. Cercando di comprendere da dove viene, quale paura nasconde. Ma anche se non lo comprendiamo, è sufficiente osservare che stiamo scappando da qualcosa. 
Ci stiamo rifugiando nella nostra Comfort Zone per non incappare in pericoli per il nostro Ego.

Osservando i nostri no a qualcosa possiamo anche capire se davvero nascono da una paura o dalla semplice constatazione che quella cosa non ci interessa davvero perché non aggiunge nulla al nostro piano di volo.

Ma il 95% della volte in cui ci sentiamo ritrarre davanti a qualcosa di certo c'è un Ego o un bambino spaventato (che in fondo sono la stessa cosa) che emerge da dentro di noi e fa resistenza.

L'effetto collaterale tipico dell'essersi ritratti nella propria Comfort Zone è - dopo un momento di senso di sollievo per aver scampato il "pericolo" di sperimentare qualcosa di nuovo e sconosciuto - l'amarezza per non aver avuto il coraggio di buttarsi, di uscire fuori dalla bambagia della propria tana. E' come aver perso un'occasione per vivere davvero.
C'è sempre quel senso di disagio, di insoddisfazione, che emerge. Un giudizio su noi stessi: ci sentiamo un po' codardi.

Ma, per una volta, quel giudizio può essere una sfida che lanciamo al nostro bambino interiore spaventato per farsi coraggio.
Per fargli prendere al volo occasioni che magari non torneranno mai più.


Foto dell'autrice
Invece di continuare a giustificarci sul perché era meglio non fare quella cosa per tenere a bada la frustrazione che nasce dall'incapacità di uscire dal nostro guscio, dovremmo capire subito che è tutta mente.
E' la nostra razionalità che ci sta mentendo per tenerci al sicuro.

Ma al sicuro da cosa?
La nostra mente lavora contro di noi, contro il nostro vero Sé perché non vuole realizzarlo. Contro il nostro desiderio di essere ciò che siamo: naturalmente felici.

Quello è il momento in cui deve emergere il guerriero che dice al nemico-mente: Non mi fai paura
Tu mi stai dicendo che questa cosa non è per me, che sarò solo, non mi divertirò, ma non ti credo.
IO NON TI CREDO.

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