giovedì 4 aprile 2013

La vera storia del Giardino dell'Eden

In quasi tutte le culture esiste una leggenda che parla di un'epoca remota, primordiale, di pace e armonia.
Persino Esiodo narrò di un tempo in cui sulla terra vi era gente felice dedita all'agricoltura che non conosceva guerre. 
Era l'età Neolitica.

Capanna preistorica - Foto dell'autrice
Il ricordo di quest'epoca primitiva ha dato origine al mito del Giardino dell'Eden. Infatti in esso Adamo ed Eva vivevano felici e alla pari, in armonia con la natura. 
Il fatto che Eva si facesse consigliare da un serpente non è un caso e non ha nulla di freudiano: il serpente era simbolo della Dea e associato alle doti oracolari. Famosa era la pitonessa (somma sacerdotessa) del santuario di Delfi.
Inoltre, sappiamo che quasi in tutte le culture antiche il serpente è associato alla Dea.

Insomma, il paradiso è perduto nel momento in cui una società che adora divinità maschili sottomette la donna.
La punizione di Eva per aver disobbedito a Dio è solo un espediente per giustificare la sottomissione sociale del genere femminile.

Ma sbaglia chi pensa che il contrario di società patriarcale si matriarcale. Nel neolitico essa era paritaria, i dati archeologici lo confermano. La diversità non era sinonimo di inferiorità o superiorità.
Purtroppo, però, la storia ufficiale tende a essere considerata un mero susseguirsi di dominazioni.

Ma quando abbiamo perduto il nostro paradiso in terra? 
Villaggio preistorico - Foto dell'autrice
Quando le popolazioni indoeuropee dalle steppe dell'Asia invasero la Vecchia Europa portando gli dei della guerra e del tuono, e portando così anche arte e miti incentrati sul potere della lama che uccide, che esaltano l'eroismo in battaglia e lo stupro. 
Basta leggere il Vecchio Testamento per trovare le stessa violenza, che evidentemente si è allargata ben oltre i confini dell'Europa.

Riane Eisler, nel libro I nomi della Dea (Ubaldini Editore) scrive:
Ci è stato anche insegnato che la religione è il regno spirituale e che (...) la spiritualità è superiore alla natura. Ma per i nostri antenati adoratori della dea non esistevano polarità così definite tra "maschile" e "femminile", tra "spiritualità" e "natura". 

E per sottolineare l'immenso contributo dato alle donne alla civiltà, l'autrice continua:
Oggi gli antropologi ritengono (...) che l'acclimatazione delle piante sia stata probabilmente invenzione delle donne.
(...) In queste società estremamente creative le donne ricoprivano posizioni sociali importanti in qualità di sacerdotesse, artigiane, (...) sciamane o vecchie sagge, o come capi di clan matrilineari.

Proprio nel giorno in cui i rapporti conflittuali tra Nord Corea e Stati Uniti sono sull'orlo di una guerra nucleare, la conclusione dell'autrice giunge quanto mai opportuna:
Il modo in cui una società struttura i più fondamentali rapporti umani - i rapporti fra le due metà, maschile e femminile (...) - ha importanti conseguenze sulla totalità di un sistema sociale.
(...) Influenza profondamente anche tutti i valori e le istituzioni sociali, determinando se una società sarà pacifica o bellicosa, di fondo equilibrata o autoritaria, se vivrà in armonia con l'ambiente o protesa alla sua conquista.






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