venerdì 22 agosto 2014

Fare i capricci

Fin da bambini, fare i capricci è un evidente tentativo di ottenere qualcosa che si desidera attraverso una manifestazione emotiva negativa ed esagerata. 
Se nel bambino questo tentativo può essere comprensibile in quanto non ha ancora sviluppato una conoscenza sufficiente di sé e del mondo e agisce per tentativi, per scoprire i limiti degli adulti - quanto e cosa può ottenere - non lo è più nell'età adulta.

Eppure, proprio perché questi schemi si sono stratificati nell'infanzia, da adulti si agisce nello stesso modo, anche se non così plateale. Lamentandoci cerchiamo di manipolare le persone o gli eventi affinché si conformino al nostro volere, senza comprendere che l'energia che inviamo fuori ci torna indietro nella stessa misura. 
Come scrive Eckhart Tolle, pensare di ottenere delle cose che pensiamo ci facciano felici partendo dall'infelicità è semplicemente folle. Eppure è propri così che funzionano la mente e il corpo emotivo. Pensiamo che se siamo infelici la vita ci deve in qualche modo, prima o poi, risarcire.


Foto dell'autrice (Quadro di Isara Graziano)
Osservazione e Consapevolezza sono sempre gli strumenti giusti per interrompere questo circolo vizioso di infelicità che ne richiama altra.

Come genitori, dovremmo prendere coscienza che il resistere a un capriccio di un figlio è la cosa migliore per lui, perché impara da subito che non è così, con una manifestazione emotiva negativa, che si può ottenere soddisfazione. Molti genitori, purtroppo, si sentono in colpa e scambiano la fermezza per mancanza d'amore, trascuratezza. Questo è un errore madornale che andrebbe corretto il prima possibile. 

Esercitando la Presenza vera con i figli - cioè l'attenzione al momento presente, non  la presenza fisica - si può osservare quel senso di colpa emergere, e nello stesso tempo l'energia sviluppata con questo stato di consapevolezza viene percepita dal bambino come Forza intrinseca del genitore. A quel punto il bambino comprende la differenza tra fermezza e opposizione sorda.
La fermezza non può che essere un bene perché pone dei confini e indica la strada verso la calma e la forza interiore.
Da questo, nasce l'autorevolezza. Il contrario dell'autoritarismo, che è a sua volta uno stato negativo.

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