mercoledì 28 gennaio 2015

Verso la semplicità

Accade a volte che a un certo punto della sua vita una persona senta l'esigenza profonda di diventare più semplice, più vuota, alleggerendosi. Questo succede non solo a chi fa un lavoro su di sé, ma chi lo fa forse ne comprende meglio l'origine.

Dice il Tao che ci sono tre livelli di conoscenza: il primo è la non conoscenza o ignoranza, in cui si è sì autentici ma non si sa nulla del mondo, di come funzioniamo, ecc.; il secondo è lo stadio di complessità in cui si entra quando si comincia a imparare, a infarcirsi di nozioni, pensieri, teorie, domande. Tutto necessario. Ma... Ecco che qualcuno a un certo punto sente il peso di tutti questi pensieri, elucubrazioni mentali, nozioni, bombardamento mediatico, e così via. 
Luce nel cielo - Foto dell'autrice

E allora si entra nel terzo livello: ci si libera di tutto quel bagaglio che spesso è pesante da trascinare lungo le strade della vita. Ma non è come essere al primo livello, in cui si è ignoranti e inconsapevoli.  
In questo stadio si decide di tralasciare ciò che ci soffoca, che ci tormenta con la sua complessità di tipo mentale, ma con la consapevolezza di ci sa, di chi conosce.
Ecco che si percepisce, finalmente, un senso di spazio, di vuoto pieno, cioè pieno di essenza ma vuoto di nozioni e informazioni o pensieri superflui.

Il principio del taoismo è togliere, alleggerire, invece di continuare a riempire.
Chi continua a riempirsi di nozioni, emozioni, ecc. lo fa perché sente l'illusione di un vuoto da riempire. Il vuoto fa paura. Almeno all'inizio. 
Poi, diventa invece un richiamo. Un'esigenza animica. Essere, piuttosto che possedere cose - materiali o mentali è uguale.

Ci sono momenti in cui la nostra personalità comincia a starci
Vuoto oltre -  Foto dell'autrice
stretta, non la sopportiamo più perché capiamo che non può nutrirci, non essendo qualcosa di autentico. Non ci rappresenta più, man mano che ci avviciniamo al nostro vero Sé che ci chiama da dentro. 

Ogni volta che la personalità esce fuori prima che possiamo rendercene conto, osservando questa cosa con distacco, ci rendiamo conto di quanto sia fasulla, di quanto sia lontano dalla verità di chi siamo.
Ecco che allora possiamo buttar via tutti quei fardelli che non ci servono più, tornare semplici, silenziosi, attenti. Senza più l'illusione di avere vuoti da riempire e fame insaziabile di nozioni e cose. Senza più voci assillanti nella testa.

Identificarsi, una volta per tutte, con la non-forma. Ciò che siamo realmente.

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