martedì 1 luglio 2014

Senso della missione e incomprensione

In questi giorni sto leggendo alcuni libri su Giovanna D'Arco perché affascinata dalla sua figura controversa. 
Il piglio guerriero che va a braccetto col misticismo è qualcosa che mi risuona profondamente dentro.

La cosa che più mi avvicina a questa guerriera arsa sul rogo e poi dichiarata santa cinquecento anni dopo è l'inesplicabile senso della missione impellente.
Tanti psichiatri hanno cercato di esplorare razionalmente a livello clinico le supposte visioni della Pulzella, ma se lo hanno fatto è perché non hanno mai avuto esperienze simili - anche solo vagamente.


Foto dell'autrice
Pare un paradosso che una ragazza così profondamente mistica sia entrata in conflitto con la Chiesa, ma non lo è. La Chiesa adora i martiri, ma in pratica tutto ciò che si discosta dal canonico viene guardato con sospetto. Se da un lato questo può essere un mero atto di prudenza, dall'altro ha fatto prendere agli ecclesiastici centinaia di decisioni estreme e profondamente ingiuste, lungo i secoli.

Non si può e non si dovrebbe indagare il perché delle visioni mistiche né la loro sostanza, ma sono convinta che nulla sia mai per caso. Secondo il pensiero degli sciamani siberiani, esistono vari tipi di anime incarnate, ognuno con un ruolo ben preciso da svolgere sulla Terra. Ce ne sarebbero sette tipi: i guerrieri, i messaggeri, i maghi, i maestri, i protettori, i guaritori e gli esecutori.

Non so se sia possibile incarnarne due alla volta, ma Giovanna pare appartenere ai primi due tipi.

Chi non comprende il senso della missione spesso dà un frettoloso giudizio sulle persone che si sentono muovere da una spinta interiore che non possono e non vogliono ignorare, e finisce per definirli degli esaltati o psicolabili.

Ma come spiegare l'inesplicabile? Tentare di spiegare a parole riduce qualcosa di grandioso, incommensurabile, qualcosa che parla di un allineamento con la Fonte, alla banalità di un linguaggio che è troppo limitato per spiegare l'infinito e il Divino.

Chiunque pretenda di farsi dare spiegazione sul senso della missione deve farsene una ragione. Non è possibile se non con la profonda empatia. Solo chi lo ha provato sa di cosa si sta parlando. 

E' come provare a descrivere un orgasmo. Si può parlare dei sintomi fisici, della momentanea pausa della mente, dello sbancamento dei pensieri, della luce che si vede abbagliarci per qualche istante, ma in realtà nessuno è mai riuscito a definire davvero bene ciò che si prova, nemmeno i più grandi scrittori.
Perché è soggettivo, perché è qualcosa che supera i confini limitati del corpo e dei pensieri. 
E' una forma di unione con il Divino, secondo il Tantra, e io ne sono profondamente convinta. Ma ci sarà sempre qualcuno che non ci crede perché lo vive in modo diverso o non l'ha mai provato affatto. Non puoi spiegare davvero un orgasmo a qualcuno che non l'ha mai avuto.

Tornando a Giovanna D'Arco, la bellezza della sua figura sta nella
Foto dell'autrice
chiarezza della propria missione fin dall'inizio, le sue voci le dicono che deve allontanarsi da casa per intervenire nelle questioni di Stato. Il profondo misticismo si affianca a un'ossessione per la guerra che vista da un piano orizzontale può sembrare in conflitto profondo con la Fede cristiana. 

In senso verticale, però, la sua lotta per ciò che ritiene fondamentale - far sì che Carlo VII venga incoronato re e la Francia riunita sotto la stessa bandiera ponendo fine alle lotte intestine per il potere e alla Guerra dei Cent'anni - non è che uno specchio superficiale del senso di lotta interiore che una guerriera vive dentro di sé. 
La lotta contro la separazione tra l'anima e la personalità, tra il mondo spirituale e quello materiale, tra la paura e il coraggio, tra la pulsione di morte e l'amore per la vita, tra odio e amore incondizionato.



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