mercoledì 3 aprile 2013

La dualità femminile

Se le donne vogliono davvero farsi conoscere dagli uomini, devono far loro comprendere la propria natura duale.

Scrive Clarissa Pinkola Estés in Donne che corrono coi lupi (Frassinelli):
Con la donna selvaggia si è in effetti in presenza di due donne: un essere esterno e una creatura interiore, una che vive nel mondo di sopra, e una che vive in un mondo non facilmente visibile. L'essere esterno (...) è spesso pragmatico, acculturato e molto umano. La creatura, per contro, spesso sale in superficie arrivando da molto lontano (...) lasciandosi sempre dietro una sensazione: qualcosa di sorprendente, originale, sapiente.

(...) Il paradosso della natura gemella delle donne è che quando un lato è più freddo, l'altro è più caldo. (...) Spesso un lato è più felice ed elastico, mentre l'altro tende al "Non so". (...) 
Queste "due-donne-che-sono-una" sono elementi separati ma congiunti che si combinano in migliaia di modi.

Statuetta dell'età del Bronzo - Foto dell'autrice 
D'altro canto, l'archeologa Marija Gimbutas spiega che statuette di gemelle siamesi e coppie madre/figlia sono state prodotte per tutto il Neolitico e oltre.
Esse rappresenterebbero il carattere ciclico della Dea nei suoi aspetti estivo/invernale ma anche giovane/vecchia. Un'idea che porta in sé l'accettazione profonda della ciclicità della natura e del rapporto vita/morte.

La Dea Madre anticamente ha moltissime manifestazione, spesso in netta contrapposizione tra loro: è creatrice, dispensatrice di vita, madre amorevole, e per questo raffigurata come grassa o gravida; 
ma è anche Dea uccello, a volte rapace come la civetta, oppure avvoltoio o corvo, associata alla morte, all'aldilà. Raffigurata bianca, magra e rigida, ovvero - in modo inequivocabile - la Bianca Signora.

Statuetta neolitica (Gozo) - Foto dell'autrice
Ma a interpretare in senso junghiano queste raffigurazioni, nonché i relativi concetti, la potenza del due - per usare un termine caro alla Gimbutas - non è altro che un riconoscere la natura duale del femminile. 
Il pianeta Terra stesso è dispensatore di vita ma capace di terremoti, inondazioni e terribili eruzioni vulcaniche.

In conclusione, se non si accetta questa natura duale della psiche femminile - specchio del pianeta stesso - non si potrà mai comprendere appieno la donna. E se non si comprende la donna, non si comprende la Vita.




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