martedì 16 aprile 2013

Il consumismo e la paura della morte

Pochi giorni fa qualcuno mi ha detto una cosa molto interessante:
Questa ossessione per il possesso e l'accumulo di beni viene dalla paura della morte. Se non si ha più un rapporto spirituale con la vita, e di conseguenza con la morte, l'unico modo per riempire questo vuoto pieno di terrore è l'illusione di consumare il più possibile. 

Penso che questa riflessione contenga qualcosa di profondamente vero. 
Non c'è dubbio che i popoli più spirituali siano anche quelli meno consumisti.
Non hanno un vuoto profondo da colmare.

Foto dell'autrice
A dire il vero, ancora non capisco quale logica porti ad accumulare beni per paura di morire. A me verrebbe da fare il contrario: averne pochi per evitare che si disperdano o vadano buttati.

Evidentemente, la logica comune segue percorsi differenti.
Forse, credendo che non esista più nulla dopo la morte fisica, negando l'esistenza di un aldilà, si cerca di soddisfare più piaceri possibili, fino a diventarne dipendenti. Si diventa compulsivi.

Ma godere delle cose in funzione della nostra transitorietà, come principio non è affatto sbagliato. 
Allora dove finisce il godimento finalizzato alla consapevolezza del momento transitorio e dove comincia la paura ossessiva?

Lascio la risposta a un team di psicologi, sociologi e maestri spirituali.

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