| Dea neolitica del parto - Foto dell'autrice |
E' una specie di donna il cui volto è una pancia con capezzoli al posto degli occhi e una vulva al posto della bocca.
Con quella bocca comincia a intrattenere Demetra con storielle piccanti.
Demetra cominciò a sorridere, scrive l'autrice, poi ridacchiò, poi esplose in una fragorosa risata. (...)
E fu proprio questo riso che trasse Demetra dalla depressione e le diede l'energia necessaria per continuare la ricerca della figlia.
Quando Persefone fa ritorno, ecco che la terra e il ventre delle donne, che erano stati maledetti, riprendono a fiorire.
La piccola dea panciuta Baubo, continua l'autrice, ci offre l'interessante idea che un po' di oscenità aiuta a vincere la depressione. (...)
Le storielle "sporche" possono far svanire la collera, lasciando la donna più contenta di prima. Provate e vedrete.
Ma perché Baubo ha quegli occhi e quella bocca?
Secondo la Pinkola Estés, vedere con i capezzoli è una metafora sensoriale.
I capezzoli sono organi psichici, che reagiscono alle emozioni e alla temperatura.
E il parlare con la vagina simboleggia il parlare con la prima materia, ovvero il più profondo e istintivo livello di sincerità, di verità.
Le origini di Baubo si perdono nel tempo.
Prima era la dea neolitica della nascita e rigenerazione associata alla rana e al rospo, poi è la sumera Bau, dea della medicina, della salute e della fecondità.
Nelle raffigurazioni, Baubo è la dea che mostra la vulva, a volte sollevando la veste secondo un rito che probabilmente risale al neolitico, scrive l'archeologa Marija Gimbutas nel libro Le dee viventi (Medusa ed.).
Un rito noto anche nell'antico Egitto.
| Sheela na gig - Foto dell'autrice |
E' Sheela na gig, l'impudica.
Ha occhi e bocca di rana e con le mani tiene spalancate le labbra della sua enorme vulva.
La sua derivazione diretta con la dea rana o rospo è evidente, e il fatto che sia spesso scolpita sulle arcate di ingresso delle chiese ha una valenza altamente simbolica e potente: il tempio è il ventre della Dea, luogo di culto sì, ma anche di rigenerazione.
La Gimbutas fa spesso notare come gli attributi sessuali della Dea anticamente non avessero nulla di pornografico e morboso, e nemmeno dissacratorio.
Tutta la vita nasce da una vulva.
Come può un organo così fondamentale non essere sacro?
Solo popoli che temono profondamente il potere e la sacralità femminile potevano inventare religioni che considerano il sesso peccaminoso e sporco.
Riprendiamoci il meraviglioso potere di ridere, danzare, fare l'amore in modo gioioso come Baubo!
Mi piace il tuo estro ...
RispondiEliminaTutto è sacro ...
lo afferma un
https://iosonoiltuose.wordpress.com/maestro/
<3