martedì 10 settembre 2013

L'esercizio del non fare

Nella cultura occidentale dell'azione, della produttività, dell'efficienza, il non fare pare un'inutile perdita di tempo. Quasi un sacrilegio.

Per noi, non fare al massimo significa prendersi una pausa caffè, fare un riposino, fumarsi una sigaretta. 
Ma anche queste cose in realtà sono fare.
Foto dell'autrice
Marina Borruso, seguace di Eckhart Tolle, propone invece l'esercizio dello stare senza fare.
Non fare nulla. 
Non fare, senza alcuno scopo.

Bisognerebbe imparare a stare una mezz'oretta al giorno in vigile attenzione, sostando nell'attimo, ma senza fare alcunché.
Osservatevi e osservate il mondo, gli oggetti che vi circondano, senza giudizio, senza utilizzare la mente. Lasciate essere ciò che è.
Entrate in empatia con gli oggetti.

Scoprirete che uno spazio vi si allarga dentro, un silenzio pieno di consapevolezza, e di apprezzamento.

Se alla fine di questa meditazione si presenta un fare, dice la Borruso, sarà un fare consapevole. 
Imparerete un'altra qualità del fare. 
Sarete ispirati.

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