In queste notti d'estate capita di svegliarci nel cuore della notte con un prurito fortissimo, quasi insopportabile, in qualche parte del corpo appena predata da una zanzara famelica. La prima reazione meccanica è quella di grattarsi in modo selvaggio imprecando contro la piccola creatura, poi di guardarsi intorno con sguardo assassino impazienti di ucciderla per vendetta.
Ma già svegliarci nel cuore della notte con un piede dolente, ad esempio, ci permette di ricordarci che abbiamo i piedi! Non è poi così scontato, ci scordiamo continuamente di avere un corpo, tranne quando ci fa male o ci prude una parte di esso.
Zanzare - Foto dell'autrice |
Cosa accade se stiamo lì ad osservare quanto il corpo è meccanico nei confronti del prurito? Accade che per quegli attimi non ci stiamo identificando con la macchina. Non siamo più vittime di un insetto fastidioso ma diventiamo l'Osservatore.
Questo permette di non perdere energia nella lamentela e nel vittimismo, ma soprattutto ci restituisce la dimensione della paura che abbiamo del disagio che ci provoca il prurito. Osservandola, svanisce. E così interrompiamo la nostra meccanicità, torniamo alla nostra Integrità.
E allora possiamo decidere di spegnere la luce senza passare il resto della notte a caccia della zanzara, anche a costo di dover ripetere l'esercizio ad ogni nuova puntura!
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