martedì 2 settembre 2014

Il coraggio delle proprie azioni

Uno dei fondamenti del Risveglio spirituale è comprendere che siamo responsabili al 100 % di ciò che creiamo, più o meno inconsciamente.
Ma spesso, nonostante questo, le persone faticano a prendersi la responsabilità persino delle proprie azioni. Quindi, scatta automatica la tendenza a dare la colpa all'esterno di ciò che ha scatenato una determinata reazione e quindi un'azione conseguente. 

Ogni scatto di violenza verbale, aggressione fisica, rissa, non è mai scatenata da qualcuno fuori. E' sempre e solo la conseguenza di una nostra reazione determinata dall'ego che crede di essere noi e che quindi si sente in qualche modo minacciato, insultato, provocato, ecc.
Ma nessuno può davvero insultarci, minacciarci o provocarci se non glielo permettiamo. Se ci sentiamo feriti, è tutta roba nostra. Una nostra interpretazione, una nostra completa identificazione.


Foto dell'autrice
Comunque, avere delle reazioni non è sbagliato. E' umano. E' tipico di umani dormienti. Ed è anche tipico del corpo fisico, quindi della materia avere delle reazioni. 
Intanto che impariamo il lavoro di osservazione delle nostre reazioni e identificazioni per scioglierle alla luce della consapevolezza, dobbiamo imparare anche a prenderci la responsabilità delle nostre azioni. Senza cedere all'impulso automatico di trovare una scusa all'esterno.

L'ho menato perché mi ha insultato; l'ho mandato a stendere perché mi ha provocato; mi ha fatto piangere; mi ha spezzato il cuore e io mi sono vendicato, ecc., sono solo scuse. Illusioni di scaricare fuori una nostra completa responsabilità.
Sarebbe bello - e soprattutto molto più sano e sensato - se in un futuro prossimo tutti fossero in grado di vedere ciò con chiarezza e cuore aperto e potessero, invece, dire: Sì, l'ho menato perché in quel momento ero sopraffatto da una reazione meccanica dei miei corpi ed ero in piena inconsapevolezza, (ecc.).

Bisogna avere sempre il coraggio delle proprie azioni, soprattutto quelle che non ci piacciono. Riconoscere la propria disfunzione apertamente crea spazio, cioè uno spazio di consapevolezza in noi tra i vari  momenti di totale inconsapevolezza. E' un abbandonare un inutile fardello, per vedere il bellissimo vuoto della verità, un vuoto che alleggerisce.
Sarebbe un enorme passo avanti verso il Risveglio della Coscienza vero e proprio!

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