venerdì 11 ottobre 2013

Ascoltarsi quando si parla

Spesso commettiamo il comunissimo errore di pensare che nell'Adesso si possa entrare solo dal silenzio, dall'immobilità. Come quando ci si siede a fare meditazione. 
Certo, è più facile. 

Ma per non smettere di osservarci, per non perderci nel flusso dei nostri pensieri ed entrare nei soliti schemi, un esercizio importante da sperimentare è ascoltarsi quando si parla.

Sforzarsi di rimanere attenti alle nostre parole, a come le pronunciamo, alla velocità in cui le facciamo uscire dalla nostra bocca, alla nostra respirazione, se è alta e affannosa o profonda e lenta. 
Autoritratto dell'autrice
Se facciamo molte pause o se seppelliamo l'ascoltatore con un flusso incontrollato di informazioni, magari pure un po' disordinate.
Se il nostro tono è alto, quasi gridato o se è basso, se usiamo una voce di testa o di cuore. 

Ma poniamo attenzione anche ai gesti. 
Usiamo le mani per descrivere ciò che tentiamo di spiegare a voce, facciamo giri in aria con esse? Ci torciamo le mani? Giocherelliamo con gli anelli o con le ciocche di capelli?

E le emozioni connesse? 
Ci lasciamo trasportare dalla foga delle nostre parole, siano esse entusiaste o colme di rabbia?
Sentiamo un frullo nel petto quando parliamo con qualcuno, sudiamo, o siamo a nostro agio?
Siamo capaci di guardare una persona negli occhi mentre le parliamo?

Sentiamo il bisogno di essere al centro dell'attenzione non dando spazio all'interlocutore di intervenire, oppure siamo davvero interessati a ciò che ha da dire?
Ci arrabbiamo se qualcuno non è d'accordo con noi?
Ci distraiamo facilmente dal nostro stesso discorso?
Ci sentiamo spesso costretti a dare un sacco di spiegazioni, anche se non richieste?

Questo esercizio non ha la funzione di giudicarci o psicanalizzarci. 
Semplicemente, vuole essere, come scritto sopra, un modo in più per sentirci.
Per esserci.

Autoritratto dell'autrice
E comunque, se qualche modalità del nostro modo di parlare non ci piace perché non lo riconosciamo come nostro - ovvero appartenente al nostro Sé profondo - imparando a essere presenti quando parliamo, pian piano cominceremo a cambiare.

Perché la nostra maschera, il comportamento acquisito con la falsa idea di noi stessi, smetterà di esistere. 
Non avremo più bisogno di recitare un ruolo, anche se inconsapevole.
Saremo finalmente soltanto noi, il nostro vero Essere.

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